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|GiornoMeseMorte = 2 febbraio
|AnnoMorte = 1921
|Sepoltura=
|età = S
|Epoca = 1800
|vO =
|vOtit =
|nominato = [[23 giugno]] [[1890]] da [[Leone XIII]]
|tC=
|lC=Guastalla
Accolto presso il [[seminario]] di [[Parma]], nel [[1873]] venne ordinato [[Presbitero|sacerdote]]; l'anno dopo venne nominato [[parroco]], successivamente vicerettore al seminario di Parma. Nel [[1878]] fu nominato professore di [[teologia]] dogmatica, nel [[1879]] fu promosso [[canonico]] ordinario. In seguito divenne rettore dello stesso istituto.
Il [[23 giugno]] [[1890]] fu nomunato [[vescovo]] di [[diocesi di Reggio Emilia-Guastalla|Guastalla]] da [[papa]] [[Leone XIII]]. Fu consacrato il [[29 giugno]] di quello stesso anno nella chiesa delle religiose del Sacro Cuore di Villa Lante a [[Roma]], ad opera del [[cardinale]] [[Lucido Maria Parocchi]], [[Sede suburbicaria di Albano|vescovo di Albano]] e [[Vicario generale per la Diocesi di Roma|vicario generale di Roma]], assistito da [[Vincenzo Leone Sallua]], [[Sede titolare di Calcedonia|arcivescovo titolare di Calcedonia]], commissario generale del tribunale dell'inquisizione, e da [[Giovanni Maria Maioli]], [[Diocesi di Urbania e Sant'Angelo in Vado|vescovo di Urbania e Sant'Angelo in Vado]]. Prese possesso ufficiale della diocesi di Guastalla il [[3 ottobre]] [[1890]] facendo il suo ingresso nella [[cattedrale]].
Nel [[giugno]] [[1890]] divenne [[vescovo]] di [[diocesi di Reggio Emilia-Guastalla|Guastalla]], un anno dopo [[vescovo]] di [[Diocesi di Como|Como]]. Dopo tre anni a Como, improvvise gli giunsero nel [[maggio]] [[1894]], da parte di [[papa Leone XIII]], la nomina a [[cardinale]] e la promozione alla [[Arcidiocesi di Milano|sede arcivescovile di Milano]], succedendo allo scomparso [[Luigi Nazari di Calabiana]].▼
Un anno dopo, il [[29 maggio]] [[1891]], divenne [[vescovo]] di [[Diocesi di Como|Como]]. Anche qui intraprese una intensa attività di visite pastorali.
A Milano fu preoccupato, sulla scia di [[San Carlo Borromeo]], di "conservare la [[fede]]" attraverso la [[predicazione]], ma soprattutto attraverso la [[catechesi]]. Sotto la sua guida si arrivò, nel [[1896]], alla preparazione del testo unico di [[catechismo]] dell'Episcopato Lombardo Piemontese che, praticamente, fu l'ultima tappa del percorso che portò alla pubblicazione del [[Catechismo di Pio X]]. Per quanto riguarda l'educazione cristiana dei giovani, volle l'istituzione presso ogni [[parrocchia]] di un [[oratorio]] sia maschile sia femminile, e affrontò il problema dell'[[insegnamento della Religione Cattolica]] nelle scuole elementari.▼
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A causa del forte clima culturale anticattolico che allora pervadeva gli ambienti di governo del [[Regno d'Italia]], fortemente influenzati dalla [[massoneria]], il [[24 giugno]] [[1896]] fece in modo di trovarsi fuori Milano per non dover essere presente all'unaugurazione della statua del re [[Vittorio Emanuele II]]. Il [[7 dicembre]] dello stesso anno, diffuse la lettera dell'Episcopato lombardo ''La Massoneria e il Socialismo''<ref>A. A. Mola, ''Storia della Massoneria italiana'', Bompiani, Milano 1994, pp. 280-281.</ref>.▼
Fu creato cardinale nel [[concistoro del 18 Maggio 1894]] e ricevette il cappello rosso e il [[Titolo cardinalizio|titolo]] di [[Sant'Anastasia (titolo cardinalizio)|Sant'Anastasia]] il [[21 maggio]] [[1894]].
Elevato alla sede metropolitana di Milano il [[21 maggio]] [[1894]], lo stesso giorno ricevette il pallio prendendo Carlo come secondo nome in onore di [[San Carlo Borromeo]], cardinale arcivescovo di Milano.
▲A Milano fu preoccupato, sulla scia di [[San Carlo Borromeo]], di "conservare la [[fede]]" attraverso la [[predicazione]], ma soprattutto attraverso la [[catechesi]]. Sotto la sua guida si arrivò, nel [[1896]], alla preparazione del testo unico di [[catechismo]] dell'Episcopato Lombardo
L'impegno del cardinal Ferrari si distinse nelle visite pastorali in tutte le oltre 800 parrocchie dell'arcidiocesi, in cui si mostrò particolarmente attento a cogliere le istanze sociali di quel periodo particolarmente difficile per i ceti ''umili'' della popolazione lombarda.<ref>Durante i fatti del [[1898]] era ad [[Asso]] e la sua assenza dalla città fu criticata da alcuni ambienti che sostennero che aveva lasciato senza difesa ''il suo popolo''</ref>▼
▲A causa del forte clima culturale anticattolico che allora pervadeva gli ambienti di governo del [[Regno d'Italia]], fortemente influenzati dalla [[massoneria]], il [[24 giugno]] [[1896]] fece in modo di trovarsi fuori Milano per non dover essere presente all'
▲L'impegno del cardinal Ferrari si distinse nelle visite pastorali in tutte le oltre 800 parrocchie dell'arcidiocesi, in cui si mostrò particolarmente attento a cogliere le istanze sociali di quel periodo particolarmente difficile per i ceti ''umili'' della popolazione lombarda.<ref>Durante i fatti del [[1898]] era ad [[Asso]] e la sua assenza dalla città fu criticata da alcuni ambienti che sostennero che aveva lasciato senza difesa ''il suo popolo''. Il [[7 maggio]], il Generale Bava Beccaris, autorizzato dal primo ministro Di Rudinì, usò i cannoni contro la folla che protestava a Milano per la mancanza di pane, causando una carneficina. Per questo riceverà un'onorificenza dal re Umberto I.</ref>.
[[File:tombacf.jpg|thumb|200px|left|Tomba del Card. Ferrari nel [[Duomo di Milano]]]]
Prestò, poi, sul piano pastorale, una particolare attenzione ai problemi del [[Laico|laicato]] e del suo ruolo nella Chiesa. In un'epoca in cui ciò era estremamente innovativo suscitò molte diffidenze negli ambienti
Nel [[1912]] promosse la fondazione di un nuovo quotidiano che sostituisse ''[[L'Unione]]''. Il nuovo organo d'informazione si chiamò ''[[L'Italia]]''.<br/>
Fondò inoltre l'«Opera cardinal Ferrari», che si distinse per attività a favore di tutti i ceti della popolazione.
Colpito da un tumore alla gola, [[Morte|morì]] nel [[1921]]. Fu esposto nella [[Duomo di Milano|cattedrale metropolitana di Milano]] e sepolto nella cappella ''Virgo Potens'', sotto l'altare del Sacro Cuore di Gesù. Gli è stata dedicata una [[Chiesa (edificio)|chiesa]] di Legnano, in provincia di Milano, e nella città di Parma una [[parrocchia]] nella cui chiesa, anche questa a lui dedicata, in occasione del venticinquesimo anniversario della sua costituzione furono poste, nell'[[ottobre]] [[2014]], le sue reliquie.
Il clima di ostilità degli ambienti curiali romani, parzialmente perdurato anche in seguito, trovava contrapposto il tributo di ammirazione della Chiesa ambrosiana, in una dicotomia di giudizi che si venne a sciogliere solo con il nuovo clima del [[Concilio Vaticano II]] dove emerse quanto il cardinal Ferrari aveva anticipato i temi della riforma della [[Chiesa]]. Il pieno riconoscimento lo si ebbe quando fu proclamato [[beato]] da [[papa Giovanni Paolo II]] il [[10 maggio]] [[1987]].
=== Conclavi ===
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