Beato Andrea Carlo Ferrari: differenze tra le versioni

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|GiornoMeseMorte = 2 febbraio
|AnnoMorte = 1921
|Sepoltura=
|età = S
|Epoca = 1800
|vO =
|vOtit =
|nominato = [[23 giugno]] [[1890]] da [[Leone XIII]]
|O =
|tC=
|lC=Guastalla
Accolto presso il [[seminario]] di [[Parma]], nel [[1873]] venne ordinato [[Presbitero|sacerdote]]; l'anno dopo venne nominato [[parroco]], successivamente vicerettore al seminario di Parma. Nel [[1878]] fu nominato professore di [[teologia]] dogmatica, nel [[1879]] fu promosso [[canonico]] ordinario. In seguito divenne rettore dello stesso istituto.
 
Il [[23 giugno]] [[1890]] fu nomunato [[vescovo]] di [[diocesi di Reggio Emilia-Guastalla|Guastalla]] da [[papa]] [[Leone XIII]]. Fu consacrato il [[29 giugno]] di quello stesso anno nella chiesa delle religiose del Sacro Cuore di Villa Lante a [[Roma]], ad opera del [[cardinale]] [[Lucido Maria Parocchi]], [[Sede suburbicaria di Albano|vescovo di Albano]] e [[Vicario generale per la Diocesi di Roma|vicario generale di Roma]], assistito da [[Vincenzo Leone Sallua]], [[Sede titolare di Calcedonia|arcivescovo titolare di Calcedonia]], commissario generale del tribunale dell'inquisizione, e da [[Giovanni Maria Maioli]], [[Diocesi di Urbania e Sant'Angelo in Vado|vescovo di Urbania e Sant'Angelo in Vado]]. Prese possesso ufficiale della diocesi di Guastalla il [[3 ottobre]] [[1890]] facendo il suo ingresso nella [[cattedrale]].
Nel [[giugno]] [[1890]] divenne [[vescovo]] di [[diocesi di Reggio Emilia-Guastalla|Guastalla]], un anno dopo [[vescovo]] di [[Diocesi di Como|Como]]. Dopo tre anni a Como, improvvise gli giunsero nel [[maggio]] [[1894]], da parte di [[papa Leone XIII]], la nomina a [[cardinale]] e la promozione alla [[Arcidiocesi di Milano|sede arcivescovile di Milano]], succedendo allo scomparso [[Luigi Nazari di Calabiana]].
 
Un anno dopo, il [[29 maggio]] [[1891]], divenne [[vescovo]] di [[Diocesi di Como|Como]]. Anche qui intraprese una intensa attività di visite pastorali.
A Milano fu preoccupato, sulla scia di [[San Carlo Borromeo]], di "conservare la [[fede]]" attraverso la [[predicazione]], ma soprattutto attraverso la [[catechesi]]. Sotto la sua guida si arrivò, nel [[1896]], alla preparazione del testo unico di [[catechismo]] dell'Episcopato Lombardo Piemontese che, praticamente, fu l'ultima tappa del percorso che portò alla pubblicazione del [[Catechismo di Pio X]]. Per quanto riguarda l'educazione cristiana dei giovani, volle l'istituzione presso ogni [[parrocchia]] di un [[oratorio]] sia maschile sia femminile, e affrontò il problema dell'[[insegnamento della Religione Cattolica]] nelle scuole elementari.
 
Nel [[giugno]] [[1890]] divenne [[vescovo]] di [[diocesi di Reggio Emilia-Guastalla|Guastalla]], un anno dopo [[vescovo]] di [[Diocesi di Como|Como]]. Dopo tre anni a Como, improvvise gli giunsero nel [[maggio]] [[1894]], da parte di [[papa Leone XIII]], la nomina a [[cardinale]] e la promozione alla [[Arcidiocesi di Milano|sede arcivescovile di Milano]], succedendo allo scomparso [[Luigi Nazari di Calabiana]].
A causa del forte clima culturale anticattolico che allora pervadeva gli ambienti di governo del [[Regno d'Italia]], fortemente influenzati dalla [[massoneria]], il [[24 giugno]] [[1896]] fece in modo di trovarsi fuori Milano per non dover essere presente all'unaugurazione della statua del re [[Vittorio Emanuele II]]. Il [[7 dicembre]] dello stesso anno, diffuse la lettera dell'Episcopato lombardo ''La Massoneria e il Socialismo''<ref>A. A. Mola, ''Storia della Massoneria italiana'', Bompiani, Milano 1994, pp. 280-281.</ref>.
Fu creato cardinale nel [[concistoro del 18 Maggio 1894]] e ricevette il cappello rosso e il [[Titolo cardinalizio|titolo]] di [[Sant'Anastasia (titolo cardinalizio)|Sant'Anastasia]] il [[21 maggio]] [[1894]].
Elevato alla sede metropolitana di Milano il [[21 maggio]] [[1894]], lo stesso giorno ricevette il pallio prendendo Carlo come secondo nome in onore di [[San Carlo Borromeo]], cardinale arcivescovo di Milano.
 
A Milano fu preoccupato, sulla scia di [[San Carlo Borromeo]], di "conservare la [[fede]]" attraverso la [[predicazione]], ma soprattutto attraverso la [[catechesi]]. Sotto la sua guida si arrivò, nel [[1896]], alla preparazione del testo unico di [[catechismo]] dell'Episcopato Lombardo -Piemontese che, praticamente, fu l'ultima tappa del percorso che portò alla pubblicazione del [[Catechismo di Pio X]]. Per quanto riguarda l'educazione cristiana dei giovani, volle l'istituzione presso ogni [[parrocchia]] di un [[oratorio]] sia maschile, sia femminile, e affrontò il problema dell'[[insegnamento della Religione Cattolica]] nelle scuole elementari.
L'impegno del cardinal Ferrari si distinse nelle visite pastorali in tutte le oltre 800 parrocchie dell'arcidiocesi, in cui si mostrò particolarmente attento a cogliere le istanze sociali di quel periodo particolarmente difficile per i ceti ''umili'' della popolazione lombarda.<ref>Durante i fatti del [[1898]] era ad [[Asso]] e la sua assenza dalla città fu criticata da alcuni ambienti che sostennero che aveva lasciato senza difesa ''il suo popolo''</ref>
 
A causa del forte clima culturale anticattolico che allora pervadeva gli ambienti di governo del [[Regno d'Italia]], fortemente influenzati dalla [[massoneria]], il [[24 giugno]] [[1896]] fece in modo di trovarsi fuori Milano per non dover essere presente all'unaugurazioneinaugurazione della statua del re [[Vittorio Emanuele II]]. Il [[7 dicembre]] dello stesso anno, diffuse la lettera dell'Episcopato lombardo ''La Massoneria e il Socialismo''<ref>A.{{Autore|Aldo A.Alessandro Mola}}, ''Storia della Massoneria italiana'', Bompiani, [[Milano]] [[1994]], pp. 280-281.</ref>.
 
L'impegno del cardinal Ferrari si distinse nelle visite pastorali in tutte le oltre 800 parrocchie dell'arcidiocesi, in cui si mostrò particolarmente attento a cogliere le istanze sociali di quel periodo particolarmente difficile per i ceti ''umili'' della popolazione lombarda.<ref>Durante i fatti del [[1898]] era ad [[Asso]] e la sua assenza dalla città fu criticata da alcuni ambienti che sostennero che aveva lasciato senza difesa ''il suo popolo''. Il [[7 maggio]], il Generale Bava Beccaris, autorizzato dal primo ministro Di Rudinì, usò i cannoni contro la folla che protestava a Milano per la mancanza di pane, causando una carneficina. Per questo riceverà un'onorificenza dal re Umberto I.</ref>.
 
[[File:tombacf.jpg|thumb|200px|left|Tomba del Card. Ferrari nel [[Duomo di Milano]]]]
 
Prestò, poi, sul piano pastorale, una particolare attenzione ai problemi del [[Laico|laicato]] e del suo ruolo nella Chiesa. In un'epoca in cui ciò era estremamente innovativo suscitò molte diffidenze negli ambienti curialidella [[Curia Romana]] che formularono un'esplicita accusa di modernismo. Per cinque anni non fu ricevuto da [[papa Pio X]] con un parziale riavvicinamento finale. Solo la nomina di [[papa Benedetto XV]] e il clima di emergenza fatto sorgere dallo scoppio del conflitto mondiale, tolse il cardinal Ferrari dall'isolamento all'interno della Chiesa, in cui il gruppo di cardinali a lui avverso l'avevano confinato.
 
Nel [[1912]] promosse la fondazione di un nuovo quotidiano che sostituisse ''[[L'Unione]]''. Il nuovo organo d'informazione si chiamò ''[[L'Italia]]''.<br/>
Fondò inoltre l'«Opera cardinal Ferrari», che si distinse per attività a favore di tutti i ceti della popolazione.
Colpito da un tumore alla gola, [[Morte|morì]] nel [[1921]]. Fu esposto nella [[Duomo di Milano|cattedrale metropolitana di Milano]] e sepolto nella cappella ''Virgo Potens'', sotto l'altare del Sacro Cuore di Gesù. Gli è stata dedicata una [[Chiesa (edificio)|chiesa]] di Legnano, in provincia di Milano, e nella città di Parma una [[parrocchia]] nella cui chiesa, anche questa a lui dedicata, in occasione del venticinquesimo anniversario della sua costituzione furono poste, nell'[[ottobre]] [[2014]], le sue reliquie.
Colpito da un tumore alla gola, morì nel [[1921]].
 
Il clima di ostilità degli ambienti curiali romani, parzialmente perdurato anche in seguito, trovava contrapposto il tributo di ammirazione della Chiesa ambrosiana, in una dicotomia di giudizi che si venne a sciogliere solo con il nuovo clima del [[Concilio Vaticano II]] dove emerse quanto il cardinal Ferrari aveva anticipato i temi della riforma della [[Chiesa]]. Il pieno riconoscimento lo si ebbe quando fu proclamato [[beato]] da [[papa Giovanni Paolo II]] il [[10 maggio]] [[1987]].
 
=== Conclavi ===

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