Beato Andrea Carlo Ferrari: differenze tra le versioni

Vai alla navigazione Vai alla ricerca
nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
A causa del forte clima culturale anticattolico che allora pervadeva gli ambienti di governo del [[Regno d'Italia]], fortemente influenzati dalla [[massoneria]], il [[24 giugno]] [[1896]] fece in modo di trovarsi fuori Milano per non dover essere presente all'inaugurazione della statua del re [[Vittorio Emanuele II]]. Il [[7 dicembre]] dello stesso anno, diffuse la lettera dell'Episcopato lombardo ''La Massoneria e il Socialismo''<ref>{{Autore|Aldo Alessandro Mola}}, ''Storia della Massoneria italiana'', Bompiani, [[Milano]] [[1994]], pp. 280-281.</ref>.
 
L'impegno del cardinal Ferrari si distinse nelle visite pastorali in tutte le oltre 800 parrocchie dell'arcidiocesi, in cui si mostrò particolarmente attento a cogliere le istanze sociali di quel periodo particolarmente difficile per i ceti ''umili'' della popolazione lombarda.<ref>Durante i fatti del [[1898]] era ad [[Asso]] e la sua assenza dalla città fu criticata da alcuni ambienti che sostennero che aveva lasciato senza difesa ''il suo popolo''. Il [[7 maggio]], il Generale Bava Beccaris, autorizzato dal primo ministro Di Rudinì, usò i cannoni contro la folla che protestava a Milano per la mancanza di pane, causando una carneficina. Per questo riceverà un'onorificenza dal re Umberto I.</ref>.
 
[[File:tombacf.jpg|thumb|200px|left|Tomba del Card. Ferrari nel [[Duomo di Milano]]]]

Menu di navigazione