Libro di Isaia: differenze tra le versioni

Vai alla navigazione Vai alla ricerca
m
+formattazione
Nessun oggetto della modifica
m (+formattazione)
 
{{Libro
|tipo = veterotestamentario
|titolo = Libro di Isaia
|immagine = Raphael Isaiah.JPG
|didascalia = {{Autore|[[Raffaello Sanzio]]}}, ''Isaia tra putti reggitarga'' ([[1510]] - [[1512]]), affresco; [[Roma]], [[Basilica di Sant'Agostino in Campo Marzio (Roma)|Basilica di Sant'Agostino in Campo Marzio]]
|titoloorig = ישעיהו (''ysha'ihàu'')
|titolialt =
|titoloalfa = Libro di Isaia
|nomepaese =
|lingua = ebraico
|traduzione =
|ambitoculturale =
|autore = Anonimo
|autore1 =
|autore2 =
|noteautore =
|pseudonimo =
|serie =
|collana =
|nomeeditore =
|preannoorig =
|annoorig =
|postannoorig =
|annoita =
|luogo edizione =
|epocaedizionecat =
|pagine =
|genere =
|genere1 =
|genere2 =
|soggettocat =
|soggettocat1 =
|soggettocat2 =
|soggettocat3 =
|ambientazione =
|ambientazione geografica1 = [[Terra Santa]]
|ambientazione geografica2 =
|ambientazione geografica3 =
|ambientazione storica1 = [[VIII secolo a.C.]]
|ambientazione storica2 =
|ambientazione storica3 =
|nomepersonaggiprincipali =
|titoliracconti =
|preceduto =
|seguito =
|adattamentoteatrale =
|adattamentotelevisivo =
|adattamentocinematografico =
|note =
|nomepremi =
|collegamenti esterni =
|ID =
|quote brano =
|quote citazione =
|quote brano altra lingua =
|quote lingua =
|quote lingua2 =
|categoria1 = Antico Testamento
|categoria2 = Bibbia
|categoria3 = Libri profetici
|categoria4 =
}}
 
Il mezzo espressivo tipicamente usato da Isaia è l'oracolo, introdotto o accompagnato da espressioni ricorrenti come ''oracolo di [[Tetragramma biblico|Jhwh]], Signore del mondo'', oppure ''Guai!'', o ancora ''così dice Jhwh''. Il bersaglio dell'oracolo è vario: [[Gerusalemme]], come simbolo del popolo eletto, talora biasimata per la sua condotta, talaltra consolata con un messaggio di speranza; le nazioni vicine, condannate per le loro pratiche religiose abominevoli per gli ebrei, oppure per l'aggressività nei confronti di [[Israele]]; le autorità di Giuda, biasimate duramente per aver condotto il popolo lontano dall'alleanza.
 
Sparse qua e là si trovano sprezzanti e incisive pagine di condanna dell'[[idolatria]], pratica a cui gli ebrei del tempo cedevano frequentemente sotto la pressione culturale dei popoli circostanti. Questi brani si distinguono alquanto dall'oracolo, e spesso costituiscono intermezzi autonomi all'interno di un oracolo o fra due oracoli consecutivi.
 
Le espressioni linguistiche e le immagini usate da Isaia sono spesso di notevole bellezza e potenza, e rivelano sensibilità poetica, unita ad una piena padronanza della scrittura come mezzo di comunicazione. In Italia, molti lo definiscono ''il [[Dante Alighieri|Dante]] dell'[[antico testamento]]''.
 
Il ritrovamento, tra il [[1944]] e il [[1955]], dell'intero manoscritto di Isaia tra i [[Manoscritti del Mar Morto|rotoli del Mar Morto]], e la sua datazione al I o II secolo a.C., hanno reso possibile lo studio comparativo sui più antichi manoscritti masoretici, risalenti al X secolo d.C. Il confronto fra queste due copie di Isaia ha rivelato solo piccolissime differenze, per la maggior parte piccole variazioni di ortografia, che hanno ulteriormente confermato l'accuratezza del testo Biblico masoretico.
 
== Contesto storico ==
=== Il regno di Ezechia e l'assedio a Gerusalemme ===
 
La politica prudente suggerita da Isaia risparmia al regno di Giuda la sorte che invece tocca a Samaria, assediata da Salmanassar V nel 724, e poi soggetta alla deportazione da parte di Sargon II nel 720. Tuttavia, il giogo assiro si fa più duro, ed [[Ezechia]], successo al padre nel 727, tenta di ribellarsi nel 705 approfittando della morte di Sargon II, ma con esiti disastrosi: il successore di Sargon II, [[Sennacherib]], interviene prontamente e assedia Gerusalemme. Isaia interviene ancora a predire la fine dell'assedio, che effettivamente Sennacherib scioglie improvvisamente dopo pochi mesi, richiamato dalla notizia di una congiura di corte contro di lui.
 
Isaia è anche uno degli ispiratori della grande riforma religiosa avviata da Ezechia. Questi mette al bando le usanze idolatre e animiste che gli ebrei avevano adottato imitando i popoli vicini. Isaia si scaglia così contro i pasti sulle alture, i sacrifici umani (prevalentemente di bambini o ragazzi), i simboli sessuali, gli idoli di ogni forma e materiale. Altro bersaglio della riforma, e delle invettive di Isaia, sono le forme cultuali puramente esteriori, ridotte quasi a pratiche magiche. In particolare, condanna senza mezzi termini il digiuno, le elemosine, le ricche offerte, quando non sono seguite da una condotta di vita moralmente corretta, dal rispetto verso il prossimo, dal soccorso alla vedova e all'orfano, dall'onestà nell'esercizio di cariche pubbliche.
 
=== L'ascesa di Ciro e la speranza ===
 
== Il problema degli autori ==
Gli autori del [[Nuovo Testamento]], come per l'esegesi successiva fino al [[XVIII secolo]], attribuiscono tutto il libro ad un unico autore, il [[profeta Isaia]]. Per esempio, vedi {{pb|Mt|3,3}} e {{pb|Mt|4,14-16}} con {{pb|Is|40,3}} e {{pb|Is|9,1-2}}; anche {{pb|Gv|12,38-41}} con {{pb|Is|53,1}} e {{pb|Is|6,1-10}}). L’interoL'intero libro di Isaia è stato tramandato per secoli come un’unicaun'unica opera, non due o più.
 
Con lo sviluppo della filologia e l'applicazione del metodo storico- critico anche ai testi sacri i capitoli da 40 a 66 sarebbero stati scritti da un personaggio non identificato vissuto verso la fine dell'[[esilio babilonese|esilio degli ebrei in Babilonia]]. Altri avanzano l’ipotesil'ipotesi che altre parti ancora non siano state scritte da Isaia.
 
Coloro che attribuiscono il libro a più di uno scrittore non ritengono che ''Isaia'' abbia predetto con quasi due secoli di anticipo che un sovrano di nome Ciro avrebbe liberato gli ebrei esiliati, ma ritengono, in base a considerazioni filologiche (il tipo di lingua, lo stile ecc) che sia stato scritto successivamente. Mettere in evidenza le tappe di formazione di un testo sacro non significa ritenerlo privo di ispirazione ma permette piuttosto una maggiore comprensione del testo anche attraverso gli strumenti della critica e della filologia contemporanee.
Chi invece sostiene l'unicità dell'autore del testo, spiega questa conoscenza ''profetica'' come manifestazione della capacità di Jhwh di predire in anticipo e nel dettaglio la liberazione degli ebrei. Chi sostiene l'ispirazione divina di questo testo, utilizza come prova anche la presenza nei capitoli successivi al 40 delle profezie che per loro si sono applicate al Messia [[Gesù]] [[Cristo]] e questo contrasta con la possibilità che sia una raccolta di opere posteriori; inoltre in tutto il libro di Isaia compare l'espressione il ''Santo d'Israele'' 12 volte dal capitolo 1 a 39 e 13 dal 40 al 66, mentre nel resto della Bibbia compare solo 6 volte.
 
[[Giuseppe Flavio]], storico ebreo del [[I secolo]], indicò che le profezie di Isaia relative a Ciro furono scritte nell’nell'[[VIII secolo a.C.]], e scrisse che Ciro ne era al corrente: «Ciro seppe queste cose leggendo il libro profetico lasciato da Isaia duecento e dieci anni prima».<ref>[[Giuseppe Flavio]], ''[[Antichità giudaiche]]'', XI, 1, 2, a cura di L. Moraldi, UTET, Torino, 1998.</ref>
 
La critica al libro di Isaia sembra risalire ai commentatori ebraici medievali che disponevano di una cronologia di questi eventi abbastanza precisa da permettere loro di dubitare che il libro di Isaia fosse stato scritto da una sola persona. Tali eventi, infatti, coprono un intervallo temporale di circa due secoli (dal [[740 a.C.]] circa a [[538 a.C.]] circa).
 
=== Manoscritti del Mar Morto ===
Il ritrovamento dell'intero manoscritto isaiano fra i [[rotoli del Mar Morto]] (1QIsa, attribuito alla fine del II secolo a.C.) ha però indotto alcuni a distinguere due soli autori. Infatti il manoscritto mostra un'evidente interruzione dopo il capitolo 39, che si ritiene intenzionale e il cui significato potrebbe essere proprio la netta separazione fra l'opera del primo autore e quella del secondo. Va tuttavia notato che il primo versetto di quello che ora conosciamo come il capitolo 40 comincia nell’ultimanell'ultima riga di una colonna e termina nella colonna successiva, mentre un secondo autore avrebbe cominciato a scrivere all'inizio di una colonna, non alla fine.
 
Secondo l'ipotesi dei due autori, il Deutero-Isaia avrebbe considerato la sua opera come la naturale continuazione di quella del Proto-Isaia. Le differenze di stile nella seconda parte del testo potrebbero essere dovuto alla redazione in due fasi distinte: il Deutero-Isaia sarebbe cioè tornato sulla sua opera in un secondo tempo per continuare ad elaborarla e riattualizzarla dopo che gli esiliati avevano riscontrato gravi difficoltà e delusioni una volta tornati dall'[[esilio babilonese]].
 
Da notare, a questo proposito, i capitoli 36-39 che sembrano fare da collegamento fra le due parti principali. Questi capitoli sono infatti di carattere prevalentemente storico piuttosto che profetico, e preludono al capitolo 40 con cui inizia il Deutero-Isaia vero e proprio.
 
La scoperta dei manoscritti del Qumran ha introdotto nuovi elementi che possono mettere in dubbio l'autenticità del [[testo masoretico]]. Un esempio di differenze tra testo masoretico e Qumranico del [[libro di Isaia]] è la seguente tabella<ref>{{en}}{{cita libro| autore=Emanuel Tov | titolo=Textual Criticism of the Hebrew Bible | anno=2001 | editore=Uitgeverij Van Gorcum | città=The Netherlands}}</ref>:
 
Sulla base delle aggiunte a 1QIsa<math>^a</math> di ciò che costituisce Isaia 38:21-22 nel [[testo masoretico]], è stato suggerito da alcuni studiosi che i due versi del testo masoretico ed altre testimonianze costituiscano una tarda aggiunta editoriale al libro.<ref>
{{cita pubblicazione |quotes= |cognome=Talmon |nome= |linkautore= |coautori= |anno=1976 |mese= |titolo=The Textual Study of the Bible - A New Outlook |rivista=Qumran and the History of the Biblical Text (ed. FM Cross and S. Talmon; Cambridge, MA, 1975)|volume= |numero= |pagine= |id= |url= |lingua= en|accesso= |abstract= }}</ref>
 
== Struttura del testo ==
A partire dal [[XVIII secolo]] gli studiosi hanno evidenziato differenze nel testo che permettono una suddivisione per testi omogenei:
;Primo Isaia:
:*Capitoli 1-6: oracoli isaiani di alto tenore letterario e teologico
:*Capitoli 7-12: il cosiddetto «[[libro dell'Emmanuele]]» isaiano, anche se con inserzioni posteriori
:*Capitoli 13-23: oracoli contro le nazioni, isaiani. Si predice la caduta di [[Babilonia]] ad opera dei Medi e la sua completa desolazione, avvenuta nel [[II secolo d.C.]]. La critica ha convalidato l'autenticità di questo capitolo.
:*Capitoli 24-27: è la cosiddetta «apocalisse maggiore» di Isaia, certo opera post esilica ([[V secolo a.C.]]?)
:*Capitoli 40-55: è il cosiddetto «secondo Isaia», profeta anonimo del ritorno degli ebrei dall'[[esilio babilonese]] (fine [[VI secolo a.C.]])
;Terzo Isaia:
:*Capitoli 56-66: è il cosiddetto «terzo Isaia», oracoli vari uniti altri generi letterari, databili in epoca post-esilica
 
Lo studio diacronico del libro di Isaia, pubblicato nel Westminster Theological Journal, ha affermato che il linguaggio usato afferma in modo schiacciante una data pre-esilica per i capitoli 40-66.

Menu di navigazione