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{{Libro
|tipo = veterotestamentario
|titolo = Libro di Isaia
|immagine = Raphael Isaiah.JPG
|didascalia = {{Autore|[[Raffaello Sanzio]]}}, ''Isaia tra putti reggitarga'' ([[1510]] - [[1512]]), affresco; [[Roma]], [[Basilica di Sant'Agostino in Campo Marzio (Roma)|Basilica di Sant'Agostino in Campo Marzio]]
|titoloorig = ישעיהו (''ysha'ihàu'')
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|titoloalfa = Libro di Isaia
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|lingua = ebraico
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|ambientazione storica1 = [[VIII secolo a.C.]]
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|categoria1 = Antico Testamento
|categoria2 = Bibbia
|categoria3 = Libri profetici
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}}
Il mezzo espressivo tipicamente usato da Isaia è l'oracolo, introdotto o accompagnato da espressioni ricorrenti come ''oracolo di [[Tetragramma biblico|Jhwh]], Signore del mondo'', oppure ''Guai!'', o ancora ''così dice Jhwh''. Il bersaglio dell'oracolo è vario: [[Gerusalemme]], come simbolo del popolo eletto, talora biasimata per la sua condotta, talaltra consolata con un messaggio di speranza; le nazioni vicine, condannate per le loro pratiche religiose abominevoli per gli ebrei, oppure per l'aggressività nei confronti di [[Israele]]; le autorità di Giuda, biasimate duramente per aver condotto il popolo lontano dall'alleanza.
Sparse qua e là si trovano sprezzanti e incisive pagine di condanna dell'[[idolatria]], pratica a cui gli ebrei del tempo cedevano frequentemente sotto la pressione culturale dei popoli circostanti. Questi brani si distinguono alquanto dall'oracolo
Le espressioni linguistiche e le immagini usate da Isaia sono spesso di notevole bellezza e potenza
Il ritrovamento, tra il [[1944]] e il [[1955]], dell'intero manoscritto di Isaia tra i [[Manoscritti del Mar Morto|rotoli del Mar Morto]]
== Contesto storico ==
=== Il regno di Ezechia e l'assedio a Gerusalemme ===
La politica prudente suggerita da Isaia risparmia al regno di Giuda la sorte che invece tocca a Samaria, assediata da Salmanassar V nel 724
Isaia è anche uno degli ispiratori della grande riforma religiosa avviata da Ezechia. Questi mette al bando le usanze idolatre e animiste che gli ebrei avevano adottato imitando i popoli vicini. Isaia si scaglia così contro i pasti sulle alture, i sacrifici umani (prevalentemente di bambini o ragazzi), i simboli sessuali, gli idoli di ogni forma e materiale. Altro bersaglio della riforma
=== L'ascesa di Ciro e la speranza ===
== Il problema degli autori ==
Gli autori del [[Nuovo Testamento]], come per l'esegesi successiva fino al [[XVIII secolo]], attribuiscono tutto il libro ad un unico autore, il [[profeta Isaia]]. Per esempio, vedi {{pb|Mt|3,3}} e {{pb|Mt|4,14-16}} con {{pb|Is|40,3}} e {{pb|Is|9,1-2}}; anche {{pb|Gv|12,38-41}} con {{pb|Is|53,1}} e {{pb|Is|6,1-10}}).
Con lo sviluppo della filologia e l'applicazione del metodo storico- critico anche ai testi sacri
Coloro che attribuiscono il libro a più di uno scrittore non ritengono che ''Isaia'' abbia predetto con quasi due secoli di anticipo che un sovrano di nome Ciro avrebbe liberato gli ebrei esiliati, ma ritengono, in base a considerazioni filologiche (il tipo di lingua, lo stile ecc) che sia stato scritto successivamente. Mettere in evidenza le tappe di formazione di un testo sacro non significa ritenerlo privo di ispirazione ma permette piuttosto una maggiore comprensione del testo anche attraverso gli strumenti della critica e della filologia contemporanee.
Chi invece sostiene l'unicità dell'autore del testo, spiega questa conoscenza ''profetica'' come manifestazione della capacità di Jhwh di predire in anticipo e nel dettaglio la liberazione degli ebrei. Chi sostiene l'ispirazione divina di questo testo, utilizza come prova anche la presenza nei capitoli successivi al 40 delle profezie che per loro si sono applicate al Messia [[Gesù]] [[Cristo]] e questo contrasta con la possibilità che sia una raccolta di opere posteriori; inoltre in tutto il libro di Isaia compare l'espressione il ''Santo d'Israele'' 12 volte dal capitolo 1 a 39 e 13 dal 40 al 66, mentre nel resto della Bibbia compare solo 6 volte.
[[Giuseppe Flavio]], storico ebreo del [[I secolo]], indicò che le profezie di Isaia relative a Ciro furono scritte
La critica al libro di Isaia sembra risalire ai commentatori ebraici medievali che disponevano di una cronologia di questi eventi abbastanza precisa da permettere loro di dubitare che il libro di Isaia fosse stato scritto da una sola persona. Tali eventi, infatti, coprono un intervallo temporale di circa due secoli (dal [[740 a.C.]] circa a [[538 a.C.]] circa).
=== Manoscritti del Mar Morto ===
Il ritrovamento dell'intero manoscritto isaiano fra i [[rotoli del Mar Morto]] (1QIsa, attribuito alla fine del II secolo a.C.) ha però indotto alcuni a distinguere due soli autori. Infatti il manoscritto mostra un'evidente interruzione dopo il capitolo 39, che si ritiene intenzionale e il cui significato potrebbe essere proprio la netta separazione fra l'opera del primo autore e quella del secondo. Va tuttavia notato che il primo versetto di quello che ora conosciamo come il capitolo 40 comincia
Secondo l'ipotesi dei due autori, il Deutero-Isaia avrebbe considerato la sua opera come la naturale continuazione di quella del Proto-Isaia. Le differenze di stile nella seconda parte del testo potrebbero essere dovuto alla redazione in due fasi distinte: il Deutero-Isaia sarebbe cioè tornato sulla sua opera in un secondo tempo per continuare ad elaborarla e riattualizzarla dopo che gli esiliati avevano riscontrato gravi difficoltà e delusioni una volta tornati dall'[[esilio babilonese]].
Da notare, a questo proposito, i capitoli 36-39 che sembrano fare da collegamento fra le due parti principali. Questi capitoli sono infatti di carattere prevalentemente storico piuttosto che profetico
La scoperta dei manoscritti del Qumran ha introdotto nuovi elementi che possono mettere in dubbio l'autenticità del [[testo masoretico]]. Un esempio di differenze tra testo masoretico e Qumranico del [[libro di Isaia]] è la seguente tabella<ref>{{en}}{{cita libro| autore=Emanuel Tov | titolo=Textual Criticism of the Hebrew Bible | anno=2001 | editore=Uitgeverij Van Gorcum | città=The Netherlands}}</ref>:
Sulla base delle aggiunte a 1QIsa<math>^a</math> di ciò che costituisce Isaia 38:21-22 nel [[testo masoretico]], è stato suggerito da alcuni studiosi che i due versi del testo masoretico ed altre testimonianze costituiscano una tarda aggiunta editoriale al libro.<ref>
{{cita pubblicazione |quotes= |cognome=Talmon |nome= |linkautore= |coautori= |anno=1976 |mese= |titolo=The Textual Study of the Bible
== Struttura del testo ==
A partire dal [[XVIII secolo]] gli studiosi hanno evidenziato differenze nel testo che permettono una suddivisione per testi omogenei:
;Primo Isaia:
:*Capitoli 1-6:
:*Capitoli 7-12:
:*Capitoli 13-23: oracoli contro le nazioni, isaiani. Si predice la caduta di [[Babilonia]] ad opera dei Medi e la sua completa desolazione, avvenuta nel [[II secolo d.C.]]. La critica ha convalidato l'autenticità di questo capitolo.
:*Capitoli 24-27: è la cosiddetta «apocalisse maggiore» di Isaia, certo opera post esilica ([[V secolo a.C.]]?)
:*Capitoli 40-55: è il cosiddetto «secondo Isaia», profeta anonimo del ritorno degli ebrei dall'[[esilio babilonese]] (fine [[VI secolo a.C.]])
;Terzo Isaia:
:*Capitoli 56-66: è il cosiddetto «terzo Isaia», oracoli vari uniti
Lo studio diacronico del libro di Isaia, pubblicato nel Westminster Theological Journal, ha affermato che il linguaggio usato afferma in modo schiacciante una data pre-esilica per i capitoli 40-66.
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