Papa Paolo VI: differenze tra le versioni

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|ForzaOrdinamento = Paolo 06
|alsecolo = Giovanni Battista Enrico Antonio Maria Montini
|PostCognomeVirgola = in [[lingua latina|latino]]: ''Paulus VI''
|Sesso = M
|LuogoNascita = Concesio
|età = S
|Epoca=1900
|PreAttività =è stato il 262°º
|Attività=vescovo
|AttivitàAltre={{sp}}di [[Roma]] e [[papa]]
|sigla=
|lO=Brescia
|gmO= 29 maggio
|aO=1920
|vOtit=mons.
|vO=Giacinto Gaggia
|tC=arcivescovile
|gmC= 12 dicembre
|aC=1954
|vC=Eugène Tisserant
*{{Carica|membro|del|Secretariatus de Conciliis negotiis extra ordinem}}
*{{Carica|Membro|della|Pontificia Commissione per la revisione del Codice di Diritto Canonico}}
|inizio = [[21 giugno]] [[1963]]
|consacrazione = [[30 giugno]] [[1963]]
|segretario= [[Mons.]] [[Pasquale Macchi]]
|fine = [[6 agosto]] [[1978]]
|predecessore=[[Papa Giovanni XXIII]]
|successore=[[Papa Giovanni Paolo I]]
|motto=In nomine Domini
|venerato da =[[Chiesa cattolica]]
|gmV = 20 dicembre
|aV =2012
|pV =Benedetto XVI
|gmB = 19 ottobre
|aB =2014
|pB =Francesco
|gmS = 14 ottobre
|aS =2018
|pS =Francesco
|va=paul_vi
|appartenenza=[[Diocesi di Brescia]]
|quote brano=Questo [[Concilio]] consegna alla [[storia]] l'[[immagine]] della [[Chiesa Cattolica]] raffigurata da quest'aula, piena di [[pastore|Pastori]] professanti la medesima [[fede]], spiranti la medesima [[carità]], associati nella medesima [[comunione]] di [[preghiera]], di disciplina, di attività, e - ciò ch'è meraviglioso - tutti desiderosi d'una cosa sola, di [[offerta|offrire]] se stessi, come [[Cristo]] nostro [[Maestro]] e [[Signore]], per la [[vita]] della [[Chiesa]] e per la [[salvezza]] del [[mondo]]. E non solo l'immagine della Chiesa manda ai posteri questo Concilio, ma il patrimonio altresì della sua dottrina e dei suoi [[comandamenti]], il "deposito" ricevuto da Cristo e nei [[secolo|secoli]] [[meditazione|meditato]], vissuto ed espresso, ede ora in tante sue parti chiarito, stabilito e ordinato nella sua integrità; deposito vivo per la divina virtù di [[verità]] e di [[grazia]], che lo costituisce, e perciò idoneo a vivificare chiunque piamente lo [[accoglienza|accolga]] e ne alimenti la propria umana esistenza.
|quote citazione={{autore|Paolo VI}}, ''Allocuzione all'ultima sessione pubblica del [[Concilio Vaticano II]]'', [[7 dicembre]] [[1965]], ''[http://www.vatican.va/holy_father/paul_vi/speeches/1965/documents/hf_p-vi_spe_19651207_epilogo-concilio_it.html online]''
|Categoria1=Personalità legate a Milano|Paolo 06
== Biografia ==
=== Infanzia ===
[[File:p2.jpg|thumb|200px|left|I tre fratelli Montini. Da sinistra, Francesco, Giovanni Battista e Ludovico]]Giovanni Battista Montini nacque il [[26 settembre]] [[1897 a ConcesioCo]]ncesio, un piccolo paese all'imbocco della Valtrompia, a nord di Brescia, dove la [[famiglia]] Montini, di estrazione borghese, aveva una casa per le ferie estive.
 
I genitori, l'avvocato Giorgio Montini e Giuditta Alghisi, si erano sposati nel [[1895]] ed ebbero tre figli: Ludovico, nato nel [[1896]], che divenne avvocato, deputato e senatore della Repubblica, [[Morte|morto]] nel [[1990]], Giovanni Battista e, nel [[1900]], Francesco, medico, morto improvvisamente nel [[1971]]. Il padre, al momento della nascita del futuro pontefice, dirigeva il quotidiano cattolico ''Il Cittadino di Brescia'', e fu poi nominato deputato per tre legislature nel [[Partito Popolare Italiano]] di don [[Luigi Sturzo]]; Giorgio Montini e Giuditta Alghisi morirono entrambi nel [[1943]] a pochi mesi di distanza.
 
=== Formazione ===
Nel [[1903]] venne iscritto come studente esterno (a causa della cagionevole salute) nel collegio "Cesare Arici" di Brescia, retto dai padri [[Gesuiti]]. In questa medesima scuola, frequentò fino al liceo classico, partecipando attivamente ai gruppi giovanili degli oratoriani di Santa Maria della Pace.
 
Nel [[1907]] compì il suo primo viaggio con la [[famiglia]] a Roma, in occasione di un'udienza privata di papa [[Pio X]]. Nel [[giugno]] dello stesso anno gli vennero impartiti i sacramenti della prima comunione e della [[cresima]].
 
Nel [[1916]] ottenne la licenza presso il liceo statale "Arnaldo da Brescia" e nell'[[ottobre]] dello stesso anno entrò, sempre come studente esterno, nel seminario della sua città. Dal [[1918]] collaborò con il periodico studentesco ''La Fionda'', pubblicando numerosi articoli di notevole spessore. Scrisse, ad esempio, nei primi di [[novembre del]] [[1918]]:
 
{{quote|Guai a chi abusa della vita. Quando la creatrice mano di Dio delineava in un ordine meraviglioso i confini della vita, poneva altresì custode di questi confini la morte, vindice di quanti li avrebbero varcati in cerca di vita più ampia, di felicità maggiore.}}
 
Nel [[1919]] entrò nella FUCI ([[Federazione Universitaria Cattolica Italiana]]).[[File:p8.jpg|thumb|150px|Giovanni Battista Montini in una fotografia del [[1919]]
 
=== Ordinazione sacerdotale ===
[[File:p3.jpg|thumb|200px|left|Il futuro Paolo VI il giorno dell'[[Ordinato|ordinazione]] [[Presbitero|presbiterale]]]]
Il [[29 maggio]] del [[1920]] ricevette l'ordinazione sacerdotale nella cattedrale di Brescia; il giorno successivo celebrò la sua prima Messa nel Santuario delle Grazie. <br />
Nel [[novembre]] dello stesso anno si trasferì a Roma. Si iscrisse ai corsi di Diritto civile e di Diritto canonico alla [[Pontificia Università Gregoriana]] ede a quelli di Lettere e filosofia all'Università statale.
 
Nel [[1923]], per volere di Mons. [[Giuseppe Pizzardo]], Sostituto della [[Segreteria di Stato]], viene avviato agli studi diplomatici presso la [[Pontificia accademia ecclesiastica]]. Al termine dei corsi previsti fu inviato a Varsavia per cinque mesi ([[giugno]]-[[ottobre]] 1923) come addetto alla [[nunziatura apostolica]]. Rientrato in Italia, nel [[1924]] conseguì tre lauree: in Filosofia, [[Diritto Canonico]] e Diritto civile.
Nel [[1925]] venne nominato Assistente ecclesiastico nazionale della [[Federazione Universitaria Cattolica Italiana|FUCI]]. Collaborò a fianco del Presidente nazionale [[Igino Righetti]], che era stato nominato nello stesso anno.
=== Collaborazione con Pio XI e Pio XII ===
 
Nel [[1931]] Montini venne incaricato di visitare celermente Germania e Svizzera, per organizzare la diffusione dell'[[enciclica]] ''[[Non abbiamo bisogno]]'', nella quale Pio XI condannava lo scioglimento delle organizzazioni cattoliche da parte del regime fascista. Nel frattempo Montini continuava anche ada essere assistente nazionale della FUCI, ma, nel [[1933]], sia perché contro di lui "erano corse accuse di ''liturgismo'' e di ''antigesuitismo''"<ref>[[Francesco Traniello]], ''Religione cattolica e Stato nazionale. Dal Risorgimento al secondo dopoguerra'', Il Mulino, Bologna 2007, p. 258.</ref> sia per i sempre maggiori impegni in Segreteria di stato, lasciò l'incarico.
 
Il [[13 dicembre]] [[1937]] venne nominato sostituto della Segreteria di Stato; iniziò a lavorare strettamente al fianco del cardinale segretario di stato [[Papa Pio XII|Eugenio Pacelli]]. Il [[10 febbraio]] [[1939]], per un improvviso attacco cardiaco, Pio XI morì<ref>Montini fu il primo ada essere chiamato al capezzale del papa morente.</ref>. Alle soglie della Seconda guerra mondiale, Eugenio Pacelli venne eletto pontefice con il nome di [[Pio XII]].
 
Poche settimane dopo, Montini (sempre con il ruolo di sostituto) collaborò alla stesura del radiomessaggio di papa Pacelli del [[24 agosto]] per scongiurare lo scoppio della guerra, ormai imminente; sono sue le storiche parole:
[[File:p9.jpg|thumb|300px|right|Mons. Montini al fianco di [[Pio XII]]]]
 
Durante tutto il periodo bellico svolse un'intensa attività nell'Ufficio informazioni del Vaticano per ricercare notizie su soldati e civili. Il [[19 luglio]] [[1943]] accompagna Pio XII nella visita al quartiere San Lorenzo colpito dai bombardamenti alleati. Nel [[1944]], alla [[morte]] del cardinale [[Luigi Maglione]], il futuro papa assunse la carica di pro-segretario di Stato; insieme a [[Domenico Tardini]] (futuro segretario di stato di [[Giovanni XXIII]]), Montini si trovò a lavorare ancora più a stretto contatto con Pio XII.
 
In questo periodo fu l'oscuro organizzatore delle trattative che la principessa Maria José di Savoia, nuora del re Vittorio Emanuele III, in tutta segretezza andava allestendo con gli Americani per giungere ada una pace separata. I Savoia cercavano infatti di sganciarsi da Benito Mussolini, per potersi distinguere dagli autori della prevista disfatta e garantirsi quindi la sopravvivenza politica a guerra conclusa. Il ruolo di Montini era proprio quello del mediatore che ricercò i contatti e condusse gli incontri.
 
La guerra fu occasione di violentissime polemiche relative al ruolo della Chiesa, e in particolare di Pio XII. In sostanza il papa fu accusato di aver mantenuto verso i tedeschi, cioè verso il Nazismo, un atteggiamento troppo distaccato, anzi sospetto di collaborazionismo. Montini fu investito appieno dalla tempesta, stante la centralità della sua posizione e la sua strettissima vicinanza al Papa, e si trovò a dover difendere se stesso ede il Pontefice dalle accuse di filo-nazismo. Il sospetto veniva poi accresciuto dalla considerazione degli esiti delle dette trattative di Maria José, il cui eventuale successo sarebbe stato contrario agli interessi di Berlino.
 
Per contro, va anche menzionato che Montini si occupò più volte e a vario titolo dell'assistenza che la Chiesa forniva ai rifugiati ede agli ebrei (ai quali distribuì ripetute provvidenze economiche a nome di Pio XII), oltre ai 4.000 ebrei romani che la Chiesa di nascosto riuscì a salvare dalle deportazioni, azione che, secondo alcuni studiosi, la Chiesa non avrebbe potuto compiere se si fosse schierata apertamente contro la potenza bellica tedesca.
 
Al termine della Seconda guerra mondiale, Montini era in piena attività per salvaguardare il mondo cattolico nello scontro con la diffusione delle [[marxismo|idee marxiste]]; ma in modo meno aggressivo rispetto a molti altri esponenti. Nelle elezioni amministrative del [[1952]] non fece mancare il suo appoggio ada uno dei politici che stimava di più, [[Alcide De Gasperi]].
 
Il [[29 novembre]] fu nominato pro-segretario di Stato per gli Affari straordinari.
Montini fu il primo [[cardinale]] nella lista dei porporati creati da Giovanni XXIII nel Concistoro del [[15 dicembre]] [[1958]]. Del resto avevano avuto stretti rapporti di collaborazione quando erano entrambi arcivescovi, come testimonia una lettera quasi profetica, inviata da Roncalli a Montini nel giorno della sua consacrazione episcopale:
 
{{quote|Compiremo insieme il ''sacramentum voluntatis Christi'' di san Paolo ({{pb|Ef|1,9-10}}). Esso impone l'adorazione della croce, ma ci riserba, accanto ada essa, una sorgente di ineffabili consolazioni anche per quaggiù, finché ci durerà la vita e il mandato pastorale. Cara e venerata Eccellenza, non so dire di più. Ma ciò che manca ada un più diffuso eloquio, Ella me lo legga nel cuore|Lettera di Roncalli a Montini, [[12 dicembre]] [[1954]]}}
 
[[File:PaoloVI papa 21.06.63.jpg|220px|thumb|right|Paolo VI si affaccia dalla loggia di San Pietro il giorno dell'elezione]]
Il breve ma intenso pontificato di Giovanni XXIII vide Montini attivamente coinvolto, soprattutto nei lavori preparatori del [[Concilio Vaticano II]], aperto con una solenne celebrazione l'[[11 ottobre]] [[1962]]. Il concilio però si interruppe il [[3 giugno]] [[1963]] per la morte di papa Roncalli, malato da qualche mese.
 
Il breve conclave successivo si concluse con l'elezione di Montini, che assunse il nome di '''Paolo VI''', il [[21 giugno]] [[1963]]. L'incoronazione si svolse in [[piazza San Pietro]] la sera di domenica [[30 giugno]] [[1963]].
 
== Pontificato ==
 
Di grande rilievo fu la sua scelta di rinunciare, nel [[1964]], all'uso della [[tiara]] papale, mettendola in vendita per aiutare, con il ricavato, i più bisognosi. Il cardinale [[Francis Joseph Spellman]], arcivescovo di [[New York]], la acquistò e da allora è conservata nella basilica dell'Immacolata Concezione di Washington.
Eletto con un concilio in corso da portare a compimento, e con la non lieve eredità di innovazione comunicativa instaurata dal suo predecessore, Paolo VI vestì la tiara con onerose difficoltà e responsabilità iniziali.
 
Uomo mite e riservato, dotato di vasta erudizione e, allo stesso tempo, profondamente legato a un'intensa vita spirituale, seppe proseguire il percorso innovativo iniziato da Giovanni XXIII, consentendo una riuscita prosecuzione del Vaticano II.
 
Portò ottimamente a compimento il Concilio con grande capacità di mediazione, garantendo la solidità dottrinale cattolica in un periodo di rivolgimenti ideologici ede aprendo fortemente verso i temi del Terzo mondo e della pace.
Da una parte appoggiò l'"aggiornamento" e la modernizzazione della Chiesa, ma dall'altra custodì i punti fermi della fede, che non dovevano subire in questo processo né ritrattazioni né mimetismi.
 
Il [[27 marzo]] [[1965]], Paolo VI in presenza di Sua Ecc.za Mons. [[Angelo Dell'Acqua]], lesse il contenuto di una busta sigillata, che in seguito rinviò all'Archivio del Sant'Uffizio con la decisione di non pubblicare il contenuto.
In questa lettera, vi era scritto il [[Terzo segreto di Fatima]].
 
Durante tutto il suo pontificato, la tensione tra il primato papale e la collegialità episcopale rimase fonte di dissenso. Il [[14 settembre]] [[1965]], anche per effetto dei risultati conciliari, Paolo VI annunciò la convocazione del [[Sinodo dei Vescovi]], escludendo però dall'ambito di questo nuovo organismo la trattazione di quei problemi riservati al papa, dei quali apprestò una ridefinizione.
 
Concluso il Concilio l'[[8 dicembre]] [[1965]], si aprì però un periodo difficilissimo per la Chiesa cattolica, attaccata da molte parti in un periodo storico e culturale di forte antagonismo ai valori tradizionali ede ampia diffusione delle idee marxiste [[anticlericalismo|anticlericali]] e fortemente [[laicismo|laiciste]]. La società era attraversata da forti scontri e contrasti politici e sociali.
Celebre la sua frase: "Aspettavamo la primavera, ed è venuta la tempesta".
 
Nel [[1966]], Paolo VI abolì, dopo quattro secoli, e non senza contestazioni da parte dei porporati più conservatori, l'[[indice dei libri proibiti]]. Nel [[1967]] annunciò l'istituzione della [[Giornata mondiale della pace]], che si celebrò la prima volta l'il [[1º gennaio]] [[1968]].
 
Il tema del [[celibato sacerdotale]], sottratto al dibattito della quarta sessione del concilio, divenne oggetto di una specifica enciclica, la ''Sacerdotalis Caelibatus'' del [[24 giugno]] [[1967]], nella quale papa Montini riconfermò quanto decretato in merito dal [[Concilio di Trento]].
Il Pontefice non poté mettere in disparte il problema e per la sua gravità destinò al proprio personale giudizio lo studio di tutte le implicazioni di tipo morale legate a tale argomento. Per avere un quadro completo, decise di avvalersi dell'ausilio di una Commissione di studio, istituita in precedenza da [[papa Giovanni XXIII]], che egli ampliò e perfezionò.
 
La decisione sul da farsi era molto onerosa, soprattutto perché alcuni misero in dubbio la competenza della Chiesa in argomentazioni non strettamente legate alla dottrina. Tuttavia il Papa non mancò di sottolineare, davanti a queste critiche, che il [[Magistero]] ha facoltà d'intervento, oltre che sulla legge morale evangelica, anche su quella naturale: quindi la Chiesa doveva necessariamente prendere una posizione in merito.
 
Buona parte della Commissione di studio si mostrò a favore della "pillola cattolica" (come venne soprannominata), ma tuttavia è da ricordare che una parte di essa non condivise questa scelta, ritenendo che l'utilizzo degli [[anticoncezionali]] andasse a violare la legge morale, poiché, attraverso il loro impiego, la coppia scindeva la dimensione unitiva da quella procreativa. Paolo VI appoggiò quest'idea e, riconfermando quanto aveva già dichiarato [[papa Pio XI]] nell'enciclica ''[[Casti Connubii]]'', decretò illecito per gli sposi cattolici l'utilizzo degli anticoncezionali di origine chimica o artificiale:
 
{{quote|Richiamando gli uomini all'osservanza delle norme della legge naturale, interpretata dalla sua costante dottrina, la Chiesa insegna che qualsiasi atto matrimoniale deve rimanere aperto alla trasmissione della vita. [...] In conformità con questi principi fondamentali della visione umana e cristiana sul matrimonio, dobbiamo ancora una volta dichiarare che è assolutamente da escludere, come via lecita per la regolazione delle nascite, l'interruzione diretta del processo generativo già iniziato, e soprattutto l'aborto diretto, anche se procurato per ragioni terapeutiche. È parimenti da condannare, come il magistero della Chiesa ha più volte dichiarato, la sterilizzazione diretta, sia perpetua che temporanea, tanto dell'uomo che della donna. È altresì esclusa ogni azione che, o in previsione dell'atto coniugale, o nel suo compimento, o nello sviluppo delle sue conseguenze naturali, si proponga, come scopo o come mezzo, di impedire la procreazione.|Paolo VI, ''Humanae vitae''}}
 
Ma nella stessa, nel paragrafo ''Paternità responsabile'', si dice:
 
{{quote|In rapporto alle condizioni fisiche, economiche, psicologiche e sociali, la paternità responsabile si esercita, sia con la deliberazione ponderata e generosa di far crescere una [[famiglia]] numerosa, sia con la decisione, presa per gravi motivi e nel rispetto della legge morale, di evitare temporaneamente odo anche a tempo indeterminato, una nuova nascita. Paternità responsabile comporta ancora e soprattutto un più profondo rapporto all'ordine morale chiamato oggettivo, stabilito da Dio e di cui la retta coscienza è vera interprete.''}}
 
Questa decisione di papa Montini non riscosse grande favore e ci furono molte critiche, soprattutto da parte di laici. Nonostante tutto, Paolo VI non ritrattò mai neppure una parola dell'enciclica, motivando in questi termini a [[Jean Guitton]] le proprie ragioni:
* [[25 luglio|25]] - [[26 luglio]] [[1967]]: Viaggio apostolico a Istanbul, Efeso e Smirne. In questa occasione avvenne lo storico incontro con il patriarca [[Atenagora di Costantinopoli|Atenagora I]]
* [[21 agosto|21]] - [[25 agosto]] [[1968]]: Viaggio apostolico a Bogotá
* [[10 giugno]] [[1969]]: Visita a Ginevra in occasione del 50°º anniversario dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro
* [[31 luglio]] - [[2 agosto]] [[1969]]: Pellegrinaggio in Uganda
* [[26 novembre]] - [[5 dicembre]] [[1970]]: Pellegrinaggio in Asia Orientale, Oceania e Australia
* [[24 aprile]] [[1970]]: Pellegrinaggio al Santuario Mariano di Nostra Signora di Bonaria di Cagliari
 
Durante il viaggio in Estremo Oriente, il pontefice fu fatto bersaglio nelle Filippine di un attentato da parte di uno squilibrato munito di pugnale, dal quale uscì indenne: [[Paul Marcinkus]], incaricato di organizzare i viaggi e nominato arcivescovo nel [[1969]], deviò il pugnale con cui un uomo aveva tentato di colpirlo.
 
=== 1970-1978 ===
[[File:macchi montini.jpg|thumb|200px|right|Paolo VI all'uscita dall'udienza generale del [[29 giugno]] [[1978]], un mese prima della morte]]
 
Il [[16 settembre]] del [[1972]] Paolo VI fece una breve visita pastorale a Venezia durante la quale incontrò l'allora [[diocesi di Venezia|patriarca]] [[Albino Luciani]] e celebrò la Messa in [[piazza San Marco]]; al termine della celebrazione papa Montini si tolse la [[stola]] papale, la mostrò alla folla e successivamente la mise sulle spalle del patriarca Luciani davanti alla piazza, facendolo imbarazzare visibilmente. Il gesto del Pontefice, inteso da molti come "profetico", non fu ripreso dalle telecamere, che avevano già chiuso il collegamento, ma fu documentato da numerose fotografie.
 
Il [[24 dicembre]] [[1974]] Paolo VI inaugurò l'[[Anno santo]] del [[1975]].
Ma a nulla valsero le sue sentite parole: Aldo Moro venne ritrovato crivellato di proiettili il [[9 maggio]] [[1978]], nello squallido bagagliaio di una Renault color amaranto, in Via Caetani a Roma, a pochi metri dalle sedi della [[Democrazia Cristiana]] e del Partito Comunista.
 
La salma di Moro fu portata dalla [[famiglia]] a Torrita Tiberina per un funerale riservatissimo; ma il [[13 maggio]], nella Basilica di [[San Giovanni in Laterano]], alla presenza di tutte le autorità politiche, si celebrò un rito funebre in suffragio dell'onorevole, al quale prese parte anche il Romano Pontefice. Ci fu chi eccepì, soprattutto nella [[Curia Romana|Curia]], che non rientra nella tradizione che un papa partecipi a una messa esequiale, soprattutto se di un uomo politico (si cita, a proposito, il caso di [[Alessandro VI]] che non partecipò nemmeno ai funerali del figlio Giovanni), ma Paolo VI non mostrò interesse verso queste critiche. Il Papa, veramente provato dall'evento, recitò una delle più belle omelie che si ricordi nella storia della Chiesa moderna, un testo quasi poetico che rientra nello stile personale, tormentato e colto, di papa Montini:
 
[[File:p63.jpg|thumb|300px|right|Paolo VI mentre legge il suo discorso in occasione del rito funebre in memoria di [[Aldo Moro]]]]
 
{{quote|EdE ora le nostre labbra, chiuse come da un enorme ostacolo, simile alla grossa pietra rotolata all'ingresso del sepolcro di Cristo, vogliono aprirsi per esprimere il «De profundis», il grido, il pianto dell'ineffabile dolore con cui la tragedia presente soffoca la nostra voce.
Signore, ascoltaci!
E chi può ascoltare il nostro lamento, se non ancora Tu, o Dio della vita e della morte? Tu non hai esaudito la nostra supplica per la incolumità di Aldo Moro, di questo Uomo buono, mite, saggio, innocente ede amico; ma Tu, o Signore, non hai abbandonato il suo spirito immortale, segnato dalla Fede nel Cristo, che è la risurrezione e la vita. Per lui, per lui.
Signore, ascoltaci!
Fa', o Dio, Padre di misericordia, che non sia interrotta la comunione che, pur nelle tenebre della morte, ancora intercede tra i Defunti da questa esistenza temporale e noi tuttora viventi in questa giornata di un sole che inesorabilmente tramonta. Non è vano il programma del nostro essere di redenti: la nostra carne risorgerà, la nostra vita sarà eterna! Oh! cheChe la nostra fede pareggi fin d'ora questa promessa realtà. Aldo e tutti i viventi in Cristo, beati nell'infinito Iddio, noi li rivedremo!
Signore, ascoltaci!
E intanto, o Signore, fa' che, placato dalla virtù della tua Croce, il nostro cuore sappia perdonare l'oltraggio ingiusto e mortale inflitto a questo Uomo carissimo e a quelli che hanno subito la medesima sorte crudele; fa' che noi tutti raccogliamo nel puro sudario della sua nobile memoria l'eredità superstite della sua diritta coscienza, del suo esempio umano e cordiale, della sua dedizione alla redenzione civile e spirituale della diletta Nazione italiana!
Signore, ascoltaci!|Omelia di Paolo VI durante la messa in suffragio dell'on. Aldo Moro in San Giovanni in Laterano, [[13 maggio]] [[1978]]}}
 
Forse non casualmente il suo stato di salute si deteriorò da allora progressivamente e tre mesi dopo, il [[6 agosto]] [[1978]] alle 21,40 si spense nella residenza di [[Castel Gandolfo]] a causa di un edema polmonare.
 
Lasciò un bellissimo [http://www.uniurb.it/Filosofia/bibliografie/PaoloVI/paolovi_testamento.html testamento] (reso noto il [[10 agosto]]) nel quale confida le sue paure, la sua esperienza di vita, le sue debolezze, ma anche le proprie gioie per una vita donata al servizio di Cristo e della Chiesa. Chiese un funerale sobrio, senza riti particolari. Lasciò scritto infatti circa i suoi funerali:
 
[[File:montini tomba.jpg|thumb|right|300px|Tomba di papa Paolo VI; [[Basilica di San Pietro]], [[Grotte Vaticane]]]]
Forse Paolo VI non instaurò con molti fedeli quel contatto diretto e caldo che Giovanni XXIII aveva avuto e che caratterizzò almeno in parte gli anni del suo pontificato, ma egli fu di carattere profondamente diverso, maggiormente riflessivo e riservato.
 
In realtà, papa Montini aveva forse mutuato dai suoi studi diplomatici un'inclinazione, se non un'attitudine, alla mediazione, all'attesa della fisiologica sedimentazione delle emergenze; sembrò a volte un valente temporeggiatore, secondo una antica tradizione curiale. La sua figura apparve alle opposte fazioni politiche comunque viziata da una sorta di timore della conflittualità e racchiusa in un'altera rarefazione di contatto che impediva lo scontro frontale, per molti inevitabile, con le opposizioni. Opposizioni che, su fronti distinti, presentavano riserve fra loro antagoniste, e nessuna di poco conto.
 
Da una parte vi erano gli ambienti dell'estremismo liberale, contrari alla dottrina piuttosto tradizionalista espressa relativamente al [[celibato ecclesiastico|celibato sacerdotale]], al controllo delle nascite e alla posizione intransigente sulla morale; dall'altra i tradizionalisti, di cui fu esponente di punta monsignor [[Marcel Lefebvre]], che rimproverava al Papa di voler tradire secoli di spiritualità cristiana affossando non solo la [[Messa tridentina]] ma l'intera Tradizione della Chiesa.
 
* Nel [[1963]] il Presidente degli Stati Uniti John Kennedy e il segretario generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite Thant;
* Nel [[1964]] il [[Patriarcato|patriarca]] [[Chiesa ortodossa|ortodosso]] di [[Costantinopoli]] Atenagora (storico incontro dopo quattordici secoli di incomunicabilità) e re Husayn di Giordania
* Nel [[1966]] [[Michael Ramsey]], [[arcivescovo di Canterbury]]
* Nel [[1967]] il presidente USA Lyndon Johnson e il presidente francese Charles de Gaulle
== Paolo VI nel ricordo dei suoi successori ==
 
Fino ada oggi, tutti i successori di Paolo VI furono da lui stesso elevati al rango cardinalizio: [[Albino Luciani]] ([[5 marzo]] [[1973]]), [[Karol Wojtyla]] ([[26 giugno]] [[1967]]), e [[Joseph Ratzinger]] ([[27 giugno]] [[1977]]).
 
[[File:pvi1.jpg|right|thumb|250px|Paolo VI mentre impone la berretta cardinalizia a Karol Wojtyla]]
Con queste parole hanno ricordato l'illustre predecessore:
 
{{quote|Giusto un mese fa, a Castelgandolfo, moriva Paolo VI, un grande Pontefice, che ha reso alla Chiesa, in 15 anni, servizi enormi. Gli effetti si vedono in parte già adesso, ma io credo che si vedranno specialmente nel futuro.| [[Giovanni Paolo I]], Udienza generale, [[6 settembre]] [[1978]]}}
 
{{quote|Tutta la vita di Paolo VI fu piena di una adorazione e venerazione verso l'infinito mistero di Dio. Proprio così vediamo la sua figura nella luce di tutto ciò che ha fatto ede insegnato; e la vediamo sempre meglio, a misura che il tempo ci allontana dalla sua vita terrestre e dal suo ministero.| [[Giovanni Paolo II]], ''Angelus'' [[3 agosto]] [[1980]]}}
 
{{quote|Tutta la vita di questo "servo dei servi di Dio" fu un pellegrinaggio, un'aspirazione, nella fede, a ciò che è infinito e invisibile: a Dio, che è invisibile e che si è rivelato a noi in Gesù Cristo, suo Figlio. Fu un'aspirazione alla eternità. Paolo VI seguì la chiamata di Cristo; camminò per la via della fede indicatagli da lui e su questa via guidò gli altri [...]. In questa aspirazione spirituale vigilò con la vigilanza di un servo fedele. Tutta la sua vita ha dato testimonianza di questa aspirazione e di questa vigilanza.| [[Giovanni Paolo II]], ''Angelus'', [[10 agosto]] [[1980]]}}
 
[[File:p6 ratzinger.jpg|right|thumb|250px|Paolo VI mentre consegna l'anello cardinalizio a Joseph Ratzinger]]
 
{{quote|Ora, cari amici, vi invito a fare insieme con me memoria devota e filiale del Servo di Dio, il papa Paolo VI, di cui, fra tre giorni, commemoreremo il XXX anniversario della morte. Era infatti la sera del [[6 agosto]] [[1978]] quando egli rese lo spirito a Dio; la sera della festa della Trasfigurazione di Gesù, mistero di luce divina che sempre esercitò un fascino singolare sul suo animo.
 
Quale supremo Pastore della Chiesa, Paolo VI guidò il popolo di Dio alla contemplazione del volto di Cristo, Redentore dell'uomo e Signore della storia. E proprio l'amorevole orientamento della mente e del cuore verso Cristo fu uno dei cardini del Concilio Vaticano II, un atteggiamento fondamentale che il venerato mio predecessore Giovanni Paolo II ereditò e rilanciò nel grande Giubileo del [[2000]].
 
Al centro di tutto, sempre Cristo: al centro delle Sacre Scritture e della Tradizione, nel cuore della Chiesa, del mondo e dell'intero universo. La Divina Provvidenza chiamò Giovanni Battista Montini dalla Cattedra di Milano a quella di Roma nel momento più delicato del Concilio - quando l'intuizione del beato Giovanni XXIII rischiava di non prendere forma.
 
Come non ringraziare il Signore per la sua feconda e coraggiosa azione pastorale? Man mano che il nostro sguardo sul passato si fa più largo e consapevole, appare sempre più grande, direi quasi sovrumano, il merito di Paolo VI nel presiedere l'Assise conciliare, nel condurla felicemente a termine e nel governare la movimentata fase del post-Concilio.
 
Potremmo veramente dire, con l'apostolo Paolo, che la grazia di Dio in lui "non è stata vana" (cfr 1 Cor 15,10): ha valorizzato le sue spiccate doti di intelligenza e il suo amore appassionato alla Chiesa ede all'uomo. Mentre rendiamo grazie a Dio per il dono di questo grande Papa, ci impegniamo a far tesoro dei suoi insegnamenti.|[[Benedetto XVI]], ''Angelus'', [[3 agosto]] [[2008]], in occasione del trentennale delle scomparsa di Papa Montini}}
 
== Culto ==
Il [[19 ottobre]] [[2014]] è stato beatificato da [[papa Francesco]], che ha stabilito il [[26 settembre]] quale sua festa liturgica.
 
[[Papa Francesco]], il [[6 marzo]]  [[2018]], riconobbe il secondo miracolo avvenuto per intercessione del beato Paolo VI e durante il concistoro ordinario pubblico del [[19 maggio]]  [[2018]], fu comunicata la data della sua [[canonizzazione]]: il [[14 ottobre]]  [[2018]].
 
Nella stesso giorno furono canonizzati: [[Sant'Óscar Romero|Óscar Romero]], [[San Francesco Spinelli|Francesco Spinelli]], [[San Vincenzo Romano|Vincenzo Romano]], [[Beata Maria Caterina Kasper|Maria Caterina Kasper]] e [[Beata Nazaria Ignazia di Santa Teresa di Gesù|Nazaria Ignazia di Santa Teresa di Gesù]].
{{quote|I popoli della fame interpellano oggi in maniera drammatica i popoli dell'opulenza. La Chiesa trasale davanti a questo grido di angoscia.|Paolo VI, Enciclica [[Populorum Progressio]], § 37}}
 
In alcuni ambienti tradizionalisti questo documento venne tacciato di essere vicino ada una dottrina sociale troppo clemente verso la sinistra e il suo pensiero. All'indomani di quest'[[enciclica]], il quotidiano del Movimento Sociale Italiano, il Secolo d'Italia, titolò in tono polemico: "Avanti Populorum!".
 
In pratica, si ripeté la critica avanzata a Giovanni XXIII con l'enciclica [[Pacem in terris]], (ribattezzata sempre negli stessi ambienti "Falcem in terris"). Le due encicliche vennero studiate dai due Pontefici con gli stessi collaboratori.
 
Fra le altre ricordiamo:
* la lettera apostolica ''Octogesima adveniensis'' ([[14 maggio]] [[1971]]) per l'80°º dell'enciclica di [[Leone XIII]] ''[[Rerum Novarum]]'';
* le esortazioni apostoliche ''Marialis cultus'' ([[2 febbraio]]) [[1974]]) sul culto alla Madonna; ''Gaudete in Domino'' ([[9 maggio]], [[1975]]), sul tema della gioia cristiana, ed ''Evangelii nuntiandi'' ([[8 dicembre]] [[1975]]), che tratta la questione della corretta concezione di liberazione e salvezza.
 
== L<nowiki />'''Istituto Paolo VI'' di Brescia ==
|collegamento_onorificenza=Ordine al Merito della Repubblica Italiana
|motivazione=
|luogo = [[12 gennaio]] [[1953]]<ref>[http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=32034 Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.]</ref>
}}
{{Onorificenze
|immagine=Medaglia d'argento al merito CRI BAR.svg
|nome_onorificenza=Medaglia d'argento al merito della Croce Rossa Italiana
|collegamento_onorificenza=Medaglie, decorazioni ede ordini cavallereschi italiani
|motivazione=Per l'opera di soccorso svolta durante la seconda guerra mondiale
|luogo=
|collegamento_onorificenza=Ordine di Carlo III
|motivazione=
|luogo = [[1954]]
}}
=== Onorificenze accademiche ===
|tipologia=incarico governativo
|carica=[[Cardinale Segretario di Stato|Sostituto per gli affari generali]]
|periodo = [[16 dicembre]] [[1937]] - [[29 novembre]] [[1952]]
|precedente=[[Domenico Tardini]]
|successivo=[[Angelo Dell'Acqua]]
|tipologia=incarico governativo
|carica=[[Cardinale Segretario di Stato|prosegretario per gli affari ordinari della Chiesa]]
|periodo = [[29 novembre]] [[1952]] - [[1º novembre]] [[1954]]
|precedente=[[-]]
|successivo=[[-]]
|successivo=[[Giovanni Colombo]]
|carica={{Carica|Arcivescovo|di|Milano}}
|periodo = [[1º novembre]] [[1954]] - [[21 giugno]] [[1963]]
|immagine=Arcbishoppallium.png
}}
|successivo=[[Giovanni Colombo]]
|carica={{Carica|Cardinale presbitero|dei|Santi Silvestro e Martino ai Monti}}
|periodo = [[18 dicembre]] [[1958]] - [[21 giugno]] [[1963]]|immagine=kardinalcoa.png
}}
{{Box successione
|successivo= [[Gustavo Testa]]
|carica={{Carica|Prefetto|della|Congregazione per le Chiese Orientali}}
|periodo = [[1963]]-[[1967]]
|immagine=Coat of arms of the Vatican City.svg
}}
|successivo= [[Carlo Confalonieri]]
|carica={{Carica|Prefetto|della|Congregazione per i Vescovi}}
|periodo = [[1963]]-[[1967]]
|immagine=Coat of arms of the Vatican City.svg
}}
{|align=center
|<gallery widths="210px" heights="210px">
Immagine:PapaPaoloVI PrimaMessaItaliano 7marzo19657ªrzo1965.jpg| <center>Paolo VI celebra per la prima volta la [[Messa]] in italiano ([[7 marzo]] [[1965]])</center>
Immagine:pvi via.jpg|<center>Via dedicata a Papa Paolo VI adiacente il Colonnato di San Pietro </center>
Immagine:img095.jpg|<center>'Statua di papa Paolo VI''; [[Roma]], Museo delle Cere</center>
* D. Tettamanzi, ''Vi parlo di Montini'', Ed. Centro Ambrosiano, Milano 2003
* Paolo VI, ''Nell'intimità di Paolo VI: Pensiero alla morte-Testamento-Meditazioni'', Ed. Morcelliana, Brescia 2000
* G. Adornato, ''Giovanni Battista Montini - religione e lavoro nella Milano degli anni ‘50'50'', Ed. Morcelliana, Brescia 1988
* AA.VV, ''1897 - 1997: Centenario della nascita di Giovanni Battista Montini'', Supplemento di "Avvenire", [[26 settembre]] [[1997]]
* E. Cutolo, ''Paolo VI e la sua prima Enciclica'', Ed. Luce Serafica, Napoli 1964
* A. Acerbi, ''Il pontificato di Paolo VI'', in ''Il grande libro dei Papi'', Vol. II, a cura di M. Greshat e E. Guerriero, Ed. San Paolo, Milano 2000
* E. Giammancheri, ''Alla scuola di Paolo VI'', Ed. La Scuola, Brescia 2003
* L. Sapienza, ''Paolo VI e l'eucaristia'', Libreria Editrice Vaticana, SCV 2004
* P. Mahieu, ''Paolo VI, maestro spirituale'', Libreria Editrice Vaticana, SCV 2004
* ''I viaggi apostolici di Paolo VI. Colloquio internazionale di studio (Brescia, 21-[[23 settembre]] [[2001]])'', Edizioni Studium, Roma 2004
* D. Tettamanzi, ''Un' enciclica profetica : la Humanae vitae vent'anni dopo'', Ed. Ancora, Milano 1988
* K. Rahner, ''Riflessioni sull'enciclica Humanae vitae'', Ed. Paoline, Roma 1968
* D. Tettamanzi, ''Humanae vitae : commento all'Enciclica sulla regolazione delle nascite'', Ed. Ancora, Milano 1968
* ''Humanae vitae : testo e note teologico-pastorali'', a cura di D. Mongillo, E. Chiavacci, [[Tullo Goffi]], F. Bockle, Ed. Queriniana, Brescia 1969
* A. Riccardi, Il «partito romano». Politica italiana, Chiesa cattolica e Curia romana da Pio XII a Paolo VI, Ed. Morcelliana, Brescia 2007
* Paolo VI, ''Invito alla gioia'', Ed. Centro Ambrosiano, Milano 2007
* Paolo VI, ''Nel cono di luce del Concilio. Discorsi e documenti (1965-1978)''Istituto Paolo VI, Edizioni Studium, Roma 2006
* ''Il magistero di Paolo VI e di Giovanni Paolo II. Università Jagellonica (Cracovia, [[9 novembre]] [[2004]])'', Edizioni Studium, Roma 2005
* A. Del Noce, ''Pensiero della Chiesa e filosofia contemporanea. Leone XIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II'', Edizioni Studium, Roma 2005
* AA. VV. ''Paolo VI e Brescia'', La Scuola, Brescia 1971
* [[Papa]]
* [[Diocesi di Milano]]
* [[Conclave del 1963]]
* [[Conclave dell'[[agosto]] 1978]]
* [[Collezione Paolo VI - Arte contemporanea di Concesio]]
* [[Collezione d'Arte Religiosa Moderna (Musei Vaticani)]]

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