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In quest'ottica si tenta di far assumere alla nozione di ''mistero'' una dimensione più laica dove possano convivere la religione e il materialismo e dove la ''quaestio'' del recidere la religione viene sostituita dalla ''quaestio'' del valutare la religione senza giungere ad alcuna soluzione<ref>Cfr articoli di Carlo Jovine su Il Conciliatore, Massimo Nardi su L'Attualità e Lidia Lombardi su Il Tempo.</ref> e, in tal modo, la nozione di mistero viene risolta nel credere o nel non credere o nel perdurare del mistero:
* con la conseguenza epistemologica che si fa assumere al mistero una pari dignità con il credere e il non credere senza specificare lo statuto ontologico del mistero stesso che, in quest'ottica, ha da una parte pari grado con le due istanze citate e dall'altra parte nel frattempo le contiene, e
* con la conseguenza pratica che tale equiparazione, stando ai suoi sostenitori,<ref>Cfr fra tutti Antonio Saccà, Il padre di Dio, Bietti Media. È interessante anche Joshua Cooper Ramo, Il
== Accezione misteriosofica ==
** sul modello di {{Pb|Es|31,2}} e {{Pb|Nm|1,17}}, Ciro viene designato per una missione e
** sul modello di {{Pb|Is|43,1}}, [[Dio]] manterrà con Ciro una relazione privilegiata, e
* riceve da [[Dio]] addiritura il titolo allora riservato al re d'Israele, ''l'unto di [[YHWH|Jahve]]'' in ebraico ''[[messia|משיח]]'', come attesta l'incipit di {{Pb|Is|45,4c}}.<ref>L'oracolo biblico menzionato in voce è stranamente parallelo al cosidetto ''Cilindro di Ciro'', un testo sacerdotale babilonese scritto nel periodo della marcia vittoriosa di Ciro su Babilonia, intorno al [[
==== Il mistero che circonda [[Dio]] ====
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