San Benedetto Giuseppe Labre: differenze tra le versioni

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|età=S
|Epoca=1700
|Attività = eremitapellegrino
|Nazionalità = francese
|PostNazionalità =. La sua vita viene portata ad esempio di come nessuna condizione, nemmeno quella della povertà più gravosa, possa essere di ostacolo alla santità. È [[Venerazione|Venerato]] come [[santo]] dalla [[Chiesa cattolica]]
|aV=
|pV=
|gmB= 20 maggio
|aB=1860
|pB=Pio IX
|gmS= 8 dicembre
|aS=1881
|cS=
|pS=Leone XIII
|venerato da=[[Chiesa cattolica]]
|ricorrenza= 16 aprile
|martirologio=A [[Roma]], san Benedetto Giuseppe Labre, che, preso fin dall’adolescenzadall'adolescenza dal desiderio di un’aspraun'aspra vita di [[penitenza]], intraprese faticosi [[pellegrinaggio|pellegrinaggi]] a celebri [[santuario|santuari]], coperto soltanto di una povera e lacera veste, nutrendosi soltanto del cibo che riceveva in [[elemosina]] e dando ovunque esempio di [[pietà]] e [[penitenza]]; fece di Roma la meta ultima dei suoi viaggi, vivendo qui in estrema [[povertà]] e in [[preghiera]].
|martirologionumero=11
|altre ricorr=
Fece domanda per entrare in un monastero [[Ordine dei Cisterciensi della Stretta Osservanza|trappista]], ma non fu accolto. Provò con altri monasteri, ma fu sempre respinto. Fece un mese di prova in un [[Certosini|monastero certosino]] e poi fu giudicato non idoneo.
 
Riuscì ada entrare come novizio nella Trappa di Sept-Fons, ma dopo 8 mesi fu obbligato a lasciare il monastero.
 
Nel [[1770]], mentre si trovava a Chieri, capì che la sua reale vocazione era di essere ''vagabondo di Dio'', ossia di predicare il [[Vangelo]] con l'esempio di una umiltà e povertà estreme.
Dormiva per strada, viveva di offerte anche se non chiedeva l'elemosina, donava ad altri poveri tutto quello che considerava superfluo. Si vestiva in maniera semplice, sulle spalle portava un sacco in cui aveva qualcosa da mangiare e le uniche cose che possedeva: un Vangelo, un [[breviario]], il libro [[Imitazione di Cristo]], alcuni altri libri di devozione spirituale e il [[crocifisso]] che portava al collo.
 
Il [[3 dicembre]] [[1770]] arrivò per la prima volta a [[Roma]] dove si fermò stabilmente dal [[1777]], si stabilì sotto un’arcataun'arcata del [[Colosseo]]. In breve tempo la sua fama di uomo spirituale si diffuse nella città e i suoi consigli spirituali furono richiesti da nobili e [[Cardinale|cardinali]]. Un [[abate]] che gestiva un ospizio per vagabondi vicino alla [[chiesa di Santa Maria ai Monti]] lo convinse tempo dopo a stabilirsi lì.
 
I romani lo conoscevano come "il pellegrino della Madonna", o "il povero delle Quarantore", o "il penitente del Colosseo". Lo si poteva incontrare nelle [[chiesa (edificio)|chiese]] dove si svolgevano le [[quarantore]].
I suoi funerali videro la presenza di un'enorme folla di ogni stato sociale. Tanta fu l'affluenza di folla che si recò a visitare le sue spoglie nella chiesa di Santa Maria ai Monti, dove fu esposto il suo corpo, che non fu possibile la celebrazione degli uffici della [[Settimana Santa]]. Subito dopo i romani cominciarono a invocarne l'intercessione recandosi in pellegrinaggio presso la sua tomba.
 
La sua fama di [[Santo|santità]] si diffuse rapidamente in tutta Europa tanto che il processo di [[Beato|beatificazione]] iniziò un anno dopo la sua [[morte]] e anche i suoi genitori furono chiamati a testimoniare.
 
{{Sezione accessoria|Voci correlate}}
 
* [[Laico]]
* [[Eremita]]
 
{{Sezione accessoria|Collegamenti esterni}}

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