Autocoscienza di Gesù: differenze tra le versioni

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L'espressione '''autocoscienza di Gesù''' si riferisce alla [[coscienza]] che [[Gesù]] [[Cristo]] aveva di sé stesso, e in particolare alla sua autocoscienza di essere il [[Figlio di Dio]].
 
Fino alla metà del [[XIX secolo]] la questione aveva una risposta scontata: Gesù sapeva di essere [[Dio]]. Da quel momento in poi la risposta dei [[teologo|teologi]] e degli [[esegesi|esegesi]] è più sfumata, e si orienta verso il ''no'' nell'ambito [[protestantesimo|protestante]], mentre si orienta verso il ''si'' in ambito [[cattolicesimo|cattolico]].:
* è fondamentalmente un ''si'' in ambito [[cattolicesimo|cattolico]];
* si orienta verso il ''no'' in ambito [[protestantesimo|protestante]].
 
La questione va affrontata esaminando i dati del [[Nuovo Testamento]] e della [[Tradizione]] della [[Chiesa]].
 
== Nei Vangeli ==
 
Il [[Vangelo secondo Giovanni]] è stato scritto, a detta del suo stesso autore, "''perché crediate che [[Gesù]] è il [[Cristo]], il [[Figlio di Dio]]<ref>Se ci si chiede in che senso questo il [[Vangelo secondo Giovanni]] intende l'espressione ''[[Figlio di Dio]]'', gli esegeti sono d'accordo: si tratta del senso forte, [[trascendenza|trascendente]], della divinità di [[Gesù]] confessata da [[San Tommaso Apostolo|Tommaso]] in {{pb|Gv|20,28}}.</ref>, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome''" ({{passo biblico|Gv|20,31}}). A questo scopo l'[[evangelista]] presenta [[sette]] grandi [[segno|segni]] realizzati da [[Gesù]], segni che lo accreditano come [[Messia]] (''Cristo'') e come ''Figlio di Dio''.
 
I segni, in realtà, potrebbero, a rigor di termini, provare che Gesù è il Messia, poiché compiva i segni messianici (cfr. {{pb|Mt|11,4-5}}), ma non hanno in sé la capacità di provare che era ''Figlio di Dio'': molti dei [[miracolo|miracoli]] compiuti da Gesù furono compiuti da semplici mortali inviati da [[Dio]]. Ma quei segni testimoniano la verità dell'insegnamento di Gesù sulla sua divinità, secondo lo schema di ragionamento che Gesù stesso adotta quando [[guarigione|guarisce]] il [[paralitico]] calato dal [[tetto]]: "''Perché sappiate che il [[Figlio dell'Uomo]] ha il potere in terra di [[remissione dei peccati|rimettere]] i [[peccato|peccati]]: alzati, disse al paralitico, prendi il tuo lettuccio e va' a [[casa]] tua''" ({{pb|Mt|9,6}} e par.: {{pb|Mc|2,10-11}}; {{pb|Lc|5,24}}). Lo stesso modo di procedere si ritrova anche in ''Gv'': "''[[Fede|Credetemi]]: io sono nel [[Dio Padre|Padre]] e il Padre è in me; se non altro, credete per le opere stesse''" ({{pb|Gv|14,11}}).
 
I segni compiuti da Gesù attestano quindi la [[verità]] dell'insegnamento di Gesù<ref>A stretto rigor di [[logica]] essi non possono essere utilizzati per provare la verità dell'insegnamento di Paolo o di un [[dogma]] esplicitato in seguito dalla [[Chiesa]].</ref>, e all'interno di tale insegnamento vi sono affermazioni sulla sua identità di ''Figlio di Dio'':
 
{{quote biblico con libro|Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo colui che viene da Dio ha visto il Padre.|Gv|6,46}}
 
{{quote biblico con libro|Prima che [[Abramo]] fosse, [[io sono]].|Gv|8,58}}
 
{{quote biblico con libro|Io e il Padre siamo una cosa sola.|Gv|10,30}}
 
{{quote biblico con libro|Padre, [[gloria|glorificami]] davanti a te con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse.|Gv|17,5}}
 
Le "pretese" di Gesù sono in realtà percepite anche dai suoi uditori, che lo accusano di [[bestemmia]] "''perché tu, che sei [[uomo]], ti fai Dio''" ({{pb|Gv|10,33}}.
 
Il quarto Vangelo testimonia quindi che Gesù era cosciente di essere Dio, e i segni da lui compiuti ne danno testimonianza.
 
=== Approfondimento ===
 
Di fronte a queste affermazioni molti esegeti stabiliscono un confronto tra l'immagine dell'autocoscienza di Gesù che scaturisce dal Vangelo secondo Giovanni con quella che scaturisce dai [[sinottici]], arrivando alla conclusione che le due immagini sono incompatibili, e che bisogna privilegiare il materiale più antico (i sinottici), stabilendo perciò che l'autocoscienza divina di Gesù era molto più limitata di quanto appare nel quarto Vangelo.
 
Un tale modo di procedere è rigoroso solo in apparenza. La scelta tra le due immagini si dovrebbe effettuare soltanto se vi fosse una vera e propria contraddizione tra l'autocoscienza che risulta dai sinottici e quella che risulta in Giovanni. Ma in realtà non si trovano contraddizioni vere, ma solo un diverso modo di guardare allo stesso ''evento'' Gesù.
 
Un approccio più rigoroso consiste nel chiedersi il perché delle differenze tra le due immagini dell'autocoscienza di Gesù. Al riguardo si possono formulare [[tre]] ipotesi<ref>[[François Dreyfus]] ([[1986]]), p. 18.</ref>:
* Nel passaggio dai sinottici a Giovanni matura una scoperta progressiva della vera dimensione dello stesso personaggio storico, Gesù.
* Giovanni presenterebbe un'elaborazione teologica non riguardo a Gesù di [[Nazaret]], bensì riguardo al Cristo confessato dalla Chiesa del suo tempo, elaborazione che egli avrebbe rivestito della forma letteraria di un Vangelo.
* L'influenza di dottrine derivate da diversi ambienti religiosi contemporanei avrebbe deformato il Gesù della storia come era nella sua realtà.
 
A livello storico non si può escludere a priori nessuna di queste possibilità, ma la prima ipotesi è quella più solida<ref>''Ib.''</ref>. Le altre suppongono processi dei quali non vi è prova certa nella documentazione che lo storico ha a disposizione.
 
== Nei Padri della Chiesa ==
 
In generale si può dire che nei [[Padri della Chiesa]] non si trovano discussioni circa l'autocoscienza divina di Gesù. I ''Padri'', e anche i loro avversari, danno per scontato che Gesù abbia pronunziato realmente le parole che i Vangeli gli attribuiscono.
 
=== L'ignoranza di Cristo ===
 
Un aspetto però che può far luce sul pensiero dei ''Padri'' in merito al tema che si sta trattando è il problema dell'[[ignoranza di Cristo]], largamente dibattuto all'interno delle controversie [[arianesimo|ariane]] e [[nestorianesimo|nestoriane]]. Si tratta fondamentalmente del testo seguente:
 
{{quote biblico con libro|Quanto poi a quel [[giorno]] o a quell'[[ora]], nessuno li conosce, neanche gli [[angelo|angeli]] nel [[cielo]], e neppure il [[Figlio di Dio|Figlio]], ma solo il [[Dio Padre|Padre]].|Mc|13,32}}
 
Tale testo divenne un'[[arma]] nelle mani di chi non ammetteva che il [[Cristo]] fosse veramente [[omoousios|uguale]] al Padre (ariani), e di chi non riconosceva in Gesù la stessa seconda [[persona]] della Santissima [[Trinità]] (nestoriani). Prima però che questo testo divenisse oggetto di discussione nelle controversie [[cristologia|cristologiche]], era ammessa senza difficoltà l'ignoranza di Gesù ([[Ireneo di Lione|Ireneo]]<ref>''[[Adversus Haereses]]'', II,28,6-8.</ref>, [[Origene]]<ref>''In Matth.'', [[PG]] 13, col. 1686ss. Origene presenta un'altra opinione "più diffusa": "Il [[Cristo]] parla in nome della [[Chiesa]]".</ref>). Più tardi però la preoccupazione fondamentale non fu più il senso ovvio di questo testo, quanto il darne un'interpretazione che non attentasse alla divinità di Cristo.
 
 
== Note ==
 
<references />
 
== Bibliografia ==
* [[Cristologia]]
* [[Battesimo di Gesù]]
 
 
 
[[Categoria:Cristologia]]

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