Utente:Don Paolo Benvenuto/Arcidiocesi di Tiro

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L'arcidiocesi di Tiro (in latino: Archidiocesis Tyrensis) fu una delle quattro arcidiocesi della Chiesa cattolica facenti capo al patriarcato di Gerusalemme dei Latini, nel Regno crociato di Gerusalemme.

Storia della diocesi

La diocesi originale di Tiro fu una delle più antiche della Cristianità, era parte della provincia di Antiochia ed era suffraganea del Patriarca di Antiochia. Dopo il Grande Scisma tra Roma e Costantinopoli del 1054, la congregazione seguì il rito della Chiesa cristiana ortodossa ma, quando i crociati conquistarono Tiro, il dibattito su chi aveva il diritto di nominare i suffraganei si chiuse a favore della Chiesa cattolica ed il vescovo ortodosso fuggì a Costantinopoli, l'arcidiocesi greca rimase ma il suo titolare risiedette a Costantinopoli.

Nel 1122 Eudes fu nominato primo arcivescovo latino di Tiro, ma morì due anni dopo mentre i Crociati stavano ancora assediando la città, il suo successore, Guglielmo (William), era di origine inglese. Il più noto arcivescovo di Tiro fu lo storico Guglielmo di Tiro, che servì dal 1175 al 1185.

Tiro era parte del Regno di Gerusalemme, a differenza del più settentrionale Principato di Antiochia che ne era separato, e la nuova arcidiocesi, in violazione del diritto canonico antico, fu assoggettata al Patriarca latino di Gerusalemme, nacque così una controversia con il Patriarca latino di Antiochia che fu sottoposta al tribunale di Papa Innocenzo II, che decise in favore del Patriarca di Gerusalemme in virtù di un decreto con il quale il suo predecessore Pasquale II aveva concesso al re Baldovino il diritto di sottoporre a Gerusalemme tutte le sedi episcopali conquistate ai mussulmani. Di conseguenza, due lettere di Innocenzo II obbligarono l'Arcivescovo di Tiro a sottomettersi alla giurisdizione di Gerusalemme insieme con i suoi suffraganei.

Tradizionalmente il Patriarca di Gerusalemme doveva aver ricoperto la carica di arcivescovo di Tiro, o di Caesarea.

Durante la dominazione crociata la comunità cristiana di Tiro crebbe e la città conobbe un periodo di rinascita economica. Nel 1187 Tiro fu l'unica città che rimase in mano ai Crociati dopo l'invasione di Saladino e ad un certo punto, quando i Crociati non riuscirono a riconquistare Gerusalemme, fu considerata la nuova capitale del Regno. Anche quando San Giovanni d'Acri divenne la nuova capitale Tiro rimase il luogo dove veniva incoronato il re, e l'arcivescovo ebbe la responsabilità di officiare e santificare l'incoronazione.

A cominciare dal Sultano Baybars nel 1254, i leaders islamici dichiararono la jihad contro i Crociati e lentamente sterminarono le comunità cristiane sulla costa. Gli ultimi arcivescovi, Giovanni e Bonacourt, si dedicarono a prevenire la conquista da parte dei Mamelucchi, tentare di ottenere la libertà degli schiavi cristiani, curare i rifugiati e preparare la città al prossimo assalto.

Nel 1291 la città fu conquistata dai Mamelucchi dopo un lungo assedio, la popolazione era già stata in gran parte evacuata ma coloro che erano rimasti furono uccisi o resi schiavi mentre cattedrali e chiese furono abbattute.

L'arcivescovo, su ordine del Papa, lasciò la città l'8 ottobre 1294 e da allora quella di Tiro divenne una sede arcivescovile titolare.

Suffraganee

Suffraganei dell'arcidiocesi di Tiro erano i sei vescovi di Tripoli, Tortosa (o Antaradus), Biblo, Beyrut, Sidone, e Ptolemais[1].

Più tardi, quando le città di Tripoli, Tortosa, e Biblo passarono al Principe d'Antiochia, anche i loro vescovi si assoggettarono al Patriarca latino di Antiochia.

Cronotassi

Vescovi di Tiro

  • Cassio † (circa 190)
  • Marino † (circa 250)
  • Tirannio †
  • Paolino †
  • Ireneo † (? - 449)
  • Fozio †
  • Giovanni Codonato †
  • Tommaso †

Arcivescovi di Tiro

Arcivescovi titolari di Tiro

Note
  1. Il più noto vescovo di San Giovanni d'Acri fu il cronachista Jacques de Vitry.
  2. La sua elezione fu contestata ed egli non fu mai consacrato.
Voci correlate
Bibliografia
  • (LA) Michel Le Quien, Oriens christianus in quatuor patriarchatus digestus, in quo exhibentur Ecclesiae patriarchae caeterique praesules totius Orientis, 3 volumi, Imprimerie Royale, 1740, Parigi


Collegamenti esterni