Purgatorio: differenze tra le versioni

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Mentre in Occidentale la storia del concetto di Purgatorio si svolge praticamente senza rapporto con la [[filosofia]] antica e appare collegata solamente alla [[fede]] cristiana popolare sviluppatasi dal [[giudaismo]], in Clemente di Alessandria la situazione sarà completamente diversa, poiché egli formulò il suo pensiero all'interno della polemica con la [[gnosi]] [[Valentino|valentiniana]], e quindi in [[dialogo]] con la grande [[tradizione]] filosofica [[Grecia|greco]], in particolare con il [[platonismo]] e lo [[stoicismo]].
 
==== TertullianoOccidente ====
 
===== Tertulliano =====
 
[[Tertulliano]] è entrato nella storia della dottrina del purgatorio anzitutto con ''passio'' ("passione") di [[santa Perpetua]]. Si presume che l'opera sia stata almeno parzialmente redatta, o comunque ispirata da lui. Perpetua vede in sogno il proprio fratellino Dinocrate, morto immaturamente di [[cancro]]; lo vede sporco e pallido, con la piaga ulcerosa di cui era morto, [[sete|assetato]] da un gran calore, davanti a un bacino d'[[acqua]] che è collocato troppo in alto e dal quale non riesce a [[bevanda|bere]]. Perpetua, comprendendo il messaggio di quel sogno, offre [[giorno]] e [[notte]] le sue [[preghiera|preghiere]] per l'infelice fratellino e, poco dopo, le è concesso di vederlo in una seconda visione, questa volta pulito, lindo e ben [[vestito]], con la piaga cicatrizzata, mentre sta attingendo l'acqua comodamente e si sta divertendo nel gioco.
Il testo ha in [[Vangelo secondo Matteo|Matteo]] un significato [[etica|etico]], mentre in [[Vangelo secondo Luca|Luca]] è inserito in un contesto [[escatologia|escatologico]]<ref>[[Angelico Poppi]], ''Sinossi dei quattro Vangeli. Introduzione e commento'', [[EMP]], [[Padova]] [[1990]], p. 85.</ref>. Secondo Tertulliano, ormai rigorista, il testo significa che il tempo tra la [[morte]] e la [[resurrezione]] è il tempo della [[carcere|carcerazione]], in cui all'[[anima]] viene offerta l'occasione di "pagare l'ultimo spicciolo" e di liberarsi così per la resurrezione: il soggiorno nell'[[Ade]] riceve qui una nuova motivazione teologica, "che fa dell'<nowiki></nowiki>''interim'' un purgatorio per tutti necessario"<ref>[[Joseph Fischer]], ''Studien zum Todesgedanken in der alten Kirche'', I, München [[1954]], p. 258. L'applicazione di Tertulliano in riferimento al destino dell'uomo nell'al di là, risultava facilitata dal fatto che la parola greca φυλαχή era pure un termine corrente per indicare l'[[Ade]] ([[Ethelbert Stauffer]], ''Die Theologie des neuen testaments'', Stuttgard [[1948]], pp. 196, 296; [[Walter Bauer]], ''Griechisch-deutsches Wörterbuch'', [[Berlino]] [[1958]], col. 1716, sotto la voce φυλαχή, 3).</ref>.
 
===== Cipriano =====
 
[[San Cipriano]] (+ [[258]]), scrivendo in tempo di [[persecuzione]], affrancò il concetto di Tertulliano dal rigorismo e ne eliminò l'elemento [[paganesimo|pagano]]. Cipriano sosteneva che per i defunti nella fede, specie per i [[martire|martiri]], vi sarà una [[salvezza]] definitiva immediatamente dopo la morte, così come affermava l'esistenza di un inferno definitivo. Il suo problema [[pastorale]] fondamentale era costituito dai cristiani che nella persecuzione non avevano trovato il coraggio del martirio, e che avevano ceduto all'imposizione del [[culto]] di [[stato]], rinnegando pubblicamente il [[Cristo]], ma che tuttavia volevano rimanere cristiani e desideravano riconciliarsi con la [[Chiesa]]. Riferendosi anch'egli a {{pb|Mt|5,26}} pensa<ref>Ep 55,20; [[CSEL]] III 2, 638; Joseph Fischer, cit., p. 267s.</ref> a una possibile continuazione della [[penitenza ecclesiale]] nell'a1 di là; il che gli consente di concedere a questi deboli, contro la voce dei rigoristi, l'accoglienza nella [[comunità]] ecclesiale. Certo, così come sono non potranno entrare nella definitiva [[comunione]] col [[Cristo]], perché vi si oppone il loro rinnegamento; purtuttavia essi sono in grado di purificarsi. La penitenza ecclesiale, quale via della purificazione, non esiste soltanto nell'al di qua, ma anche nell'al di là.
La visione di Cipriano poté esercitare un influsso determinante sull'ulteriore cammino della Chiesa occidentale. La sua interpretazione della purificazione nell'altro mondo ha ormai plasmato il pensiero di fondo della dottrina occidentale del purgatorio.
 
==== Clemente AlessandrinoOriente ====
 
===== Clemente Alessandrino =====
 
Clemente interpreta il problema del Purgatorio, e in generale concepisce il significato di tutta l'esistenza cristiana, in base alla grande idea greca dell'"educazione" (παιδεία, ''paideia''), nella quale amalgama l'idea gnostica del [[fuoco]] del [[giudizio]] dopo la morte. In ciò si ricollega a {{pb|1Cor|3,10-15}}, dove legge il concetto del fuoco del giudizio.
In Clemente, ancor più che nella [[tradizione]] occidentale, questo concetto si fonda sul pensiero [[san Paolo|paolino]]-[[San Giovanni Apostolo|giovanneo]] ({{pb|Fil|1,21}}; {{pb|Gv|3,16-21}}), secondo il quale la vera linea di distinzione non corre tra la [[vita terrena]] e la non-[[vita]], bensì tra l'"essere con Cristo" e l'essere senza di lui o contro di lui. Nel [[Battesimo]] è avvenuto il passaggio decisivo, il quale, benché divenga definitivo con la [[morte]] terrena, può tuttavia continuare ad approfondirsi e purificarsi oltre la soglia della morte nell'attraversare il fuoco del giudizio della vicinanza del Cristo e nell'essere parte della comunità della Chiesa tutta.
 
===== Gli altri Padri orientali =====
 
La visione di Clemente venne ulteriormente sviluppata, con talune modificazioni, da [[Origene]], e si è conservata là dove ci si sentiva particolarmente vincolati al pensiero del grande alessandrino.
 
Il passo determinante in questa direzione è stato compiuto da [[Giovanni Crisostomo]] (+ [[407)]]. Dalle sue [[omelia|omelie]] su {{pb|1Cor|3,1-17}} egli bandisce il concetto della generale restaurazione (ἀπχατάστασις, ''apochatastasis''), che nel frattempo era stato connesso all'idea del fuoco purificatore.
 
===== La dottrina orientale attuale =====
 
Crisostomo fu il fondatore della dottrina tuttora insegnata nelle Chiese orientali, dove, dopo il fallimento dei tentativi determinati dagli [[scuola alessandrina|alessandrini]] di una sintesi tra il pensiero greco e quello [[Bibbia|biblico]] si è conservata tuttora una visione piuttosto arcaica riguardo al problema del Purgatorio: tutti dovranno passare per uno stadio intermedio tra la morte e la resurrezione; però l'[[Ade]] comprende "gradi differenziati di [[beatitudine]] e di miseria", a seconda dei vari gradi della [[giustificazione]] e santificazione raggiunti in terra.

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