Purgatorio: differenze tra le versioni

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===Nella letteratura cristiana===
====Dante Alighieri====
 
Nella letteratura cristiana fu certo [[Dante Alighieri]] a dare la visione più completa ed esauriente, in campo [[filosofia|filosofico]] e [[poesia|poetico]], del Purgatorio, che è appunto lo sfondo della seconda cantica della sua ''[[Divina Commedia]]''. Dante descrive così la struttura del Purgatorio: esso è un monte, costituito della materia che [[Diavolo|Lucifero]] ha innalzato nella sua caduta, scavando l'abisso dell'Inferno; inoltre, è circondato dal mare, e si troverebbe nell'emisfero antartico del mondo. Sulla cima del Monte Sacro si trova l'[[Eden]], cioè il [[Paradiso Terrestre]], dove vivono nella piena Grazia di Dio gli spiriti dei Santi e dei Beati. Il monte è formato da sette "gironi", ovvero sette sfere metafisiche ove vengono divise le anime secondo i loro peccati, e queste "cornici" sono precedute dall'Antipurgatorio, dove si trovano le anime di coloro che si pentirono solo in fin di vita, le anime dei negligenti e degli [[scomunica|scomunicati]], che devono scontare un determinato periodo prima di poter entrare nel Purgatorio vero e proprio. Dopo un rito di purificazione, alla fine del quale i peccati vengono perdonati, un [[angelo]] "portiere" apre, con le chiavi di [[San Pietro]], la porta del Purgatorio, e allora le anime si accingono a ripagare l'ingiustizia dei loro peccati; infatti, il [[perdono]] non esclude la riparazione al peccato, ma la precede solamente. I sette gironi rappresentano i sette peccati mortali, cioè, in ordine di gravità: [[superbia]], [[invidia]], [[ira]], [[accidia]], [[avarizia]] (e, insieme, [[prodigalità]]), [[gola (peccato)|gola]] e infine [[lussuria]]. Inoltre, ogni girone è custodito da un angelo che rappresenta la [[virtù]] opposta a ciascun peccato, che l'anima deve raggiungere se vuole ascendere ad un altro girone; vi sono dunque (in ordine) l'angelo dell'[[umiltà]], della [[carità]], della [[mansuetudine]], della [[sollecitudine]], della [[povertà]], della [[temperanza]] e della [[castità]], che sono infatti le sette virtù divine. Inoltre, in ciascun girone vi è una pena diversa per le anime, regolata (come anche nell'Inferno) dalla cosiddetta "legge del contrappasso", che impone una pena simmetrica od opposta al peccato commesso. Per questo, i superbi sono condannati a camminare reggendo sulle spalle degli enormi e pesantissimi massi, che li costringono a camminare col volto basso (mentre in vita si ergevano altezzosi), gli invidiosi hanno le palpebre cucite col fil di ferro (mentre in vita guardavano con malignità i beni altrui), gli iracondi sono immersi in un fumo nerissimo che li acceca (come in vita erano accecati dal "fumo" della propria rabbia), gli accidiosi sono costretti a correre perennemente, senza mai fermarsi (mentre in vita si rilassavano nell'ozio), gli avari hanno il volto costantemente e totalmente immerso nella terra (come in vita erano immersi nel denaro, che è un bene di terra), i golosi sono costretti a sopportare impietosamente la fame e la sete (mentre in vita abbondavano nel banchettare) e i lussuriosi sono sempre immersi in fiamme ardenti (come in vita erano immersi nelle "fiamme" della passione sessuale). Del meccanismo di purificazione fanno parte anche i numerosi ''exempla'', sia del vizio punito sia della virtù corrispondente, che sono presentati agli espianti, e che Dante descrive con grande perizia tecnica sulla scorta delle maggiori opere teologiche del suo tempo. Quando un'anima ha scontato tutti i peccati di cui era schiava, nel Purgatorio si verifica un terremoto, che è il segnale che tale anima può finalmente elevarsi a Dio, ed entrare in Paradiso purificata. Tuttavia, un'anima, per entrare nell'Eden, deve prima immergersi in due fiumi sacri: il primo è il Lete, le cui acque (già secondo la [[mitologia]] greco-romana) lavano il peccatore dalle memorie di tutti i peccati commessi, mentre il secondo è l'Eunoè (di invenzione dantesca), le cui acque invece fanno tornare alla memoria dell'anima tutto il bene compiuto in vita. Dopodiché, l'anima accede davvero al Paradiso, cioè alla beatitudine eterna.
 
 
Cioè, si sta già purgando poiché s'è pentito prima di morire, mentre era ancora in vita. Il Purgatorio, quindi, è dimensione invisibile nell'uomo, oltre che luogo metafisico delle anime dei defunti, ed è sempre accessibile ai penitenti. Da notare, infine, che nel Purgatorio Dante descrive la successione del giorno e della notte, al contrario dell'Inferno e del Paradiso, dove vi è, rispettivamente, eterna tenebra ed eterna luce; infatti, il Purgatorio è l'unico regno metafisico temporale, in quanto sparirà quando l'ultimo uomo ne sarà uscito (dopo il [[Giudizio Universale]]); per questo, è il regno più simile al mondo fisico (cioè la Terra).
 
====[[Santa Caterina Fieschi Adorno da Genova]]====
La santa e mistica genovese scrisse il ''Trattato del Purgatorio'', dove con parole semplici cercò di spiegare in ventiquattro capitoli questa complessa verità di fede. Alcuni Titoli:
* Capitolo II - Gioia delle Anime del Purgatorio e loro crescente visione di Dio. L'esempio della ruggine. purganti al volere di Dio;
* Capitolo VII. - Con quale violenza d'amore le Anime del Purgatorio bramano di godere Iddio. L'esempio del pane e dell'affamato;
* Capitolo XII. - Come Dio purifica le Anime. L'esempio dell'oro nel crogiuolo.<ref>[http://www.paginecattoliche.it/modules.php?name=News&file=print&sid=225 ''Trattato del Purgatorio''] su PagineCattoliche.it</ref>
 
 
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