Penitenza: differenze tra le versioni

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Attraverso i [[profeta|profeti]] YHWH invita continuamente alla sincerità della penitenza. Quando ciò non si realizza, il Signore si lamenta con il suo popolo ({{pb|Is|58,4}}). L'invito è a stracciarsi il [[cuore]] e non le vesti ({{pb|Gl|2,13}}<ref>Cfr. {{pb|Is|58,5-6}}; {{pb|Am|5}} ''passim''; {{pb|Is|1,13-20}}; {{pb|Ger|14,12}}; {{pb|Zc|7,4-14}}; {{pb|Tb|12,8}}; {{pb|Sal|50,18-19}}; ecc.</ref>).
 
Nell'Antico Testamento è forte l'aspetto [[società|sociale]] della penitenza: le [[liturgia|liturgie]] penitenziali dell'Antica [[Alleanza]] sono una presa di [[coscienza]] collettiva del peccato, ma costituiscono anche la condizione di appartenenza al [[Popolo di Dio]] ({{pb|Lv|23,29}}). La [[città]] di [[Ninive]], a cui è diretta la [[predicazione]] di [[Giona]], credono a [[Dio]] e praticano la penitenza ({{pb|Gio|3,5-9}}).
 
La penitenza è presentata come mezzo e [[segno]] di [[perfezione]] e di [[santità]]: [[Giuditta]] ({{pb|Gdt|8,6}}), [[Daniele]] ({{pb|Dn|10,3}}), la profetessa [[Anna (profetessa)|Anna]] e tante altre anime elette, "servirono Dio notte e giorno con digiuni e orazioni" ({{pb|Lc|2,37}}; {{pb|Sir|31,12.17-19;37,32-34}}), nella [[gioia]] e nell'allegria ({{pb|Zc|8,19}}; cfr. {{pb|Mt|6,17}}).

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