Purgatorio: differenze tra le versioni

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Tertulliano compie poi nello scritto [[montanismo|montanistico]] ''De anima'' il passo verso un vero e proprio ''purgatorium'', anche se non c'è ancora coincidenza con la concezione dei Concili medievali. Tertulliano si basa su {{Mt|5,26}} (e il parallelo di {{pb|Lc|12,57-59}}), ove Gesù invita l'uomo a [[riconciliazione|riconciliarsi]] con il proprio avversario mentre si sta avviando verso il giudice, per non essere "gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino a1l'ultimo spicciolo!".
 
Il testo ha in [[Vangelo secondo Matteo|Matteo]] un significato [[etica|etico]], mentre in [[Vangelo secondo Luca|Luca]] è inserito in un contesto [[escatologia|escatologico]]<ref>[[Angelico {{Poppi]], ''Sinossi dei quattro Vangeli. Introduzione e commento'', [[EMP]], [[Padova]] [[1990]]}}, p. 85.</ref>. Secondo Tertulliano, ormai rigorista, il testo significa che il tempo tra la [[morte]] e la [[resurrezione]] è il tempo della [[carcere|carcerazione]], in cui all'[[anima]] viene offerta l'occasione di "pagare l'ultimo spicciolo" e di liberarsi così per la resurrezione: il soggiorno nell'[[Ade]] riceve qui una nuova motivazione teologica, "che fa dell'<nowiki></nowiki>''interim'' un purgatorio per tutti necessario"<ref>[[Joseph Fischer]], ''Studien zum Todesgedanken in der alten Kirche'', I, München [[1954]], p. 258. L'applicazione di Tertulliano in riferimento al destino dell'uomo nell'al di là, risultava facilitata dal fatto che la parola greca φυλαχή era pure un termine corrente per indicare l'[[Ade]] ([[Ethelbert Stauffer]], ''Die Theologie des neuen testaments'', Stuttgard [[1948]], pp. 196, 296; [[Walter Bauer]], ''Griechisch-deutsches Wörterbuch'', [[Berlino]] [[1958]], col. 1716, sotto la voce φυλαχή, 3).</ref>.
 
===== Cipriano =====

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