Trinità: differenze tra le versioni

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Nell'[[Antico Testamento]] il [[mistero]] della ''Trinità'' è soltanto prefigurato e non ancora [[rivelazione|rivelato]] apertamente, forse per non dare al [[popolo ebraico]], circondato da [[idolatria|idolatri]], occasione di cadere nel [[politeismo]]<ref>{{autore|[[Pietro Parente]]}} ([[1954]]) 529.</ref>.
 
Tutto l'[[Antico Testamento]] è convinto della vitalità e della [[pienezza]] della [[vita]] di [[Dio]]. Perciò esso parla già dello [[spirito di Dio]] per indicare l'interiorità divina e la sua manifestazione quale dono per gli uomini (cfr. {{pb|Ez|36,27}}).<ref name="Breuning722">{{autore|Wilhelm Breuning}} ([[1990]]) 722.</ref>.
 
La luce della [[rivelazione]] del [[Nuovo Testamento]] aiuta a intravedere nell'Antico tracce di una distinzione di termini in [[Dio]], specialmente nei [[Libri Sapienziali]]:
* nell'immagine dello [[Spirito di Dio]] (cfr. {{pb|Gen|1,1-2}}; {{pb|Is|11,2}}; {{pb|Gl|3,1}}), annuncio della persona dello [[Spirito Santo]].
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== Nuovo Testamento ==
 
La rive-
lazione vera e propria della T. è lo specifico del NT, il quale annuncia che ‘il
Verbo’ si fa ‘carne’ in Gesù di Nazaret (G0 1,14) e che questi, in qualità di
Signore risorto e glorificato, invia lo Spirito. Tuttavia
il NT non sviluppa alcuna
dottrina della T. e intende piuttosto dire che noi veniamo inseriti nella vita di
Dio attraverso la vita, l’opera, la morte e la risurrezione del Signore, nonché
attraverso lo Spirito da lui inviato. In questo contesto esso mette in chiaro
l’unità e la contemporanea distinzione fra Gesù e il Padre suo (p.e. G0 10,30;
14,9). Gesù non è il Padre, ma ha ricevuto completamente se stesso, ivi inclusa
la propria figliolanza, da lui. Diventa chiaro che tale rapporto rispecchia la vita
intradivina (—> Preesistenza di Gesù Cristo). Mediante la sua glorificazione
pasquale pure i suoi sono inseriti in tale relazione; ciò avviene tramite lo Spirito
Santo quale portatore misterioso dell’amore tra Padre e Figlio giunto al suo
compimento (G22 737-59; 14,1——16,1S; in maniera concentrata anche in Paolo,
Rom; I, 2 C01‘; Gal). Eloquente è la menzione del Padre, Figlio e Spirito nella
formula battesimale di Ml 28,19.
 
== Padri della Chiesa ==
 
Le professioni di fede battesimali trinitarie sono anche il primo fonda-
mento dogmatico della trasmissione della fede trinitaria; il loro contenuto è fatto proprio dal culto eucaristico, così come esso è conservato nella dossologia della
prece eucaristica. Su questo fondamento la teologia elabora concettualmente e
terminologicamente, attraverso un lungo lavorio, il contenuto di tale fede. Per
prima cosa precisa che Dio è un unico processo vitale; ciò che diciamo Dio
può essere solo un’unica qualità, che Viene indicata coi nomi di essenza, natw
m, sostanza. Ma, secondo la rivelazione biblica, l’essenza più intima di Dio è
un intreccio fatto di dare, ricevere e essere una cosa sola, che va qualificato
come evento dell’amore divino. Nel sec. IV diventa chiaro che Dio non può essere
concepito come autorealizzazione assoluta, perché il fatto di essere origine non
originata gli è essenziale quanto il ricevere riferito a un dare. La relazione cosi
data viene indicata col concetto e col termine di persona. In maniera più pre-
cisa essa fu così spiegata: il Padre privo di origine genera il Figlio e spira attra-
verso di lui lo Spirito; Dio come Figlio riceve se stesso e la spirazione dello
Spirito dal Padre; Dio come Spirito procede dal Padre e dal Figlio per sfociare
di nuovo nell’unità esistente tra Padre e Figlio ed essere così contemporanea-
mente il luogo a partire dal quale Dio è aperto in se stesso alla comunione
con le creature, che egli ha chiamato per libero amore all’esistenza. A ciò si
 
a accompagnò un’altra chiarificazione concettuale, effettuata nel corso della pole-
 
mica con le eresie trinitarie. Nella teologia della chiesa antica essa è proposta
come distinzione e correlazione fra ‘teologia’ (= l’essere trinitario di Dio in se
stesso) e ‘economia’ (= la comunicazione della vita intratrinitaria alle creature).
Nella teologia odierna si parladella T. ‘immanente’ e della T. ‘economica’. K.
Rahner ha stabilito il principio che la T. immanente è la T. economica e vice-
versa (Saggi teol. 618). Motivo guida di questo lavorio teologico è il mistero di
Cristo. Il dono assoluto del Figlio in croce (Rom 8,32) permetteva solo questa
conclusione: Dio ha donato se stesso nel proprio Figlio; lo Spirito ci introduce
effettivamente nella comunione più intima con Dio (cfr. 1 C07" 2,20).
 
== Magistero ==
 
Nel corso della storia del dogma i risultati più importanti li incontriamo
nelle professioni di fede cristiane antiche (DS 125 150): il Figlio è della stessa
sostanza (bomozîsios) del Padre; lo Spirito è adorato col Padre e col Figlio. La
terminologia «una sola essenza in tre persone» elaborata nel sec. IV la incon-
triamo in documenti magisteriali successivi (p.e. DS 421).
 
== Aspetti ecumenici ==
 
== Nel Nuovo Testamento ==
 
La [[rivelazione]] vera e propria della Trinità è lo specifico del [[Nuovo Testamento]], il quale annuncia che "il [[Verbo]]" si fa "[[carne]]" in [[Gesù]] di [[Nazaret]] ({{pb|Gv|1,14}}) e che questi, in qualità di [[Signore]] [[risurrezione di Gesù|risorto]] e [[gloriaglorificato]], invia lo [[Spirito Santo]].
 
Tuttavia nel Nuovo Testamento non trova lo sviluppo di una dottrina [[teologia|teologica]] della Trinità<ref name="Breuning722" />: esso insegna piuttosto che i [[discepolo|discepoli]] di Gesù vengono inseriti nella vita di [[Dio]] attraverso la vita, l'opera, la [[morte di Gesù|morte]] e la [[risurrezione del Signore]], nonché attraverso lo Spirito da lui inviato.
 
=== Gesù e il Padre ===
 
Il Nuovo Testamento mette in chiaro l'unità e la contemporanea distinzione fra Gesù e suo Padre ({{pb|Gv|10,30; 14,9}}): Gesù non è il Padre, ma ha ricevuto completamente se stesso, ivi inclusa la propria figliolanza, da lui. Tale rapporto rispecchia la vita intradivina.
 
Centro e motore propulsore dell'[[annuncio]] di [[Gesù]] e della sua prassi è il suo rapporto con [[Dio]] come [[Dio Padre|Padre]]<ref name="Coda90">{{autore|[[Piero Coda]]}} ([[1993]]), p. 90.</ref>, con il quale vive un'intimità di autocomunicazione piena e permanente. Il ''[[loghion]]'' di {{pb|Mt|11,25-27}}, che "risale certamente nella sua sostanza al Gesù pre-[[Pasqua|pasquale]]"<ref name="Coda90" />, fa vedere che il cuore dell'esperienza di Gesù è il suo rapporto col Padre.
Nella sua [[trasfigurazione di Gesù|trasfigurazione]] ({{pb|Mt 17,1-9}}; {{pb|Mc|9,2-10}}; {{pb|Lc|9,28-36}}), Gesù cambia d'aspetto mentre [[preghiera|prega]], ed è trasfigurato in [[gloria]]; nell'orientamento verso la sua [[passione di Gesù|passione]] (cfr. l'<nowiki/>''[[esodo (evento)|esodo]]'' di cui parla con [[Mosè]] ed [[Elia]] in {{pb|Lc|9,31}}), una [[voce di Dio|voce]], dalla [[nube]], proclama la [[figlio di Dio|figliolanza]] di Gesù.
 
Mediante la glorificazione [[Pasqua|pasquale]] di Gesù i suoi discepoli sono inseriti nella [[relazione]] tra Gesù e il Padre attraverso il [[dono]] dello Spirito Santo, che è annunciato come portatore misterioso dell'[[amore]] tra Padre e Figlio giunto al suo [[compimento]] ({{pb|Gv|7,37-39; 14,1-16,15}}).
=== Gli abbozzi di una teologia trinitaria ===
 
=== La rivelazione della Persona dello Spirito ===
{{vedi anche|Spirito Santo (Nuovo Testamento)}}
 
La Persona dello [[Spirito Santo]] è meno definita di quella di [[Gesù]], ma non mancano testi che ne asseriscono la condizione divina: {{pb|Rm|8,11}}; {{pb|1Cor|3,16}} (cfr. {{pb|Ef|6,19}}).
 
In {{pb|Tt|3,5}} si dice che lo Spirito è mandato a noi dal Padre per mezzo del Figlio. La mutua relazione delle tre Persone divine è espressa in {{pb|Gal|4,4-6}}.
 
=== Le formule trinitarie ===
 
Alcuni passi del Nuovo Testamento menzionano in maniera esplicita e in successione le [[tre]] persone divine:
* il comando di [[Gesù]] di [[battesimo|battezzare]] tutte le nazioni "nel [[nome di Dio|nome]] del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo" ({{pb|Mt|28,19}}), nella quale la presenza della congiunzione "e" fra le tre Persone dà risalto alla loro uguaglianza pur nella loro distinzione reale;
* il riferimento [[San Paolo|paolino]] alle tre persone come fondamento della diversità dei [[ministero|ministeri]] nella [[Chiesa]], pur nell'unità di [[Dio]] ({{pb|1Cor|12,4-6}});
* la formula di saluto trinitaria che si trova al termine della [[seconda lettera ai Corinzi]] ({{passo biblico|2Cor|13,13}}).
 
== OrigineLa chiarificazione della dottrina trinitaria ==
 
Le [[professione di fede|professioni di fede]] [[Battesimo|battesimali]]<ref>''[[DS]]'' 1-76 riporta tutte le [[professione di fede|professioni di fede]] antiche.</ref> hanno fin dall'inizio struttura trinitaria.
Questa dottrina, presente implicitamente in diversi punti della Bibbia, si è sviluppata e definita nell'ambito del cristianesimo antico. Nel [[primo concilio di Nicea]] nel [[325]] d.C. venne affermato come primo articolo di fede l'unicità di Dio e la divinità del [[Logos]], a seguito della controversia suscitata da [[Ario]], che negava quest'ultima.
 
Su questo fondamento la teologia elabora concettualmente e terminologicamente, attraverso un lungo lavorio, il contenuto di tale fede.
Venne elaborato il [[simbolo niceno]], che pur senza usare il termine trinità descrive tale dottrina è che condiviso da [[Cattolico|cattolici]], [[Ortodosso|ortodossi]] e dalla maggior parte delle confessioni [[Protestante|protestanti]]. Queste chiese ritengono che la dottrina della unicità e trinità di Dio sia un'esplicitazione dei dati teologici presenti nella Bibbia e nei primi [[Padre della chiesa|Padri della Chiesa]].
 
Per prima cosa viene precisato che Dio è un unico processo vitale; ciò che diciamo Dio può essere solo un'unica qualità, che viene indicata coi nomi di "essenza", "natura", "sostanza". Ma, secondo la rivelazione biblica, l’essenza più intima di Dio è un intreccio fatto di dare, ricevere e essere una cosa sola, che va qualificato come evento dell'[[amore]] divino.
Alcuni teologi identificano le tre Persone come "modi di essere" ([[modalismo]]) o modi di sussistenza ([[Rhaner]]) ma, nel concetto esatto della dottrina, la Trinità non deve condurre a creare confusione fra "[[monoteismo]]" e "[[triteismo]]": non si crede nell'esistenza di tre dèi distinti e separati, ma di un solo Dio in tre Persone che condividono la stessa natura o sostanza.
 
Nel IV secolo diventa chiaro che Dio non può essere concepito come autorealizzazione assoluta, perché il fatto di essere origine non originata gli è essenziale quanto il ricevere riferito a un dare. La relazione cosi data viene indicata col concetto e col termine di "[[Persona]]". In maniera più precisa essa fu così spiegata: il Padre privo di origine genera il Figlio e [[spirazione|spira]] attraverso di lui lo Spirito; Dio come Figlio riceve se stesso e la spirazione dello Spirito dal Padre; Dio come Spirito procede dal Padre e dal Figlio per sfociare di nuovo nell'unità esistente tra Padre e Figlio ed essere così contemporaneamente il luogo a partire dal quale Dio è aperto in se stesso alla [[comunione]]
== Significato cristiano ==
con le [[creatura|creature]], che egli ha [[chiamata|chiamato]] per libero amore all'esistenza.
 
A ciò si accompagnò un'altra chiarificazione concettuale, effettuata nel corso della polemica con le [[eresia|eresie]] trinitarie. Nella teologia della chiesa antica essa è proposta come distinzione e correlazione fra "[[teologia]]", cioè l'essere trinitario di Dio ''in se stesso'', ed "economia", cioè la [[comunicazione]] della vita intratrinitaria alle creature.<ref>Nella [[teologia]] odierna si esprime lo stesso insegnamento quando si parla della ''Trinità immanente'' e della ''Trinità economica''. [[Karl Rahner]] ha stabilito il principio che la Trinità immanente è la Trinità economica e viceversa (''Saggi teologici'' 618).</ref>.
 
Il [[Simbolo Niceno]]<ref>''[[DS]]'' 125.</ref> e il successivo [[Simbolo Niceno-Costantinopolitano]]<ref>''DS'' 150.</ref>, professano il [[Figlio di Dio|Figlio]] "della stessa [[sostanza]]" (''[[homoúsios]]'') del [[Dio Padre|Padre]]; lo [[Spirito Santo|Spirito]] è [[adorazione|adorato]] col Padre e col Figlio. La terminologia "una sola essenza in tre persone", elaborata nel [[IV secolo]], si incontra in documenti magisteriali successivi<ref>Ccfr. ''DS'' 421.</ref>.
 
Motivo guida di tutto questo lavorio teologico è il [[mistero]] di [[Cristo]]: il [[dono]] assoluto del Figlio in [[croce]] ({{pb|Rom|8,32}}) permetteva solo questa conclusione: Dio ha donato se stesso nel proprio Figlio; lo Spirito ci introduce effettivamente nella comunione più intima con Dio (cfr. {{pb|1Cor|2,20}}).
 
== Approfondimento ==
 
Come è possibile affermare che Dio è "uno e trino"? Secondo la fede cristiana la natura divina è al di là della [[Scienza|conoscenza scientifica]], ed è incomprensibile e non conoscibile se non fosse per quanto è dato sapere attraverso la [[rivelazione]] divina. Quindi la dottrina trinitaria non è una dottrina, come quella della esistenza di Dio, conoscibile attraverso la [[ragione]] umana o la speculazione [[filosofia|filosofica]].
L'affermazione "figlio di", "Padre di" e anche "spirito di" implica una dipendenza, cioè una subordinazione delle persone. Il trinitarismo ortodosso rifiuta il "subordinazionismo ontologico" ma non quello economico.
 
=== UguaglianzaL'uguaglianza delle persone divine ===
 
Il Padre, essendo la fonte di tutto, ha una relazione monarchica con il Figlio e lo Spirito. [[Ireneo di Lione]], il più importante teologo del secondo secolo, scrive: "''Il Padre è Dio, e il figlio è Dio, poiché tutto ciò che è nato da Dio è Dio''."
{{quote|Noi non togliamo al Padre la sua Unicità divina, quando affermiamo che anche il Figlio è Dio. Poiché egli è Dio da Dio, uno da uno; perciò un Dio perché Dio è da Se stesso. D'altro lato il Figlio non è meno Dio perché il Padre è Dio uno. Poiché l'Unigenito Figlio non è senza nascita, così da privare il Padre della Sua unicità divina, né è diverso da Dio, ma poiché Egli è nato da Dio.|[[Ilario di Poitiers]], ''De Trinitate''}}
 
=== L'<nowiki />''inferiorità'' del Figlio e dello Spirito ===
 
Se Gesù Cristo nel [[vangelo di Giovanni]] viene chiamato l'''unigenito'' Figlio di Dio, evidenziando con questa affermazione il suo essere ontologicamente in Dio, secondo la dottrina ortodossa Gesù è anche una creatura con l'incarnazione, svolgendo un ruolo "ministeriale" e subordinato in relazione a Dio, nei confronti dell'umanità. Il credo di Atanasio afferma "Uguale al Padre nella divinità, inferiore al Padre nell'umanità".
[[Atanasio di Alessandria]] sviluppa ulteriormente questa distinzione commentando il passo evangelico in cui Gesù dichiara di non conoscere il giorno e l'ora della fine del mondo:
 
{{quote|"Ancora un altro passo che è detto bene, viene interpretato male dagli ariani: Voglio dire che "Quanto a quel giorno e a quell'ora, nessuno li conosce, neppure gli angeli, neppure il figlio." Ma essi ritengono che avendo detto "neppure il figlio", egli, in quanto ignorante, abbia rivelato di essere creatura. Ma la cosa non sta così, non sia mai! Come infatti dicendo: "Mi ha creato", lo ha detto in riferimento all'umanità, così, anche, dicendo: "neppure il Figlio", si è riferito alla sua umanità. ... Poiché infatti è diventato uomo, ed è proprio dell'uomo ignorare, come l'aver fame e il resto (infatti l'uomo non sa se non ascolta e apprende) egli, in quanto uomo, ha dato a vedere anche l'ignoranza propria degli uomini per questo motivo: in primo luogo per dimostrare di avere veramente un corpo umano, poi anche perché, avendo nel corpo l'ignoranza propria dell'uomo, dopo aver mondato e purificato tutta l'umanità, la presentasse al Padre perfetta e santa. ..... quando dice: Io e il Padre siamo una cosa sola e Chi ha visto me ha visto il Padre e Io nel Padre e il Padre in me, dimostra la sua eternità e la consustanzialità col Padre. .... Nel vangelo di Giovanni i [[Discepolo|discepoli]] dicono al Signore: Ora sappiamo che tu sai tutto... |[[Atanasio]], ''Seconda Lettera a Serapione'', [[traduzione]] di [[Manlio Simonetti]]}}
 
== Nella liturgia ==
== Sviluppo e definizione della dottrina ==
 
=== Nel Nuovo Testamento ===
 
Nel [[Nuovo Testamento]] il termine non compare, tuttavia la [[cristologia]] di [[San Giovanni apostolo ed evangelista|Giovanni]], che presenta Cristo come ''[[Logos]]'' di Dio, (cioè verbo e ragione), assieme ad alcune affermazioni di [[Paolo di Tarso]], sono stati considerate dai cattolici (per cattolici si intende la Chiesa antica nel suo complesso, oriente e occidente) come le basi per lo sviluppo della dottrina trinitaria. Per la Chiesa in più punti del Nuovo Testamento si ravviserebbe il carattere trinitario di Dio, ad esempio quando Gesù dice: "Il Padre ed io siamo una cosa sola".
 
In un saggio sulla divinità di Gesù nel Nuovo Testamento il biblista americano [[Raymond E. Brown]] ipotizza che Gesù è chiamato Dio nel Nuovo Testamento, ma lo sviluppo è stato graduale e non è emerso fino a un'epoca tarda nella tradizione neotestamentaria:
 
{{quote|... nella fase più antica del cristianesimo prevale l'eredità dell'Antico Testamento nell'utilizzo del termine Dio, per cui Dio era un titolo troppo ristretto per essere applicato a Gesù. Esso si riferisce strettamente al Padre di Gesù, al Dio da lui pregato. Gradualmente, (negli anni 50 e 60 d.c. ?), con lo sviluppo del pensiero cristiano Dio venne compreso in un'accezione più ampia. Si vide che Dio rivelò così tanto di sé stesso in Gesù al punto che Dio includeva sia Padre che il Figlio."|Does the New Testament call Jesus God?}}
 
=== La trinità nei primi scritti cristiani ===
[[File:Domenico Tiepolo Abramo e i tre Angeli.jpg|thumb|350px|{{autore|Tiepolo}}, ''[[Abramo]] e i [[tre]] [[angelo|Angeli]]'']]
 
I primi scrittori cristiani così si esprimono al riguardo:
 
{{quote|Noi non togliamo al Padre la sua Unicità divina, quando affermiamo che anche il Figlio è Dio. Poiché egli è Dio da Dio, uno da uno; perciò un Dio perché Dio è da Se stesso. D'altro lato il Figlio non è meno Dio perché il Padre è Dio uno. Poiché l'Unigenito Figlio non è senza nascita, così da privare il Padre della Sua unicità divina, né è diverso da Dio, ma poiché Egli è nato da Dio.|[[Ilario di Poitiers]] De Trinitate}}
 
{{quote|Quando affermo che il Figlio è distinto dal padre, non mi riferisco a due dèi, ma intendo, per così dire, luce da luce, la corrente dalla fonte, ed un raggio dal sole|Ippolito}}
 
{{quote|Il carattere distintivo della fede in Cristo è questo: il figlio di Dio, ch'è Logos Dio in principio infatti era il Logos, e il Logos era Dio - che è sapienza e potenza del Padre Cristo infatti è potenza di Dio e sapienza di Dio - alla fine dei tempi si è fatto uomo per la nostra salvezza. Infatti Giovanni, dopo aver detto: In principio era il Logos, poco dopo ha aggiunto e il logos si fece carne, che è come dire: diventò uomo. E il Signore dice di sé: perché cercate di uccidere me, un uomo che ha detto la verità? e Paolo, che aveva appreso da lui, scrive: Un solo Dio, un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo|[[Atanasio di Alessandria]], seconda lettera a Serapione}}
 
=== La controversia ariana ===
{{vedi anche|Arianesimo|Ario}}
 
Lo sviluppo completo della dottrina si ebbe in seguito, anche in reazione alle dottrine di [[Ario]] che introdusse le sue interpretazioni subordinazioniste di Gesù come essere semidivino (vedi [[Arianesimo|eresia ariana]]).
 
La causa che portò alla convocazione del [[primo concilio di Nicea]] fu la [[Arianesimo|disputa ariana]], che giunse a una svolta all’inizio del IV secolo dc. I principali protagonisti furono tre teologi-filosofi provenienti da [[Alessandria d'Egitto]]. Da una parte c’era [[Ario]], e dall’altra gli ortodossi [[Alessandro]] e [[Atanasio di Alessandria|Atanasio]]. Ario affermava che il Figlio non fosse della stessa [[essenza]], o sostanza, del Padre e che lo Spirito Santo fosse una persona ma inferiore a entrambi. Parlava di una "triade" o "trinità", pur considerandola formata di persone ineguali, delle quali solo il Padre non era stato creato.
 
Molti termini che si impiegano per esplicitare questo insegnamento sono stati mutuati dalla [[filosofia antica|filosofia greca]] e ulteriormente approfonditi per evitare di esprimere concetti erronei. Tra questi si possono citare: [[sostanza]], [[ipostasi]] e [[relazione]].
 
D’altra parte Alessandro e Atanasio sostenevano che le tre persone della Divinità fossero della stessa sostanza e che pertanto non fossero tre Dèi, ma uno solo, sebbene il Padre fosse il "primo" e la causa delle altre due.
 
Accanto a Dio, Ario poneva infatti una creatura che può essere chiamata dio in modo improprio, considerato il Figlio di Dio ma ritenuto da egli semplicemente "la prima creatura di cui il Padre si era servito per compiere la creazione", incarnatosi in Gesù, simile ma non uguale a Dio, che avrebbe avuto esistenza dal nulla, affermando che "generare" e "creare" fossero sinonimi. Gli ortodossi invece ribadivano l'assoluta unità di Dio, e se il Logos era divino, (come era affermato nel [[prologo di Giovanni]] "il Logos era Dio"), ciò non comportava una suddivisione o una moltiplicazione di dei, ma Dio era sempre uno solo. In questo senso il termine "generazione" indica l'unità della natura e non andava inteso in senso temporale e umano, con un prima e un dopo, ma il Figlio è eternamente generato, cioè era sempre stato insito in Dio. Al tempo opportuno il Verbo si sarebbe incarnato in Gesù, in un processo di abbassamento e annichilimento, e l'unione della natura divina e di quella umana nella persona di Gesù diede origine ad un'altra serie di controversie nei secoli successivi.
 
La controversia ariana non terminò a Nicea. L'[[arianesimo]] ebbe grande fortuna nell'Impero romano e in certi momenti presso la corte imperiale. Molte tribù germaniche che invasero l’impero romano professavano un cristianesimo ariano e lo diffusero in gran parte dell’Europa e dell’Africa settentrionale, dove continuò a prosperare fino a gran parte del VI secolo, e in alcune zone anche più a lungo.
 
=== Il simbolo niceno ===
 
Il testo che venne approvato a Nicea e che costituisce la definizione cristiana dell'unicità e trinità di Dio (pur senza usare il termine) è il seguente:
* ''Noi crediamo in un Dio, il Padre onnipotente, il fattore di tutte le cose, visibili e invisibili.''
* ''E in un solo Signore Gesù Cristo, il figlio di Dio, generato dal Padre, unico generato, cioè, dall'essenza del padre, Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non fatto, di una essenza con il Padre, attraverso di Lui tutte le cose sono venute all'essere, le cose del cielo e le cose della terra. Egli a causa di noi uomini e a causa della nostra salvezza discese e si è incarnato, diventando uomo, soffrendo e risorgendo il terzo giorno, asceso ai cieli, e tornerà per giudicare il vivo e il morto.''
* ''E nello Spirito Santo.''
 
Da notare che l'unico termine non esplicitamente presente nella Bibbia è "di una essenza con il padre" che nella versione odierna del credo è reso con ".''..nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create''"
 
Tale proposizione deriva dal passo del primo capitolo della [[lettera agli Ebrei]]:
 
{{quote|...il Figlio, che Dio ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha fatto anche il [[mondo]]. Questo Figlio, che è irradiazione della gloria (di Dio) e impronta della sua sostanza e sostiene tutto con la potenza della sua parola....}}
 
Il testo verrà ulteriormente ampliato al concilio di Costantinopoli, soprattutto nell'ultima parte, ed è tuttora usato nelle liturgie orientali e occidentali.
 
=== Altri simboli di fede ===
{{vedi anche|Simbolo di fede}}
 
La dottrina della trinità è espressa in altri [[Simbolo di fede|Simboli di fede]], cioè proposizioni il più possibile chiare e prive di ambiguità che si riferiscono a punti controversi della dottrina.
 
Il [[Simbolo Atanasiano]] (detto anche ''Quicunque vult'' dalle parole iniziali) è un'esposizione sintetica della dottrina della trinità secondo la tradizione latina, probabilmente composto in [[Gallia]] verso la fine del [[V secolo]], ed usato nelle chiese occidentali:
{{quote|...veneriamo un unico Dio nella Trinità e la Trinità nell'unità. Senza confondere le persone e senza separare la sostanza. Una è infatti la persona del Padre, altra quella del Figlio ed altra quella dello Spirito Santo. Ma Padre, Figlio e Spirito Santo hanno una sola divinità, uguale gloria, coeterna maestà. ...Similmente è onnipotente il Padre, onnipotente il Figlio, onnipotente lo Spirito Santo. Tuttavia non vi sono tre onnipotenti, ma un solo onnipotente... Il Padre è Dio, il Figlio è Dio, lo Spirito Santo è Dio. E tuttavia non vi sono tre Dei, ma un solo Dio. (...)
 
Poiché come la verità cristiana ci obbliga a confessare che ciascuna persona è singolarmente Dio e Signore, così pure la religione cattolica ci proibisce di parlare di tre Dei o Signori. ... E in questa Trinità non v'è nulla che sia prima o poi, nulla di maggiore o di minore: ma tutte e tre le persone sono l'una all'altra coeterne e coeguali. (...)
 
Il Padre non è stato fatto da alcuno: né [[creazione|creato]], né [[generazione (teologia)|generato]]. Il Figlio è dal solo Padre: non fatto, né creato, ma generato. Lo Spirito Santo è dal Padre e dal Figlio: non fatto, né creato, né generato, ma da essi [[processione (teologia)|procedente]].(...)
 
... il Signore nostro Gesù Cristo, Figlio di Dio, è Dio e uomo. È Dio, perché generato dalla sostanza del Padre fin dall'eternità; è uomo, perché nato nel tempo dalla sostanza della [[Maria|madre]]. Perfetto Dio, perfetto uomo: sussistente dall'[[anima]] [[razionalità|razionale]] e dalla carne umana. Uguale al Padre nella divinità, inferiore al Padre nell'umanità.}}
 
In seguito vennero elaborati altri simboli di fede in cui si riassumevano le dottrine precedenti e si trattavano altri punti controversi, ad esempio al [[XI Sinodo di Toledo]] ([[675]]) venne elaborata un'altra "confessione" attribuita in passato ad [[Eusebio di Vercelli]], di cui si riporta solo l'inizio:
 
{{quote|Professiamo e crediamo che la santa ed ineffabile Trinità, il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo, secondo la sua natura è un solo Dio di una sola sostanza, di una sola natura, anche di una sola maestà e forza.
 
E professiamo che il Padre non (è) generato, non creato, ma ingenerato. Egli infatti non prende origine da nessuno, egli dal quale ebbe sia il Figlio la nascita, come lo Spirito Santo il procedere. Egli è dunque la fonte e l'origine dell'intera divinità.}}
 
== Oriente e Occidente ==
 
L'interpretazione trinitaria nella [[chiesa latina]] si differenzia da quella greca. Se entrambe le Chiese, infatti, riconoscono l'unità delle tre Persone divine nell'unica natura indivisa, per cui ciascuna di esse è pienamente Dio secondo gli attributi (eternità, onnipotenza, onniscienza ecc...), ma ciascuna è a sua volta distinta e inconfondibile rispetto alle altre due, è altresì vero che nasce il problema di comprendere le relazioni che intercorrono fra di esse.
 
Con il [[simbolo niceno-costantinopolitano]], approvato nel [[primo concilio di Costantinopoli]] ([[381]] d.C.), si afferma che il Figlio è generato dal Padre, mentre lo Spirito Santo procede dal Padre. Il Padre è dunque l'unica causa della Trinità. Col [[Concilio di Toledo]], però, e con i suoi successivi sviluppi, la Chiesa latina stabiliva unilateralmente che lo Spirito Santo procede anche dal Figlio (la questione del cosiddetto [[Filioque]]), il che lo renderebbe concausa dello Spirito Santo. Gli [[ortodossi]] rifiutano tuttora tale sviluppo, preferendo parlare, secondo la teologia greca, di "processione dal Padre attraverso il Figlio" (proposta da grandi teologi come san [[Gregorio di Nissa]], san [[Massimo il Confessore]] e san [[Giovanni Damasceno]]), pur non introducendolo nel Credo. La [[Chiesa cattolica]] ritiene valide entrambe le versioni, infatti le chiese cattoliche orientali utilizzano nella liturgia la versione priva del Filioque.
 
Nella speculazione teologica occidentale, al mistero della Trinità si arriva a partire dal Dio [[incarnazione|incarnato]] ([[Gesù]] [[Cristo]] [[Figlio di Dio]]) e si spiegano le relazioni fra le Persone nel vincolo di [[Amore]] fra di esse: il Padre ama il Figlio; il Figlio ama il Padre e l'Amore che unisce Padre e Figlio è lo Spirito Santo, anch'Egli Persona alla pari delle prime due.
 
Le confessioni nate dalla [[Riforma protestante]] hanno accettato generalmente questo dogma nella versione occidentale (comprensivo, cioè, del ''Filioque'').
 
== Posizioni antitrinitarie ==
{{Vedi anche|Antitrinitarismo}}
 
La dottrina della unità e trinità non è ovviamente accettata fuori dal cristianesimo, dato che deriva dalla dottrina della divinità di Gesù, che è caratteristica di questa religione. [[Ebraismo]] ed [[Islam]] rifiutano questo sviluppo, e nel [[Corano]] in particolare la dottrina è esplicitamente negata.
 
Anche nell'ambito di religioni legate al cristianesimo vi sono gruppi antitrinitari, fra questi i più noti fra quelli moderni vi sono i [[Testimoni di Geova]] e i [[Mormoni]], mentre in ambito protestante vi furono il teologo [[Michele Serveto]], e poi i [[socinianesimo|Sociniani]], con [[Lelio Socini|Lelio]] e [[Fausto Socini]]. Tuttavia bisogna aggiungere che spesso questi gruppi utilizzano una terminologia approssimativa e di fatto professano, pur senza affermarlo esplicitamente, forme di diteismo (cioè esistono due divinità, di diversa natura, ad esempio il Padre e il Figlio) o triteismo. e, più che negare la differenza delle persone, negano l'unicità della divinità e ammettono una pluralità di dei, diversi per natura e numero.
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== La solennità ==
 
La [[solennità]] della Santissima Trinità fu istituita da [[Papa Giovanni XXII]] nel [[1334]] nel contesto della [[riforma liturgica carolingia]] ([[VIII secolo|VII]] e [[IX secolo]]).

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