Trinità: differenze tra le versioni

Vai alla navigazione Vai alla ricerca
11 680 byte aggiunti ,  14 mag 2013
da Maspero
mNessun oggetto della modifica
(da Maspero)
<!--
 
== Approfondimento ==
(5) Nel periodo del liberalismo e del razionalismo la professione di fede
nella Trinità ebbe un posto piuttosto marginale nella teologia. Oggi è ritornata
al centro dell’attenzione. Dio è visto come amore non in un riferimento assoluto
a se stesso, ma -sotto forma di dedizione totale. Con l’aiuto di una fenomeno-
logia, che concepisce i processi spirituali come una polarità viva, e più ancora
a motivo dello stretto legame esistente fra amore, libertà e personalità la teologia
trinitaria insegna a concepire Dio come evento dellkzmore. Il fatto che egli lo
sia realmente lo possiamo conoscere soltanto dalla rivelazione; la T. rimane così
il -> mistero più profondo e primo della fede. Ma l’apertura umana all’amore
ci permette di accostarci ad esso e mette in moto la nostra lode e la nostra
adorazione. Questo permette di spiegare anche la mutua relazione fra T. imma-
nente e T. economica: la T. economica presuppone la T. immanente in se stessa
compiuta. L"economia’ poggia sulla libera dedizione di Dio, che ha condotto
allîncarnazione del Figlio. In tal modo egli si è comunicato realmente e inte-
ramente come T. immanente: egli si rivela come mistero traboccante, che dona
più di quanto noi siamo in grado di domandare e di attenderci.
-->
 
Nel periodo del liberalismo e del razionalismo la professione di fede nella Trinità ebbe un posto piuttosto marginale nella teologia. Oggi è ritornata al centro dell’attenzione.
 
Dio è visto come amore non in un riferimento assoluto a se stesso, ma sotto forma di dedizione totale. Con l'aiuto di una fenomenologia che concepisce i processi spirituali come una polarità viva, e più ancora a motivo dello stretto legame esistente fra amore, libertà e personalità, la teologia trinitaria insegna a concepire Dio come evento dell'amore. Il fatto che egli lo sia realmente lo possiamo conoscere soltanto dalla rivelazione; la Trinità rimane così il mistero più profondo e primo della fede. Ma l'apertura umana all'amore ci permette di accostarci ad esso e mette in moto la nostra lode e la nostra adorazione. Questo permette di spiegare anche la mutua relazione fra Trinità immanente e Trinità economica: la Trinità economica presuppone la Trinità immanente in se stessa compiuta. L'<nowiki />''economia'' poggia sulla libera dedizione di Dio, che ha condotto all'incarnazione del Figlio. In tal modo egli si è comunicato realmente e interamente come Trinità immanente: egli si rivela come mistero traboccante, che dona più di quanto noi siamo in grado di domandare e di attenderci.
-->
== Nel Nuovo Testamento ==
 
* nella formula di saluto trinitaria che si trova al termine della [[seconda lettera ai Corinzi]] ({{passo biblico|2Cor|13,13}}).
 
== Il periodo preniceno ==
== La chiarificazione della dottrina trinitaria nei primi secoli ==
 
Fin dall'inizio della vita della [[Chiesa]] la coscienza trinitaria fu presente in modo esplicito in essa grazie alla realtà del [[Battesimo]], della [[liturgia]] in generale e delle [[preghiera|orazioni]]. Si vedano, ad esempio, i [[simbolo di fede|Simboli della fede]]<ref>''[[DS]]'' 1-76 riporta tutte le [[professione di fede|professioni di fede]] antiche.</ref> e gli ''[[Atti dei Martiri]]''. La professione di fede in [[Cristo]] fu subito percepita come inseparabile dalla confessione del [[mistero]] intimo di [[Dio]], cioè della sua [[Dio Padre|Paternità]]. Parlare di Cristo vuol dire affermare che in Dio esistono Paternità e Filiazione.<ref>Per questa sezione cfr. {{autore|[[Giulio Maspero]]}} 99-92.</ref>
 
PerLa primariflessione cosadei vieneprimi precisatosecoli precisa che Dio è un unico processo vitale; ciò che diciamo Dio può essere solo un'unica qualità, che viene indicata coi nomi di "essenza", "natura", "sostanza". Ma, secondo la rivelazione biblica, l’essenza più intima di Dio è un intreccio fatto di dare, ricevere e essere una cosa sola, che va qualificato come evento dell'[[amore]] divino.
 
=== La professione della Trinità nella liturgia battesimale ===
 
Le prime testimonianze della fede trinitaria richiamano il [[mistero pasquale]] e la sua applicazione alla [[salvezza]] di ogni [[uomo]] nella liturgia battesimale, in conformità al mandato di [[Gesù]] stesso in {{pb|Mt|28,19}}.
 
I [[simbolo di fede|simboli]] stessi servivano per il Battesimo, mediante il quale si entrava a far parte della [[Chiesa]]. La ''[[Didaché]]'' (ca. [[90]]-[[100]]) afferma che solo coloro che sono stati battezzati possono avvicinarsi alla mensa [[Eucaristia|eucaristica]]<ref>Cfr. ''[[Didaché]]'', 9, 5.</ref>, e prescrive per la liturgia battesimale una formula esplicitamente trinitaria, con [[tre]] immersioni o con l'effusione di [[acqua]] per tre volte sul [[capo]]. Il richiamo è alla [[risurrezione di Gesù|risurrezione]] ed alla salvezza operata in [[Cristo]] dalla Trinità; nel [[II secolo]] è perciò chiaro che il Battesimo debba essere amministrato ''nel [[nome]] del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo''<ref> Cfr. ''Didaché'', 7, 1-3.</ref>. Anche nei pochi casi in cui nei primi secoli si attesta che il Battesimo veniva amministrato ''nel nome di Gesù'', la professione di fede espressa nel simbolo assicurava la dimensione trinitaria del [[rito]]. Lo stesso dicono [[San Giustino martire|Giustino]] († [[163]]-[[167]]) e [[Sant'Ireneo di Lione|Ireneo]] († [[202]]). Importante soprattutto la testimonianza di quest'ultimo, che nella ''[[Dimostrazione della fede apostolica]]'' attribuisce un ruolo specifico ad ogni [[Persona]] della Trinità:
 
{{quote con citazione in linea|Per questa ragione, la nostra nuova [[nascita]] – il Battesimo – ha luogo grazie a questi tre articoli, che ci portano la [[grazia]] della nuova nascita in [[Dio Padre]], per mezzo di [[Dio]] [[Figlio di Dio|Figlio]] nello [[Spirito Santo]]. Poiché coloro che portano lo Spirito di Dio sono condotti al [[Verbo]], cioè al Figlio, ma il Figlio li presenta al Padre, ed il Padre dona la incorruttibilità. Così, dunque, senza lo Spirito non è possibile vedere il Figlio di Dio, e senza il Figlio nessuno può avvicinarsi al Padre, in quanto il Figlio è la conoscenza del Padre, e la conoscenza del Figlio avviene mediante lo Spirito Santo.|n. 7}}
 
Si tratta, dunque, di una dottrina indiscussa nella Chiesa, come è provato dal fatto che Ireneo cita questa dottrina senza ulteriori commenti.
 
Il nome del Padre, del Figlio e dello Spirito servivano anche per distinguere il battesimo cristiano dagli altri battesimi [[giudaismo|giudaici]].
 
=== Le professioni di fede trinitarie ===
 
L'esistenza di simboli di fede è attestata già nel [[Nuovo Testamento]] (cfr. {{pb|At|8,37}}; {{pb|Rom|10,9}}; {{pb|Ef|1,13}}; {{pb|1Tim|6,12}}; {{pb|Eb|4,14}}), e da ciò risulta che essi erano diffusi già nel [[I secolo]]. Si tratta di brevi formule liturgiche che servivano anche per la [[catechesi]] e per favorire la [[memoria|memorizzazione]] della dottrina, grazie anche alla struttura a domande e risposte. Come si è visto, esse avevano struttura trinitaria. Sant'Ireneo parla esplicitamente di tre articoli del simbolo, uno per ciascuna Persona<ref>''[[Dimostrazione della fede apostolica]]'', 6.</ref>. Con [[Ippolito di Roma]] († [[235]]) già le domande si sono convertite in un credo completo, con struttura tripartita<ref>''[[Ippolito di Roma]]'', ''[[Traditio apostolica]]'' (DH, 10). Cfr. {{autore|Bernard Botte}}, ''La tradition apostolique de saint Hyppolite'', [[Münster]] [[1963]], p. 48-49.</ref>. A partire da questo momento, le formule si moltiplicano.
 
[[Tertulliano]] († [[222]]) fa appello alla [[professione di fede]] nella lotta contro le [[eresia|eresie]], autentico [[giuramento]] che costituisce con il Battesimo propriamente detto un unico ''sacramentum fidei'':
 
{{quote con citazione in linea|A chi si manifesta la [[verità]] senza [[Dio]]? Chi [[conoscenza di Dio|conosce]] Dio senza [[Cristo]]? Chi vive di Cristo senza lo [[Spirito Santo|Spirito]]? A chi si comunica lo Spirito senza il [[sacramento]] della [[fede]]?| ''[[De anima (Tertulliano)|De Anima]]'', 1: ''[[PL]]'' 2, 688.</ref>
 
Già agli inizi del [[IV secolo]] è poi chiaramente testimoniato il [[Simbolo degli Apostoli]].
 
=== La professione della Trinità nella liturgia eucaristica ===
 
Anche la [[liturgia eucaristica]] è legata al [[mistero]] trinitario fin da subito. Scrive Giustino:
 
{{quote con citazione in linea|Poi, a colui che [[presidenza|presiede]] l'[[assemblea]] dei [[fratello|fratelli]], si portano un [[pane]] e un [[calice]] d'[[acqua]] e di [[vino]], che questi prende in [[mano]], rendendo [[gloria]] e [[lode]] al Padre dell'[[universo]], nel nome del Figlio e dello Spirito Santo, e compiendo a lungo un ringraziamento (''eucharistian'') per questi beni che Lui, per Sua [[grazia]], ci ha [[dono|donato]]; quando ha terminato le [[preghiera|preghiere]] e il [[ringraziamento]], tutto il popolo presente acclama, rispondendo: ''[[Amen]]''|''[[Prima Apologia]]'', 65<ref>[[Traduzione]] di Giusepe Girgenti, [[Rusconi]] [[1995]], p. 65.</ref>}}
 
Lo stesso schema è presente nella ''[[Traditio Apostolica]]'' (metà del [[III secolo]]):
 
{{quote con citazione in linea|Ti ringraziamo [[Signore]], per [[Gesù Cristo]] tuo Figlio [[amore|amatissimo]], che hai [[invio|inviato]] negli ultimi [[tempo|tempi]] come [[salvatore]], [[redentore]] e messaggero della tua [[volontà di Dio|volontà]], che è il Tuo [[Verbo]] inseparabile per mezzo del quale hai [[creazione|creato]] ogni cosa, che per la tua benevolenza hai inviato dal [[cielo]] al [[seno]] di una [[verginità di Maria|Vergine]] e che fu [[concepimento|concepito]] e si [[incarnazione|incarnò]] e si è manifestato come tuo Figlio, nato dallo [[Spirito Santo]] e dalla [[Verginità di Maria|Vergine]] [[santo|Santa]] [..]. Ti preghiamo che tu faccia scendere il tuo Santo Spirito sul [[sacrificio]] della santa [[Chiesa]], che porti all'unità tutti coloro che si [[comunione|comunicano]] e che li riempia con lo Spirito Santo, per rafforzare la loro [fede]] nella [[verità]]. Così ti [[lode|lodiamo]] e ti [[gloria|glorifichiamo]] per tuo Figlio Gesù Cristo. Per Lui ti sia resa gloria ed [[onore]] a te, Padre e Figlio, con lo Spirito Santo, nella Chiesa santa, ora e nei [[secolo|secoli]] dei secoli. Amen.|n. 4<ref>Edizione a cura di Bernard Botté, in ''[[Source Chretiènne]]'', n. 11, [[Parigi]] [[1968]], 53.</ref>}}
 
Si può notare l'[[epiclesi]], cioè l'invocazione allo Spirito Santo perché [[santificazione|santifichi]] i doni, e la [[dossologia]] finale.
 
Il fenomeno è generale: la confessione trinitaria è presente nella liturgia eucaristica perché la dimensione trinitaria è essenziale nella [[salvezza]] [[cristianesimo|cristiana]] e quindi nella vita [[Sacramento|sacramentale]]. In quest'ultima è essenziale il ruolo dello Spirito Santo, "donatore della presenza Trinitaria"<ref>{{autore|Boris Bobrinskoy}}, ''Le mystère de la Trinitè. Cours de Théologie orthodoxe'', Parigi [[1986]], p. 164.</ref>.
 
=== Il carattere trinitario dell'orazione cristiana ===
 
In generale la dimensione trinitaria è essenziale per tutta l'[[orazione]] cristiana, che è in continuità con quella [[giudaismo|giudaica]], ma si differenzia sostanzialmente da essa perché si rivolge al [[Dio Padre|Padre]] attraverso [[Cristo]], con il quale possiamo essere in [[comunione]] per l'azione dello [[Spirito Santo]].
 
[[Origene]] dice che i [[cristiano|cristiani]] assunsero la [[tradizione]] giudaica di iniziare ogni orazione con una [[lode]] a Dio, che adesso però è la Trinità<ref>''Sull'orazione'', 32. 33.</ref>, come appare in maniera evidente nel [[Segno della Croce]].
 
La dossologia "[[Gloria al Padre]], al Figlio ed allo Spirito Santo" diventa comune nel [[IV secolo]] nell'ambito della lotta contro l'[[arianesimo]], ma risale al [[II secolo|II]]/[[III secolo]], perché appare nell'[[inno]] ''[[Phos hilarón]]''
appartenente alla liturgia dei [[vespri]] [[Chiese orientali|orientale]]:<ref>Cfr. {{autore|[[Rouët de Journel]]}}, ''[[Enchiridion Patristicum]]'', n. 108; anche {{autore|[[Sant'Ippolito di Roma|Ippolito]]}}, ''Contra Noeto'', 18.</ref>
 
{{quote|[[gioia|Gioioso]] [[splendore|splendor]],<br />della [[gloria]] del Padre [[eternità|eterno]] [[cielo|celeste]]<br />[[santo]] beato, O [[Cristo]] [[Gesù]],<br />giunti al [[tramonto]] e ammirando la [[luce]] [[sera|vespertina]],<br />inneggiamo al Padre ed al Figlio,<br />e al Santo Spirito [[Dio]].<br />È giusto [[lode|lodarti]] in ogni [[tempo]], con [[voce|voci]] sante,<br />O [[Figlio di Dio]], datore di [[vita]],<br />per questo il [[mondo]] ti dà [[gloria]].}}
 
Presto questa dossologia sarà recitata alla fine di ogni [[salmo]], ed i [[Padri della Chiesa|Padri]] concluderanno non solo le loro orazioni, ma anche i loro scritti con questa invocazione<ref> Cfr A. Hamman, ''Dossologia'', in ''[[Dizionario patristico e di antichità cristiane]]'', I, [[Roma]] [[1983]], p. 1042-1043.</ref>.
 
La confessione della fede trinitaria investe, così, tutta la vita dell'uomo, segnandone i momenti più importanti, dall'inizio fino al suo compimento, come avviene,significativamente, con l'estrema confessione dei [[martire|martiri]], quando la [[liturgia]] si traduce in [[vita]] e la vita in liturgia, poiché queste formule suggellano l'estremo [[sacrificio]] e la suprema [[testimonianza]] dei [[cristiano|cristiani]]. Significative sono le ultime parole di [[San Policarpo]]:
 
{{quote|Padre del tuo amato e [[benedizione|benedetto]] Figlio (τοῦ ἀγαπητοῦ καὶ εὐλογητοῦ παιδός σου) [[Gesù Cristo]], per mezzo del quale ti abbiamo [[conoscenza di Dio|conosciuto]], [[Dio]] degli [[angelo|angeli]] e delle potestà, ti benedico per avermi ritenuto degno di questo [[giorno]] e di questo momento, rendendomi partecipe, nel numero dei martiri, del [[calice]] del tuo [[Cristo]] per la [[risurrezione]] dell'[[anima]] e del [[corpo]] nella [[vita eterna]] e nell'incorruttibilità dello [[Spirito Santo]]. Possa io oggi essere accolto fra loro innanzi a te in un sacrificio pingue e gradito, quale tu stesso mi hai preparato e manifestato e porti ora a [[compimento]], Dio verace e leale. Perciò io ti [[lode|lodo]] anche per tutte le cose, ti benedico, ti rendo [[gloria]] per mezzo dell'[[eternità|eterno]] gran [[sacerdote]] [[Gesù Cristo]] tuo Figlio diletto (ἀγαπητοῦ σου παιδός), e per mezzo suo sia gloria a te in unione con Lui nello Spirito Santo ora e sempre nei secoli venturi, Amen.|''[[Martirio di Policarpo]]'', 14<ref>In {{autore|[[Sant'Ignazio d'Antiochia|Ignace d'Antioche}}, ''Polycarpe de Smyrne, Lettres, Martyre de Polycarpe'', (a cura di Thomas Camelot), ''[[Source Chretiènne]]'' 10, [[Parigi]] [[1968]], p. 226-228.</ref>}}
Le [[professione di fede|professioni di fede]] [[Battesimo|battesimali]]<ref>''[[DS]]'' 1-76 riporta tutte le [[professione di fede|professioni di fede]] antiche.</ref> hanno fin dall'inizio struttura trinitaria.
 
L'uso di {{Traslittera|παῖς|GrecoTr}} al posto di {{Traslittera|υἱός|GrecoTr}} per indicare [[Gesù]] rivela l'antichità del testo, in quanto la letteratura cristiana più antica indicava il [[Signore]] con il primo termine, che racchiude in sé sia il significato di [[servo]] (l'umanità), che quello di Figlio (divinità). L’aggettivo {{Traslittera|ἀγαπητός|GrecoTr}} equivale poi a indicare Cristo come il Figlio [[Unigenito]].
Su questo fondamento la teologia elabora concettualmente e terminologicamente, attraverso un lungo lavorio, il contenuto di tale fede.
 
== Dal IV secolo in avanti ==
Per prima cosa viene precisato che Dio è un unico processo vitale; ciò che diciamo Dio può essere solo un'unica qualità, che viene indicata coi nomi di "essenza", "natura", "sostanza". Ma, secondo la rivelazione biblica, l’essenza più intima di Dio è un intreccio fatto di dare, ricevere e essere una cosa sola, che va qualificato come evento dell'[[amore]] divino.
 
Nel [[IV secolo]] diventa chiaro che Dio non può essere concepito come autorealizzazione assoluta, perché il fatto di essere origine non originata gli è essenziale quanto il ricevere riferito a un dare. La relazione cosi data viene indicata col concetto e col termine di "[[Persona]]". In maniera più precisa essa fu così spiegata: il Padre privo di origine genera il Figlio e [[spirazione|spira]] attraverso di lui lo Spirito; Dio come Figlio riceve se stesso e la spirazione dello Spirito dal Padre; Dio come Spirito procede dal Padre e dal Figlio per sfociare di nuovo nell'unità esistente tra Padre e Figlio ed essere così contemporaneamente il luogo a partire dal quale Dio è aperto in se stesso alla [[comunione]]
con le [[creatura|creature]], che egli ha [[chiamata|chiamato]] per libero amore all'esistenza.
 

Menu di navigazione