Laico: differenze tra le versioni

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Al di là del significato esclusivo ("non appartenente al clero o alla vita consacrata"), la condizione di laico fa riferimento al dono del [[battesimo]] e al ''[[triplice munus]]'' da esso conferito.
 
Fino al Vaticano II, soprattutto in occidente, erano rari i laici abbastanza preparati per poter intervenire nella vita intellettuale e [[spiritualità|spirituale]] della Chiesa; scienza e saggezza [[teologia|teologica]] erano privilegio delle [[abbazia|abbazie]] e delle [[università]] ecclesiastiche. L'[[Azione Cattolica]], per esempio, chiamava i laici verso il [[mondo]] ormai scristianizzato per sopperire all'insufficienza del [[clero]]; ma l'intervento dei laici era concepito in termini di sostituzione, non di vocazione propria.
Il [[Concilio Vaticano II]] ha espresso la ricchezza del significato dell'essere laico nel cap. IV della [[Costituzione Dogmatica]] ''[[Lumen Gentium]]'' (nn. 30-38).
 
=== Nel Concilio Vaticano II ===
Il [[Sinodo dei Vescovi]] del 1987 è stato dedicato alla "[[vocazione]] e [[missione]] dei laici nella [[Chiesa]] e nel [[mondo]] a vent'anni dal Concilio Vaticano II", e i risultati dell'assemblea sono stati raccolti da [[Papa Giovanni Paolo II|Giovanni Paolo II]] nell'[[Esortazione Apostolica]] ''[[Christifideles Laici]]'' ([[30 dicembre]] [[1988]]).
 
Il [[Concilio Vaticano II]] ha espresso la ricchezza del significato dell'essere laico nel cap. IV della [[Costituzione Dogmatica]] ''[[Lumen Gentium]]'' (nn. 30-38).
I1 concilio Vaticano II ha dedicato il capitolo IV della costituzione dogmatica sulla chiesa ai laici e ha emanato il decreto sull'apostolato dei laici (Apostolicam actuositatem). E’ la prima volta che nella storia della chiesa un concilio consacra uno spazio così rilevante ai laici. Fino a questo momento, soprattutto in occidente, erano rari i laici abbastanza preparati per poter intervenire nella vita intellettuale e spirituale della loro chiesa. Scienza e saggezza teologica erano privilegio delle abbazie e delle università ecclesiastiche.
L'Azione cattolica chiamava i laici verso il mondo ormai scristianizzato per sovvenire l'insufficienza del clero, ma l’intervento dei laici era concepito in termini di sostituzione.
Lo sviluppo tecnologico e culturale rende il cristiano più inserito nel mondo e lo fa più responsabile riguardo al posto che gli compete nella chiesa. In tal modo si fa presente il problema della vocazione cristiana del laico, come viene ampiamente approfondito dall'esortazione apostolica di Giovanni Paolo Il: Christifideies laici, quale atto conclusivo del sinodo dei vescovi del 1987 su vocazione e missione dei laici. Quale funzione devono svolgere i credenti negli eventi politici, nel progresso scientifico e nelle condizioni sociali e di fronte alle nuove situazioni economiche di guerra, di pace, d’ateismo?
Al compito importantissimo della gerarchia fa riscontro la cooperazione del resto dei fedeli, cioè dei laici, che sono la parte numericamente più rilevante della chiesa. Infatti la realtà del popolo di Dio si riferisce sia ai laici che ai religiosi e al clero; è importante dunque approfondirle
 
LGAl n. 31 (EV 1/362) dà una chiara definizione del termine ''laico''.
1. Senso e valore del laicato
 
{{quote|Col nome di laici si intendono qui tutti i fedeli ad esclusione dei membri dell'ordine sacro e dello stato religioso sancito dalla chiesa, i fedeli cioè che, dopo essere stati incorporati a Cristo con il battesimo e, nella loro misura, resi partecipi dell'ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo, per la loro parte compiono, nella chiesa e nel mondo la missione propria di tutto il popolo cristiano.}}
 
La realtà [[secolarità|secolare]] è propria del laico, mentre i membri dell'ordine[[Ordine sacroSacro]] svolgono il loro [[ministero]] nell'ambito del [[sacro]], ed i religiosi vivono la dimensione mondana nello spirito delle beatitudini[[Beatitudini]].
 
I laici cercano il [[regno di Dio]] trattando delle cose temporali e ordinandole secondo [[Dio]]. Ogni cristiano è impegnato in tutti i singoli doveri e affari del mondo e nella concreta situazione [[famiglia|familiare]] e [[società|sociale]]. All'interno del tempo presente, il credente è chiamato da Dio, quasi come un [[fermento]], a santificare il mondo sotto la guida dello [[Spirito Santo]], a manifestare con la propria vita [[Cristo]] agli altri.
 
SpiritoAi Santo,laici aviene manifestarericonosciuto conil lavalore propriadella vitapartecipazione Cristoalla aglivita altri.della LG 31 riconosce la partecipazione dei laiciChiesa basandosi sulla loro qualità di membri della chiesastessa, grazie al battesimo,[[Battesimo]] e alla missione [[sacerdozio comune|sacerdotale]], [[profeta|profetica]] e [[re|regale]] di Cristo stesso. I valori
 
Inoltre ha emanato il [[Decreto]] sull'[[apostolato]] dei laici ''[[Apostolicam actuositatem]]'', ed è stata la prima volta nella [[Storia della Chiesa]] che un [[Concilio Ecumenico]] dedica uno spazio così rilevante ai laici.
 
NelleUn aspetto significativo di tale documento è l'insistenza sul fatto che nelle [[parrocchia|parrocchie]] i [[consiglio pastorale|consigli pastorali]], oveuniscono clero e laici sono riuniti per organizzare in armonia l'opera di [[evangelizzazione]] e di [[santificazione]] delle singole comunità cristiane (AAn. 26: EV 1/1011-1012).--[[Utente:Giacomo Campanile|Giacomo Campanile]] 01:43, 3 apr 2010 (CEST)
 
=== Nella ''Christifideles Laici'' ===
 
Il [[Sinodo dei Vescovi]] del 1987 è stato dedicato alla "[[vocazione]] e [[missione]] dei laici nella [[Chiesa]] e nel [[mondo]] a vent'anni dal Concilio Vaticano II", e i risultati dell'assemblea sono stati raccolti da [[Papa Giovanni Paolo II|Giovanni Paolo II]] nell'[[Esortazione Apostolica]] ''[[Christifideles Laici]]'' ([[30 dicembre]] [[1988]]).
 
Lo sviluppo tecnologico e [[cultura|culturale]] rende il cristiano più inserito nel mondo e lo fa più responsabile riguardo al posto che gli compete nella chiesaChiesa. In tal modo si fa presente il problema della vocazione cristiana del laico, come viene ampiamente approfondito dall'esortazione[[Esortazione apostolica di Giovanni Paolo Il: Christifideies laici, quale atto conclusivo del sinodo dei vescovi del 1987 su vocazione e missione dei laiciApostolica]]. Quale funzione devono svolgere i credenti negli eventi politici, nel progresso scientifico e nelle condizioni sociali e di fronte alle nuove situazioni economiche di guerra, di pace, d’ateismo?
LG 31 (EV 1/362) dà una chiara definizione del termine laico.
 
Giovanni Paolo II si domanda quale funzione devono svolgere i credenti negli eventi politici, nel progresso scientifico e nelle condizioni sociali e di fronte alle nuove situazioni economiche di [[guerra]], di [[pace]], d'[[ateismo]]; risponde che al compito importantissimo della [[gerarchia ecclesiastica|gerarchia]] fa riscontro la cooperazione del resto dei [[fedele|fedeli]], cioè dei laici, che sono la parte numericamente più rilevante della Chiesa.
Col nome di laici si intendono qui tutti i fedeli ad esclusione dei membri dell'ordine sacro e dello stato religioso sancito dalla chiesa, i fedeli cioè che, dopo essere stati incorporati a Cristo con il battesimo e, nella loro misura, resi partecipi dell'ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo, per la loro parte compiono, nella chiesa e nel mondo la missione propria di tutto il popolo cristiano.
La realtà secolare è propria del laico, mentre i membri dell'ordine sacro svolgono il loro ministero nell'ambito del sacro, ed i religiosi vivono la dimensione mondana nello spirito delle beatitudini.
I laici cercano il regno di Dio trattando delle cose temporali e ordinandole secondo Dio. Ogni cristiano è impegnato in tutti i singoli doveri e affari del mondo e nella concreta situazione familiare e sociale. All'interno del tempo presente, il credente è chiamato da Dio quasi come un fermento, a santificare il mondo sotto la guida dello
Spirito Santo, a manifestare con la propria vita Cristo agli altri. LG 31 riconosce la partecipazione dei laici basandosi sulla loro qualità di membri della chiesa, grazie al battesimo, e alla missione sacerdotale, profetica e regale di Cristo stesso. I valori
temporali, la realtà terrestre, possiedono una propria consistenza sia pure passeggera, in quanto sono stati creati da Dio e affidati all'uomo per una durata limitata. Dopo la caduta originale, il mondo
può esercitare sull'uomo un influsso negativo, allontanandolo dal suo fine eterno, mentre il concetto di creazione illumina di bontà il creato, rapportandolo a colui che ne è il creatore e Signore. Ora il
peccato dell'uomo nel mondo consiste nel cambiare l'ordine della creazione, mettendo le cose materiali o le persone, che sono relative e creature anch'esse, al posto di Dio, dando così ad esse un valore assoluto che non possiedono. Il cristiano, seguendo la luce della rivelazione, non deve permettere che cose o persone siano poste al di sopra dei valori profondi dello spirito e allontanino la coscienza dalle realtà superiori.
Nelle parrocchie i consigli pastorali, ove clero e laici sono riuniti per organizzare in armonia l'opera di evangelizzazione e di santificazione delle singole comunità cristiane (AA 26: EV 1/1011-1012).--[[Utente:Giacomo Campanile|Giacomo Campanile]] 01:43, 3 apr 2010 (CEST)
 
==Voci correlate==

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