Papa Pio XII: differenze tra le versioni

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== Pontificato ==
[[File:foto PioXII.jpg|frame|Pio XII, foto ufficiale a colori]]
 
[[Papa Pio XI|Pio XI]] morì il [[10 febbraio]] [[1939]]. In qualità di [[Camerlengo (Chiesa cattolica)|camerlengo]], toccò proprio a Pacelli dirigere il [[conclave]] che ne seguì. Il [[2 marzo]] [[1939]], dopo solo tre scrutini e un giorno di votazioni, la scelta ricadde sullo stesso Pacelli, che si impose il nome di '''Pio XII''', a simboleggiare la continuità dell'operato con il precedente capo della Chiesa. Fatto insolito per un conclave, fu eletto colui che, alla vigilia, aveva le migliori possibilità di diventare papa. In effetti Pacelli rappresentava un'ottima scelta politica in quanto era il più esperto in diplomazia tra i cardinali del [[Collegio cardinalizio|Collegio]]. Pacelli fu il primo segretario di Stato dal [[1667]] ([[papa Clemente IX|Clemente IX]]) e il secondo camerlengo (dopo [[papa Leone XIII|Leone XIII]]) a venir eletto papa.
 
[[File:foto PioXII.jpg|frame|Pio XII, foto ufficiale a colori]]L'elezione e l'incoronazione di Pacelli ebbero un'accoglienza mista in Germania. Da parte di alcuni settori della stampa tedesca, giunsero commenti alquanto ostili: il ''Berliner Morgenpost'' scrisse che «l'elezione di Pacelli non è accolta favorevolmente in Germania poiché egli è sempre stato ostile al nazionalsocialismo»; la ''Frankfurter Zeitung'' scrisse che «molti dei suoi discorsi hanno dimostrato che non comprende del tutto le ragioni politiche e ideologiche che hanno iniziato la loro marcia vittoriosa in Germania».<ref>John Cornwell, ''Il Papa di Hitler'', Garzanti, Milano, 2000</ref> D'altra parte l'elezione è accolta favorevolmente in ambienti diplomatici: il capo del Dipartimento degli Affari vaticani presso il Ministero degli Affari esteri del Reich, il consigliere Du Moulin, redige un memorandum sulle tendenze politiche e sulla personalità del nuovo pontefice ove si descrive il neo eletto come «molto amico della Germania». A Berlino ci si ricorda che Pacelli fu il promotore del [[Reichskonkordat|Concordato]] fra la S. Sede e il Terzo Reich e che quando le relazioni fra Chiesa e regime nazionalsocialista si fecero tese, l'atteggiamento del segretario di Stato fu sempre, secondo i dispacci dell'ambasciatore Bergen, molto più conciliante di quello di Pio XI. Il giorno stesso della elezione del nuovo pontefice, il conte Galeazzo Ciano, ministro italiano degli Affari esteri, annotava nel suo diario che alla vigilia, Pignatti di Custoza, ambasciatore d'Italia presso la S. Sede, gli aveva detto essere Pacelli il cardinale favorito dai tedeschi.<ref>Saul Friedländer, ''Pio XII e il Terzo Reich'', Feltrinelli, Milano, 1965. Secondo Friedländer, è possibile che tali reazioni contrastanti siano dovute a una divergenza di opinioni tra Goebbels e Ribbentrop in merito all'atteggiamento che il segretario di Stato di Pio XI avrebbe assunto verso il Reich, nel caso fosse stato eletto papa.</ref>
 
Uno dei primi atti di Pio XII dopo la sua elezione fu, nell'aprile del [[1939]], quello di togliere dall' ''[[Index librorum prohibitorum|Indice]]'' i libri di Charles Maurras, animatore del gruppo politico di estrema destra, antisemita e anticomunista, ''[[Action Française]]'' (che aveva molti simpatizzanti e seguaci cattolici), ai cui aderenti revocò, tra l'altro, anche l'interdizione dai [[sacramenti]] irrogata da Pio XI. Alcuni storici tendono a leggere questo episodio non tanto in chiave antisemita quanto pragmaticamente anticomunista, stante la necessità di favorire gruppi e aggregazioni che sapessero competere, quanto a organizzazione e rapidità di azione politica, con quelli di ispirazione marxista, la cui capacità di mobilitazione nelle Brigate Internazionali nella recente Guerra di Spagna era chiaramente emersa. Altri storici, comunque, sono del parere che il provvedimento sarebbe stato in linea con una minore riprovazione nei confronti del pregiudizio antisemita, in un periodo storico in cui anche l'Italia iniziava a dar concreta applicazione alle cosiddette [[leggi razziali fasciste|leggi per la difesa della razza]].<ref>Michael Phayer, ''La chiesa cattolica e l'olocausto'', Newton & Compton, Roma, 2001, pp.35-36.</ref> Secondo la sociologa e storica francese Jeannine Verdès-Leroux, i discorsi antisemiti divulgati da L'''Action Française'' hanno contribuito «a rendere "possibile", "accettabile" l'introduzione dello statuto degli ebrei nell'ottobre 1940;<ref>Fin dall'indomani della sua costituzione, il governo di Vichy emanò alcuni decreti che facevano chiaramente presagire le sue intenzioni riguardo gli ebrei. Tra il luglio e l'agosto del 1940 infatti fu disposta la revisione delle naturalizzazioni accordate dopo il 1927 e venne abrogato il decreto Marchandeau che puniva l'ingiuria "verso un gruppo di persone che, per la loro origine, appartengono a una determinata razza o religione". Nell'ottobre del 1940 il governo di Vichy avvia una politica antiebraica con lo Statuto degli ebrei e la Legge sugli stranieri di razza giudaica. Gli ebrei vengono allontanati dalla scuola, dalla pubblica amministrazione e dalle professioni liberali, i loro beni sono "arianizzati", cioè espropriati. Gli israeliti stranieri vengono internati nei campi di concentramento. In seguito, previo accordo con i tedeschi, il governo di Vichy permetterà la deportazione degli ebrei, stranieri e francesi, nei campi di sterminio, ove ne saranno massacrati 75.000 (Roberto Finzi, ''L'antisemitismo: dal pregiudizio contro gli ebrei ai campi di sterminio'', Giunti, Firenze, 1997; Giovanni Miccoli, ''I dilemmi e i silenzi di Pio XII'', Rizzoli, Milano, 2000).</ref> l'assuefazione ai discorsi di Maurras e dei suoi accoliti – discorsi che si erano diffusi, avevano oltrepassato la cerchia degli adepti – ha attenuato, in qualche modo, il carattere mostruoso di quelle misure».<ref>Jeannine Verdès-Leroux, ''Refus et violences: politique et littérature à l'extrême droite des années trente aux retombées de la Libération'', Gallimard, Parigi, 1996, pag.55; Giovanni Miccoli, ''I dilemmi e i silenzi di Pio XII'', Rizzoli, Milano, 2000, pag.297.</ref>
A proposito delle persecuzioni contro gli ebrei, va certamente citato il radiomessaggio ''[[Con sempre nuova freschezza]]'' nella [[vigilia]] del [[Natale]] [[1942]]<ref>http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/speeches/1942/documents/hf_p-xii_spe_19421224_radiomessage-christmas_it.html#fn1</ref>, con la sua chiara denuncia in difesa di quelle "centinaia di migliaia di persone, le quali, senza veruna colpa propria, talora solo per ragione di nazionalità o di stirpe, sono destinate alla [[morte]] o ad un progressivo deperimento". Il messaggio venne sentito dalle autorità germaniche come un diretto attacco al nazismo.
 
Durante l'occupazione nazista dell'Italia, dopo l'[[8 settembre]], offrì [[asilo politico]] presso la [[Santa Sede]] a molti esponenti politici antifascisti tra cui [[Alcide De Gasperi]] e Pietro Nenni, appellandosi al fatto che la [[Città del Vaticano]] era uno Stato sovrano. Non sempre i Tedeschi rispettarono l'extraterritorialità di alcune altre aree a Roma, di pertinenza della Santa Sede: nell'inverno del [[1943]] i Tedeschi fecero irruzione nella [[Basilica di San Paolo fuori le mura]] dove arrestarono chi vi si era rifugiato, ed è stato scoperto di recente un piano segreto di Adolf Hitler che prevedeva l'occupazione del [[Vaticano]] e l'arresto di Pio XII, il quale secondo il dittatore nazista ostacolava i piani della Germania <ref name="ReferenceA"/>. A questo proposito, per evitare che Hitler tenesse prigioniero il Papa, Pacelli preparò una lettera di dimissioni da utilizzare in caso di propria cattura, dando istruzioni di tenere un successivo Conclave a Lisbona. Nel [[1943]], quando i tedeschi imposero agli Ebrei romani di versare oro in cambio di una effimera e temporanea salvezza, il Vaticano contribuì fornendo 20 dei 50 chili d'oro richiesti<ref>[http://www.ucei.it/uceinforma/rassegnastampa/2007/ottobre/il_piccolo/151007.asp Il Piccolo di Trieste, 15/10/2007, "Gli ebrei e l'olocausto a Trieste - La ricostruzione storica degli anni terribili - della guerra nella morsa nazifascista - Gli ebrei e l'olocausto a Trieste In esclusiva per «Il Piccolo»: i documenti inediti di Londra" di Fabio Amodeo e Mario J. Cereghino, citato in "Rassegna Stampa" dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane]</ref>. Secondo molti storici, i tedeschi avrebbero poi organizzato il rastrellamento nel [[ghetto]] di [[Roma]] proprio per affronto a papa Pacelli<ref name="ReferenceA"/>. Il [[19 luglio]] [[1943]] dopo il violento bombardamento di San Lorenzo a [[Roma]], si recò nei quartieri colpiti, uscita eccezionale del Pontefice dal Vaticano (allora il Papa usciva dal suo Stato in casi estremamente rari). Il [[4 giugno]] [[1944]], dopo la liberazione ricevette in [[Vaticano]] i soldati alleati. La [[domenica]] successiva i Romani si recarono in massa a [[Piazza San Pietro]] a salutare e a festeggiare il [[Papa]], che, di fatto, era l'unica autorità rimasta nella capitale dopo l'[[8 settembre]]<ref>Enzo Biagi "Racconto di un secolo" [[1999]] Ed. [[Rai|Rai-Eri]].</ref><ref>Emilio Ranzato, Il Pio XII raccontato dalla fiction televisiva "Sotto il cielo di Roma". Solitario protagonista della storia, in «L'Osservatore Romano», 2-3 novembre 2010.</ref>.
 
[[File:PioXII QuartiereS.Lorenzo 20.07.1943.jpg|250px|thumb|right|[[Papa Pio XII]] in visita al quartiere San Lorenzo il [[20 luglio 1943]]]]
 
Il [[19 luglio]] [[1943]], durante la Seconda guerra mondiale, Roma viene bombardata per la prima volta dagli aerei degli Alleati, causando 617 morti ed il danneggiamento della Basilica di San Lorenzo. Il giorno successivo (20 luglio), il [[papa Pio XII]] uscirà dalla [[Città del Vaticano]] per visitare i quartieri colpiti e soccorre le vittime; questa fu un uscita eccezionale del Pontefice dal Vaticano, poiché allora il Papa usciva dal suo Stato in casi estremamente rari.
 
Il [[4 giugno]] [[1944]], dopo la liberazione ricevette in [[Vaticano]] i soldati alleati. La [[domenica]] successiva i Romani si recarono in massa a [[Piazza San Pietro]] a salutare e a festeggiare il [[Papa]], che, di fatto, era l'unica autorità rimasta nella capitale dopo l'[[8 settembre]]<ref>Enzo Biagi "Racconto di un secolo" [[1999]] Ed. [[Rai|Rai-Eri]].</ref><ref>Emilio Ranzato, Il Pio XII raccontato dalla fiction televisiva "Sotto il cielo di Roma". Solitario protagonista della storia, in «L'Osservatore Romano», 2-3 novembre 2010.</ref>.
 
=== Il dopoguerra ===
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