Papa Pio II: differenze tra le versioni

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Pio fu un autore versatile e prolifico. La sua opera più importante sono i ''[[Commentari del suo tempo]]'', la cui stesura iniziò dopo l'elezione del [[1458]] e proseguì sino alla morte; furono pubblicati nel [[1584]] (oltre un secolo dopo) con il nome di Gobelinus (Giovanni Gobelino, un parente tedesco di Piccolomini), al quale vennero attribuiti, ma che era in realtà solo il [[copista]].
 
L'edizione fu curata dall'[[arcivescovo]] di [[Siena]], [[Francesco Bandini Piccolomini]], che alterò pesantemente l'opera, mutilandola dei passi più scabrosi e scandalosi, e modificandone lo stile. Numerosi passaggi soppressi all'epoca della pubblicazione sono stati pubblicati nella ''Transazione'' dell'[[Accademia de' Lincei]] da Signor Cugnoni, assieme ad altre opere inedite. I ''Commentari'' di Pio sono una lettura di notevole valore storico. "Pio II", dice Creighton, "è il primo scrittore che tentò di rappresentare il presente come sarebbe apparso ai posteri, che applicò coscientemente una concezione scientifica della storia alla spiegazione e all'organizzazione degli eventi". Le sue ''Epistole'', che egli stesso raccolse, sono anch'esse un importante fonte di informazioni storiche.
 
I più preziosi di questi scritti storici minori sono le sue storie della [[Boemia]] (''Historia Bohemica'') e dell'imperatore Federico III, quest'ultima parzialmente autobiografica. Abbozzò dei trattati biografici su [[Europa]] ed [[Asia]], e nella prima parte della sua vita produsse numerosi trattati sulle controversie politiche e [[teologia|teologiche]] dei suoi tempi, così come su soggetti estetici.
Rimane celeberrimo il suo detto sul malcostume italico della raccomandazione: {{Quote|Quand'ero solo Enea<br>nessun mi conoscea.<br>Ora che son Pio<br>tutti mi chiaman zio.}}
 
Pio ispirò la struttura urbanistica, forse la prima pianificazione urbana di sempre, della sua splendida città che oggi porta il suo nome: [[Pienza]] (in [[Provincia di Siena]]).
 
Nella sua produzione storico-letteraria spicca anche un volumetto su usi e costumi della Germania, che intitolasi appunto "Germania" ovvero "De situ, ritu, moribus et conditione Germaniae descriptio". È molto importante poiché qui si possono rintracciare le cause remote del [[Luteranesimo]] nel malcontento dei tedeschi contro Roma.
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