Ascesi: differenze tra le versioni

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{{quote iniziale|Fare [[penitenza]], però, è qualcosa di autentico ed efficace soltanto se si traduce in atti e gesti di penitenza. In questo senso, penitenza significa, nel vocabolario [[cristianesimo|cristiano]] [[teologia|teologico]] e [[spiritualità|spirituale]], l'ascesi, vale a dire lo sforzo concreto e quotidiano dell'[[uomo]], sorretto dalla [[grazia]] di [[Dio]], per perdere la propria [[vita cristiana|vita]] per [[Cristo]], quale unico modo di guadagnarla; per [[spogliazione|spogliarsi]] dell'[[uomo vecchio]] e rivestirsi dell'[[uomo nuovo]]; per superare in se stesso ciò che è [[carne|carnale]], affinché prevalga ciò che è spirituale; per innalzarsi continuamente dalle cose di quaggiù a quelle di [[cielo|lassù]], dove è Cristo.|[[Esortazione Apostolica]] ''[[Reconciliatio et Paenitentia]]'', 4, di [[Papa Giovanni Paolo II]]}}
 
'''Ascesi''' (dal [[lingua greca|greco]] ἄσκησις, áskēsis), "esercizio" o "allenamento" per acquisire una determinata tecnica, inizialmente nel campo dell'atletica. In seguito il termine giunse a indicare lo studio della filosofia o la pratica della virtù e, in questa accezione, venne usato dai filosofi greci.
 
L'''Ascesi'' sia israelitica che cristiana diventa l'esercizio volontario della [[persona]] che mira a subordinare i [[valore|valori]] inferiori ai valori superiori, e in particolare alla [[preghiera]], alla [[penitenza]] purificatrice e alla [[carità]], che con il [[Vangelo]] assurge a centro di tutta la [[vita]] [[cristiano|cristiana]]<ref>[[Charles André Bernard]] ([[1983]]), p. 272.</ref>.
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