Donna: differenze tra le versioni

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Purtroppo, l'uso attuale della lingua italiana non aiuta a capire i rapporti: da un lato, ''uomo'' indica la specie umana, come il latino ''homo''. Dall'altro, in latino (come anche in ebraico) esiste un apposito termine per l'essere umano adulto di sesso maschile, ''vir'', ancora usato da Dante, ad esempio. A noi è rimasto l'aggettivo virile, ma il sostantivo è ormai desueto, sostituito da ''uomo'', in un senso quindi riduttivo. Ne deriva che è possibile dire che Dio creò l'uomo maschio e femmina (intendendo uomo nel suo senso etimogico di essere umano), ma che è anche possibile dire che la donna è la compagna dell'uomo (usando uomo nel senso ristretto e non del tutto proprio che spesso oggi gli si attribuisce).
 
Nel [[matrimonio]], la donna vive nella [[santità]] la sua vocazione di [[sposa]] e [[madre]], a immagine della [[Chiesa]], sposa di [[Cristo]] ({{pb|Ef|5,22-24}}), e dona tutta sé stessa ai [[figlio|figli]] che con il [[marito]] genera e alleva.
 
Nella [[Verginità]] e nella [[Vedovanza]], si dona con [[cuore]] indiviso a [[Cristo]], che sceglie come suo unico sposo.
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