Risurrezione dei morti: differenze tra le versioni

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Paolo pone la risurrezione di Cristo quale fondamento e garanzia della speranza cristiana della risurrezione. Con la sua vittoria sulla morte Cristo costituisce l'inizio, da intendersi non temporale, ma causale e soteriologico. Attraverso Cristo la giustizia e la vita -dice Paolo- vengono per tutti gli uomini. Infatti se siamo diventati con Lui una medesima pianta, per conformità alla sua morte, così lo saremo anche conformità alla sua risurrezione. << Mettere in nota cfr.{{pb|Rm|5,18}} e {{pb|Rm|6,5}} >>
 
Nella [[Prima lettera ai Corinti]] {{pb|1Cor|15}} Paolo presenta la risurrezione di Gesù come la sorgente per la risurrezione dei cristiani. Attraverso questa riflessione tenta di rispondere alle obiezioni dei Corinti, di mentalità greca. Essi, infatti, avevano difficoltà a pensare alla risurrezione del corpo, e si chiedevano come fosse il corpo dei risorti. Paolo parte dalla verità della risurrezione di Gesù, che fonda quella dei credenti, presentando motivi presi dalla storia della salvezza e dall'esperienza degli uomini.
 
La realtà corporea e le qualità spiritualizzate del corpo risuscitato, Paolo le definisce con un'espressione che può essere considerata il culmine della fede cristiana nella risurrezione: "per mezzo della potenza che Egli ha di assoggettarsi ogni cosa, trasformerà il corpo della nostra umiliazione, rendendolo simile al suo corpo glorioso"<<Mettere in nota cfr {{pb|Fil|3,21}}>>
 
I corpi risorti, dunque, subiranno una trasformazione misteriosa che li sottrarrà alla corruzione e alla morte. I giusti risorgeranno gloriosi; sul loro corpo si rifletteranno le condizioni del loro stato di [[felicità]] nel regno della [[Gloria]] di Dio.
 
I teologi, nel tentativo di determinare le qualità del corpo risorto glorioso, parlano di [[impassibilità]], [[chiarezza]], agilità e [[sottigliezza]] per dire che il corpo glorioso sarà sottratto alla [[sofferenza]], all' [[opacità]], alla pesantezza e all' impenetrabilità.
 
 
 
 
 
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