Libri dei Re: differenze tra le versioni

Vai alla navigazione Vai alla ricerca
terminata wikificazione
(inserito testo di don Giuseppe Titone e wikificato parzialmente)
 
(terminata wikificazione)
L’opera cita espressamente tre delle sue fonti:
1. #una storia di Salomone,
2. #gli annali dei Re d’Israele,
3. #gli annali dei Re di Giuda;
ma ne ebbe anche altre: oltre la fine del grande documento davidico (1Primo libro dei Re {{passo biblico|1Re|1-2}}), una descrizione del tempio, di origine [[sacerdote|sacerdotale]] (1Primo libro dei Re {{passo biblico|1Re|6-7}}); soprattutto una storia di [[Elia]] composta verso la fine del [[IX secsecolo a.C.]], e una storia di [[Eliseo]] un po’ posteriore; queste due storie sono alla base dei cicli di Elia (1Primo libro dei Re {{passo biblico|1Re|17}}2Secondo libro dei Re) e di Eliseo (2Secondo libro dei Re {{passo biblico|2Re|2-13}}). I brani sul regno di Ezechia in cui appare [[Isaia]] (2Secondo libro dei Re {{passo biblico|2Re|18,17-20,19}}) provengono dai [[discepolo|discepoli]] di questo [[profeta]].
 
Quando non si ha l’utilizzazione delle fonti, gli avvenimenti sono presentati secondo uno schema uniforme: ciascun regno è trattato separatamente e completamente, gli inizi e la fine del regno sono segnati con formule quasi costanti, dove non manca mai un giudizio sulla condotta religiosa del re. Tutti i re d’Israele sono condannati a causa del “peccato d’origine” di questo regno, la fondazione del [[santuario di Betel]]; tra i re di Giuda, otto soltanto sono lodati per la loro fedeltà in genere ai precetti di [[JHWH]]. Ma questa lode per sei volte è limitata dall’annotazione che “le alture non scomparvero”; solo Ezechiele è Giosia ricevono una lode senza riserve.
Questi giudici si ispirano evidentemente alla legge del Deuteronomio sull’unità del santuario. C’è anche di più: la scoperta del Deuteronomio sotto Giosia e la riforma religiosa che essa ispira sono il punto culminante di tutta questa storia, e l’intera opera è una dimostrazione della tesi del Deuteronomio, che è ripresa in 1 Re 8 e 2 Re 17: se il popolo osserva l’alleanza conclusa con Dio, sarà benedetto; se la trasgredisce, sarà castigato. Quest’influsso deuteronomista si ritrova nello stile, ogni volta che il redattore sviluppa o commenta le sue fonti.
 
È verosimile che una prima redazione deuteronomista sia stata fatta prima dell’esilio, prima della morte di Giosia a Meghiddo nel 609, e la lode assegnata a questo re (2 Re 23,25, eccetto le ultime parole) sarebbe la conclusione dell’opera primitiva. Una seconda edizione, egualmente deuteronomista, sarebbe stata elaborata durante l’esilio, dopo il 562 se le si attribuisce anche la fine attuale del libro (2 Re 25,22-30), un po’ prima se la si fa terminare col racconto della seconda deportazione (2 Re 25,21) che ha il tono di una conclusione. Si ebbero poi anche altre aggiunte, durante e dopo l’esilio.
Questi giudicigiudizi si ispirano evidentemente alla legge del [[Deuteronomio]] sull’unità del santuario. C’è anche di più: la scoperta del Deuteronomio sotto Giosia e la riforma religiosa che essa ispira sono il punto culminante di tutta questa storia, e l’intera opera è una dimostrazione della tesi del Deuteronomio, che è ripresa innel 1Primo libro dei Re {{passo biblico|1Re|8}} e 2nel Secondo libro dei Re {{passo biblico|2Re|17}}: se il popolo osserva l’alleanzal’[[alleanza]] conclusa con [[Dio]], sarà benedetto; se la trasgredisce, sarà castigato. Quest’influsso deuteronomista si ritrova nello stile, ogni volta che il redattore sviluppa o commenta le sue fonti.
I libri dei Re devono essere letti nello spirito con cui sono stati scritti, come una storia di salvezza. l’ingratitudine del popolo eletto, la rovina successiva delle due frazioni della nazione sembrano mettere in scacco il piano di Dio; ma c’è sempre, a salvare l’avvenire, un gruppo di fedeli che non hanno piegato il ginocchio davanti a Baal, un resto di Sion che si mantiene fedele all’alleanza. La stabilità delle risoluzioni divine si manifesta nella sorprendente permanenza della discendenza davidica, depositaria delle promesse messianiche, e il libro, nella sua forma ultima, si chiude con la grazia fatta a Joiachìn, come con l’aurora di una redenzione.
 
È verosimile che una prima redazione deuteronomista sia stata fatta prima dell’esiliodell’[[esilio]], prima della morte di Giosia a [[Meghiddo]] nel [[609 a.C.]], e la lode assegnata a questo re (2Secondo libro dei Re {{passo biblico|2Re|23}},{{passo biblico|2Re|25}}, eccetto le ultime parole) sarebbe la conclusione dell’opera primitiva. Una seconda edizione, egualmente deuteronomista, sarebbe stata elaborata durante l’esilio, dopo il [[562 a.C.]] se le si attribuisce anche la fine attuale del libro (2Secondo libro dei Re {{passo biblico|2Re|25,22-30}}), un po’ prima se la si fa terminare col racconto della seconda [[deportazione]] (2Secondo libro dei Re {{passo biblico|2Re|25,21}}) che ha il tono di una conclusione. Si ebbero poi anche altre aggiunte, durante e dopo l’esilio.
 
I libriLibri dei Re devono essere letti nello spirito con cui sono stati scritti, come una storia di [[salvezza]]. l’ingratitudine del popolo eletto, la rovina successiva delle due frazioni della nazione sembrano mettere in scacco il piano di Dio; ma c’è sempre, a salvare l’avvenire, un gruppo di fedeli che non hanno piegato il ginocchio davanti a [[Baal]], un resto di [[Sion]] che si mantiene fedele all’alleanza. La stabilità delle risoluzioni divine si manifesta nella sorprendente permanenza della discendenza davidica, depositaria delle promesse [[Messia|messianiche]], e il libro, nella sua forma ultima, si chiude con la grazia fatta a [[Joiachìn]], come con l’aurora di una redenzione.
 
[[Categoria|Antico Testamento]]
1 207

contributi

Menu di navigazione