Profeta: differenze tra le versioni

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[[File:Isaiah-Michelangelo.jpg|thumb|right|250px|{{Autore|[[Michelangelo Buonarroti]]}}, ''Profeta [[Isaia]]'' ([[1508]] - [[1512]]), affresco; [[Città del Vaticano]], [[Cappella Sistina]]]]
 
Il termine '''profeta''' indica nella [[Bibbia]] una [[persona]] che parla in [[nome]] di [[Dio]].
 
Il termine deriva dal verbo [[lingua greca|greco]] ''pro-phemi'', "parlare al posto di", "parlare in favore di". Il termine [[lingua ebraica|ebraico]] è invece ''nabi'', affine alla parola [[lingua accadica|accadica]] ''nabù'', ede in questa lingua ha un significato più vasto perché include il fatto di "essere chiamato" e "inviato".
 
Il profeta, dunque, non è un indovino, uno che predice il [[futuro]], come l'uso comune del termine potrebbe portarci a credere. Se "prevede" il futuro è perché, inserito nella sua [[cultura]], attraverso la sua [[esperienza]] e storia personale e obbedendo a ciò che gli ha ispirato lo [[Spirito Santo]], osserva il presente prevedendone le conseguenze alla luce della [[Bibbia|Parola di Dio]].
 
Il profeta è il confidente ede il [[messaggero]] di [[Dio]] e, negli avvenimenti, si preoccupa di mettere in evidenza la presenza di Dio nella [[storia]] e, soprattutto, la Sua [[volontà di Dio|volontà]] riguardo alle circostanze [[morali]], [[politica|politiche]] e [[società|sociali]] che si trova a vivere.
 
L'atteggiamento del profeta è duplice:
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[[Categoria:Profeti| Profeti]]

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