Sant'Ignazio di Antiochia: differenze tra le versioni

Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Nessun oggetto della modifica
==Sant'Ignazio di Antiochia nelle parole di Benedetto XVI==
 
Tra le principali personalità della Chiesa nascente figura sant'Ignazio, che è stato il terzo Vescovo di Antiochia, dal 70 al 107, data del suo martirio. In quel tempo Roma, Alessandria e Antiochia erano le tre grandi metropoli dell’Impero romano. Il [[Concilio di Nicea I]] parla di tre ''primati'': ovviamente, quello di Roma, ma vi erano poi anche Alessandria e Antiochia che vantavano un loro ''primato''. '''Sant'Ignazio''', come s’è detto, era Vescovo di Antiochia, che oggi si trova in Turchia. Qui, in Antiochia, come sappiamo dagli [[Atti degli Apostoli]], sorse una comunità cristiana fiorente: primo Vescovo ne fu l'apostolo Pietro – così ci dice la tradizione –, e lì ''per la prima volta i discepoli furono chiamati cristiani'' ({{passo biblico|At|11,26}}). [[Eusebio di Cesarea]], uno storico del IV secolo, dedica un intero capitolo della sua Storia Ecclesiastica alla vita e all’opera letteraria di '''Ignazio''' (3,36). ''Dalla Siria'', egli scrive, ''Ignazio fu mandato a Roma per essere gettato in pasto alle belve, a causa della testimonianza da lui resa a Cristo.
 
Compiendo il suo viaggio attraverso l'Asia, sotto la custodia severa delle guardie'' ,che lui chiama ''dieci leopardi'' nella sua Lettera ai Romani 5,1, ''nelle singole città dove sostava, con prediche e ammonizioni, andava rinsaldando le Chiese; soprattutto esortava, col calore più vivo, di guardarsi dalle eresie, che allora cominciavano a pullulare, e raccomandava di non staccarsi dalla tradizione apostolica'' (3,36,3-4). La prima tappa del viaggio di '''Ignazio''' verso il martirio fu la città di Smirne, dove era Vescovo [[san Policarpo]], discepolo di [[san Giovanni]]. Qui '''Ignazio''' scrisse quattro lettere, rispettivamente alle Chiese di Efeso, di Magnesia, di Tralli e di Roma. ''Partito da Smirne'', prosegue Eusebio, ''Ignazio venne a Troade, e di là spedì nuove lettere'': due alle Chiese di Filadelfia e di Smirne, e una al Vescovo Policarpo. Eusebio completa così l'elenco delle lettere, che sono giunte a noi come un prezioso tesoro. Leggendo questi testi si sente la freschezza della fede della generazione che ancora aveva conosciuto gli Apostoli. Si sente anche in queste lettere l’amore ardente di un Santo. Finalmente da Troade il martire giunse a Roma, dove, nell’Anfiteatro Flavio, venne dato in pasto alle bestie feroci.
7 860

contributi

Menu di navigazione