San Girolamo: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
 
Studiò a [[Roma]],. Si recò nel deserto di Calcis a sud di Aleppo per trascorrervi alcuni anni come eremita. Scrisse in quel tempo la ''Vita Pauli monachi'' (Vita di Paolo eremita) gettando le basi dell’eremitismo occidentale. Nel 379 su consiglio di [[379Evagrio]], accettò di essere [[ordinazione presbiterale|ordinato presbitero]] presbiteroda dal[[Paolino]], vescovo di [[PaolinoAntiochia]], sia condizione di essere esentato dal servizio presso una chiesa, poiché disse che la sua vera vocazione era quella eremitica. Si recò a Costantinopoli dove poté perfezionare lo studio del greco sotto la guida di [[Gregorio Nazianzeno]] (uno dei "[[Padri Cappadoci]]"). Risalgono a questo periodo le letture dei testi di [[Origene]] e di [[Eusebio]]. Tornò a Roma nel [[382]] dove divenne segretario di [[Papa Damaso I]] e conseguì un notevole successo personale, ma alla morte del Papa il suo prestigio scemò e Girolamo nel 386 andò in [[Palestina]], dove fondò alcuni [[convento|conventi]] femminili e maschili; trascorse gli ultimi 14 anni della sua vita come [[eremita]] in una grotta contigua a quella della [[natività]] a [[Betlemme]]. Morì nel 420.
 
Le sue [[reliquia|reliquie]] sono conservate nell'[[urna]] di porfido dell'[[altare]] papale della [[Basilica di Santa Maria Maggiore]] in Roma. I resti pervennero alla Basilica nel [[XII secolo]] e furono riposti all'ingresso dell' ''Antrum Praesepi''; nel [[1409]] la famiglia Guaschi li fece collocare in un altare appositamente costruito. Nel 1424, per mezzo di un lascito del cardinale [[Pietro Morosini]], le [[ossa]] furono riposte in una cassetta d'argento del costo di 100 fiorini. Per la costruzione della [[cappella Sistina]] o del [[Santissimo Sacramento]], papa [[Sisto V]] fece demolire la precedente, dedicata a San Girolamo, al cui altare quattrocentesco si veneravano i resti. Secondo una leggenda il [[canonico]] Ludovico Cerasola, per evitare un'eventuale loro [[traslazione]] alla chiesa di S. Girolamo degli Schiavoni, li nascose nel pavimento a destra del presbiterio. In seguito il cardinale [[Domenico Pinelli]] riesumò la cassa d'argento contenente il corpo di San Girolamo e la pose sotto la [[confessione]]. Rinvenuta la cassetta nel 1747 fu collocata definitivamente all'altare del Papa.
Dopo tre anni di vita monastica tornò a Roma nel [[382]] dove divenne segretario di [[Papa Damaso I]] e conseguì un notevole successo personale, ma alla morte del Papa il suo prestigio scemò e Girolamo tornò in Oriente, dove fondò alcuni [[convento|conventi]] femminili e maschili, in uno di questi trascorse gli ultimi anni. Morì nel 420.
 
Le sue [[reliquia|reliquie]] sono conservate nell'[[urna]] di porfido dell'[[altare]] papale della [[Basilica di Santa Maria Maggiore]] in Roma. I resti pervennero alla Basilica nel [[XII secolo]] e furono riposti all'ingresso dell' ''Antrum Praesepi''; nel [[1409]] la famiglia Guaschi li fece collocare in un altare appositamente costruito. Nel 1424, per mezzo di un lascito del cardinale [[Pietro Morosini]], le [[ossa]] furono riposte in una cassetta d'argento del costo di 100 fiorini. Per la costruzione della [[cappella Sistina]] o del [[Santissimo Sacramento]], papa [[Sisto V]] fece demolire la precedente, dedicata a San Girolamo, al cui altare quattrocentesco si veneravano i resti. Secondo una leggenda il [[canonico]] Ludovico Cerasola, per evitare un'eventuale loro [[traslazione]] alla chiesa di S. Girolamo degli Schiavoni, li nascose nel pavimento a destra del presbiterio. In seguito il cardinale Domenico Pinelli riesumò la cassa d'argento contenente il corpo di San Girolamo e la pose sotto la [[confessione]]. Rinvenuta la cassetta nel 1747 fu collocata definitivamente all'altare del Papa.
 
Una sua reliquia si espone nella chiesa di [[Sant'Onofrio al Gianicolo]].<ref>{{Reliquie insigni e corpi santi a Roma 1998}}.</ref>
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