Cathopedia:Commemorazione del 5 agosto 1986 Card. Giovanni Colombo

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Omelia del Cardinale Giovanni Colombo per i funerali del card. Carlo Confalonieri celebrati a Seveso nella Chiesa Prepositurale dei SS. Gervaso e Protaso dove Confalonieri fu battezzato.

La lunga parabola terrena dell'Eminentissimo fratello Carlo Confalonieri, si sta concludendo là dove è iniziata. Infatti, qui "il figlio del falegname" nacque: presso il Santuario di San Pietro Martire, durante una breve parentesi, di ritorno dal fronte della prima guerra mondiale, ricevette l'ordinazione presbiterale, settanta anni or sono; e poi, conseguite le lauree teologiche a Roma, iniziò il suo ministero sacerdotale a Barlassina. Presto avvenne un distacco, che apparentemente lo portò lontano: a Milano dapprima e poi a Roma, come collaboratore di Achille Ratti, il nostro Papa milanese Pio XI. Vennero quindi gli anni trascorsi come Arcivescovo dell'Aquila e quelli più numerosi nella Curia di Roma. Così per più di cinquanta anni, i suoi ritorni alla sua Seveso e alla diletta Brianza consistettero in fugaci visite, brevissimi soggiorni, perché gli alti uffici lo impegnavano altrove; il cuore però, gli rimase brianzolo, anche quando fu rivestito delle vesti pontificali e di quella cardinalizia. Ce ne accorgemmo tutti, quando in questi ultimi anni poté venire a Milano per qualche solenne celebrazione. Era sempre un ritorno in famiglia. Io gli sono grato particolarmente per la sua presenza alle feste di S. Carlo del 1965, in occasione del IV centenario dell'ingresso in diocesi del più grande dei Borromeo e nel 1973 per la storica inaugurazione del restaurato Seminario di Corso Venezia. E, poi, lo abbiamo tutti salutato Legato Pontificio al Congresso Eucaristico e a fianco del Santo Padre nel suo secondo pellegrinaggio in terra ambrosiana. Il suo comportamento, anche quando divenne ieratico e in pari tempo solennemente cortese non mancava mai di spigliatezza e di saggezza concreta: doti che noi sappiamo tipiche del sacerdote lombardo. Egli era uno della nostra gente e il suo cuore palpitava per i problemi che animavano le nostre popolazioni, come avvenne anche nei tristi e ben noti avvenimenti di Seveso, dieci anni or sono. Si accorsero di questa sua anima popolare i fedeli di Barlassina, quando lo ebbero ospite una sera di maggio 83. Ci si accorgeva di questo, anche quando a Roma qualche ambrosiano lo andava a visitare. E adesso, fratello carissimo, accogli il nostro invito: ritorna alla tua terra! Qui riposerai per sempre in attesa della risurrezione. Mentre ti invitiamo al riposo e vieni all'ombra dei cipressi che vigilano le tombe dei nostri cimiteri il tuo popolo ti aspetta invocando per te, con le sue preghiere, la pace del Signore, quella pace che non conosce sera. Ora, risuona anche per te la parola di Cristo Signore, che echeggia nella santa liturgia: "Vieni servo fedele; hai perseverato con me nelle mie stesse prove. Perciò preparo anche per te il Regno dei Cieli". Sì, noi riconosciamo nella vita del Cardinale Carlo Confalonieri i segni di un umile servizio e di un'eccellente fedeltà, che non è mai venuta meno, sia nelle grandi che nelle piccole cose, sia verso la Chiesa Cattolica, sia nei confronti del Romano Pontefice. Avànzati, dunque, venerato fratello, eminentissimo Cardinale Confalonieri, avànzati col tuo passo deciso e fermo verso l'eternità beata, verso il tuo Signore. Avànzati con fede e coraggio, come hai fatto in tutta la tua esistenza serena e nobile. Non ci sono più misteri per te. Colui che hai servito con costanza e discrezione sulla cattedra di S. Pietro, ora ti appare trasfigurato in piena luce: Egli è il Cristo, il figlio del Dio vivente, riconosciuto da Simone a Cesarea di Filippi. Egli viene a giudicarti e ti accoglie misericordioso; in cambio della tua fedeltà, ti concederà di sedere al banchetto dell'Agnello e cenerà con te. Eminentissimo Cardinale, noi preghiamo per te, perché il tuo riposo sia felice e secondo le promesse del Vangelo, ma anche tu prega per noi; ne abbiamo di bisogno. Ti raccomandiamo la nostra Chiesa Ambrosiana, perché essa sia sempre fedele alle sue feconde tradizioni. Ti affidiamo il seminario diocesano che nella sua sede di Seveso si è reso deserto e invoca giovinezze, decise a consacrarsi alla causa della Chiesa Cattolica. Intercedi per questo popolo che è pur tuo, perché rimanga nella retta osservanza della fede cattolica che implica sempre rispetto e ubbidienza al Sommo Pontefice. Fa comprendere a molti cattolici distratti che non occorre essere Cardinali di Santa Romana Chiesa per agire con piena disponibilità alle direttive pontificie. Questo armonioso accordo, infatti, è un'esigenza che scaturisce dalla comunione apostolica, quotidianamente invocata nelle nostre assemblee eucaristiche. Amato e venerato Vescovo Carlo, intercedi anche per me, perché dopo una giornata lunga, serena e laboriosa sino all'ultimo, come fu la tua, anche il mio passo fatale arrivi alla fine alle soglie del Paradiso, all'incontro con la misericordia di Dio, l'unico Signore e l'unico Ideale della nostra esistenza consacrata.

Seveso, 5 agosto 1986 + Card. Giovanni Colombo