Cenacolo Artistico Forlivese

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Il Cenacolo Artistico Forlivese è un'associazione di artisti fondata a Forlì nel 1920 per iniziativa di Giovanni Marchini e di don Tommaso Nediani[1]: ebbe sede nell'ex barriera daziaria di Porta Cotogni, sul lato destro della via, venendo da Piazza Saffi. La sede fu inaugurata il 25 novembre del 1920, con lo Statuto, lo stendardo e il motto Sub luce tua carpimus iter[2]. Si tratta di "un’esperienza importante all’interno di un panorama culturale di più ampio respiro, con diretti collegamenti con i centri artistici di Firenze, Bologna, Venezia e Roma"[3].

Al Cenacolo Giacomo Balla donò il proprio dipinto Siamo in quattro (beato chi li trova)[4]. Poiché la vita del Cenacolo fu sconvolta dalla perdita della sede, quando gli edifici dell'ex barriera daziaria furono abbattuti per far posto alla costruzione di due nuovi palazzi[5], tanto da giungere al suo scioglimento de facto, a sua volta, Marchini, nel 1930, donò l'opera alla Pinacoteca civica di Forlì, dov'è tuttora conservata.

Del Cenacolo Artistico Forlivese fecero parte, tra gli altri:

Voci correlate
  1. E. Casadei, Forlì e dintorni, Società Tipografica Forlivese, Forlì 1928, pp. 326-327; Museo di Pignaca, 1920ca - Forlì Cenacolo Artistico - cartolina con alcuni componenti.
  2. E. Santarelli, 1920: nasce il "Cenacolo Artistico Forlivese", ne Il Pensiero Romagnolo, 17 febbraio 1990, Terza Pagina.
  3. Il Cenacolo Artistico Forlivese
  4. Romagna futurista
  5. Le cosiddette Palazzine Gemelle di Cesare Bazzani.
  6. Balla e dintorni. Tracce futuriste nella Pinacoteca Civica di Forlì Archiviato il 15 ottobre 2011 in Internet Archive.
Voci correlate