Discussione:Giuseppe Ingrao

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Ricordi di Padre Giuseppe Ingrao

In occasione dell'anniversario della morte di mio zio, invio alcuni ricordi di mia mamma, sua sorella Maria Ingrao. Cordiali saluti.

Ricordi di Padre Giuseppe Ingrao Maria Ingrao Il primo ricordo che ho del passato di mio fratello Giuseppe è un episodio dell’infanzia, nella nostra bella Sicilia. Lui era il fratello maggiore e quando stava con il fratello secondogenito capitava che prendesse un tavolo, mettesse una tovaglia, due candeline, e dicesse al fratellino di essere il prete e che lui era il suo chierichetto. Così si diveritano a giocare alla Santa Messa. Da ragazzo Giuseppe andava in una sartoria per imparare il mestiere, era molto sveglio e amato dal sarto che ne tesseva le lodi. Fu sicuramente in quel periodo che sentì la chiamata di Dio e quando fu sicuro della sua vocazione ne parlò con i nostri genitori. Loro non la presero bene, specialmente nostro padre che lo voleva vedere affermato come sarto. Passato un po’ di tempo e preso atto della sua scelta, papà pensò all’anziano arciprete del paese, al prestigio che questi dava ai membri della sua famiglia, e alle chiacchiere di paese per le quali si diceva che li aiutasse anche economicamente. A quell’idea, la vocazione del figlio fu più tollerata e ne parlò con ritrovato favore a Giuseppe. Mio fratello si ribellò a quella prospettiva di comodo e dichiarò invece che sarebbe andato lontano, in missione con i Gesuiti, ad aiutare i bisognosi nel mondo. Nostro padre divenne nuovamente ostile, così Giuseppe si vide costretto ad allontanarsi da casa con uno stratagemma. Si fece aiutare da un amico al quale passò le valigie dalla finestra della sua camera. Poi disse ai nostri genitori che sarebbe stato via solo pochi giorni con degli amici, infatti aveva con sè solo un bagaglio leggero. Non era felice di quella bugia ma gli sembrò l’unico modo. Nostro padre non disse nulla, nostra madre invece dovette sospettare qualcosa, perchè diversamente dal solito quella volta Giuseppe li baciò prima di uscire. Quando nostro padre seppe che Giuseppe era andato a studiare dai Gesuiti ne fu molto contrariato e aiutato da un amico fece scrivere tante lettere indirizzate al convento, chiedendo di far tornare indietro il figlio. Dal convento risposero una volta sola facendogli capire che avrebbe dovuto rassegnarsi. Dopo gli studi ed aver preso i voti, Padre Giuseppe passò da molti posti che non ricordo, ed infine partì per il Madagascar. Da lì iniziò a scriverci che c’era un gran bisogno di vestiti e viveri a lunga conservazione, così periodicamente organizzavamo una spedizione. Io stessa, trasferitami a Torino, organizzai alcune raccolte di beneficenza con lo scopo di raccogliere fondi per la sua missione. Mio fratello Agostino riuscù a raggiungerlo per un periodo in Madagascar e lì contribuì alla costruzione di un pozzo e delle tubazioni per portare l’acqua direttamente nel villaggio. Ogni tanto Padre Giuseppe rientrava in Italia, visitava la famiglia in Sicilia e anche noi sorelle e fratelli che ci eravamo trasferiti a Torino. Erano sempre giorni di grande gioia. Una volta invece fu nostra madre che lo raggiunse in Madagascar per qualche giorno. Mio fratello Agostino fece un ultimo viaggio in Madagascar dopo la morte di Giuseppe, per portare una sua foto ricordo nel villaggio dove operava. Ora Padre Giuseppe è sicuramente al cospetto del Signore.

Roberto Cicci (rocicci chiocciola gmail punto com), 2019-04-25 21:20:22 GMT