Festa di Sant'Alessandro (Alessandria del Carretto)

Da Cathopedia, l'enciclopedia cattolica.
100%Decrease text sizeStandard text sizeIncrease text size
Share/Save/Bookmark
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Festa di Sant'Alessandro (Alessandria del Carretto)
AlessandriaCarretto FestaAlbero 02.jpg
Abete bianco innalzato con i premi appesi
Festa patronale
Festa locale
Commemorazione celebrata Sant'Alessandro, patrono della città
Chiamata anche Festa dell'Abete o Festa della pita
Note
Stato bandiera Italia
Regione Stemma Calabria
Provincia Cosenza
Comune Alessandria del Carretto
Località
Luogo specifico Massiccio del Pollino, vie del centro storico e piazza di San Vincenzo
Diocesi Cassano all'Jonio
Periodo Primavera
Data inizio 2 maggio
Data fine 3 maggio
Data mobile aprile, ultima domenica
Data d'istituzione XVII secolo
Organizzata da Parrocchia di Sant'Alessandro Martire, Comune di Alessandria del Carretto
Tradizioni religiose Messa e processione
Tradizioni folcloristiche Taglio dell'abete bianco, albero della cuccagna
Tradizioni culinarie Capretto arrostito, misceruhë e pallaccë, stigliohë, gliommeriellë
Informazioni
Collegamenti esterni
Sito web

La Festa di Sant'Alessandro, detta anche Festa dell'Abete o Festa della pita‬ (in dialetto, Feste da Pitë) si tiene annualmente ad Alessandria del Carretto (Cosenza) in onore di sant'Alessandro I (80 ca. - 115), papa, martire e patrono della città.

La festa si svolge in due tempi distinti:

Storia

La tradizione vuole che la festa ebbe inizio nel XVII secolo, quando un boscaiolo trovò all'interno del tronco di un abete bianco l'immagine di sant'Alessandro. Da quel giorno, si svolge una festa comunitaria scandita da lavori preparatori, riti collettivi, cerimonie religiose e momenti spettacolari.

Descrizione

La Festa di Sant'Alessandro si articola in quattro fasi, scandite dalla tradizione:

Istituzionale

La festa si apre, nell'ultima domenica di aprile, con alcune attività organizzative:

  • la scelta dell'albero;
  • la segnalazione dell'albero scelto alle autorità del Parco Nazionale del Pollino, a quelle della Comunità Montana della Val Sarmento ed a quelle del Comune di Terranova del Pollino, queste ultime situate in Lucania;
  • l'approvazione del taglio dell'albero;
  • la marchiatura dell'albero in presenza del sindaco di Alessandria del Carretto, del presidente della Comunità montana della Val Sarmento, della Guardia Forestale e di un rappresentante del Parco Nazionale.

Preliminare

Nell'ultima domenica di aprile, la giornata prosegue con le operazioni preliminari:

  • l'abbattimento dell'albero;
  • il reperimento della cima (in dialetto cimahë), ossia la parte sommitale dell'abete che viene reciso con una tecnica particolare che permette ai rami di restare integri;
  • la pulizia e la messa a misura del tronco;
  • il trasporto dell'albero dal bosco fino in paese, che è sempre preceduta dal cima, al quale partecipano tutti gli alessandrini, che "tirano" u traviettë, una piccola trave di legno;
  • il tragitto è allietato da canti, balli, suoni di zampogne, organetti e tamburelli, e prevede una sosta alla Difisella, dove il corteo si ferma per rifocillarsi con un pranzo a base di prodotti tipici e piatti tradizionali (capretto arrostito, misceruhë e pallaccë, stigliohë e gliommeriellë), accompagnati dal vino locale.
  • il percorso termina, la sera, nella piazza di San Vincenzo.

Rituali

Nel pomeriggio del 2 maggio, al suono della campana della Chiesa di San Vincenzo, i volontari si ritrovano per pulire l'abete, togliendogli la corteccia e piallandolo con accuratezza, per rendere il fusto levigato e per strofinarlo con grasso di animale (u sivë), in modo da rendere più erta l'arrampicata.

Spettacolari

Il 3 maggio, giorno dedicato al Santo patrono, si svolgono le azioni più spettacolari ed emozionanti della festa:

  • il ricongiungimento del tronco con la cima, adornata con prodotti locali, in pratica, viene realizzato un "albero della cuccagna" alto circa 16 metri;
  • l'innalzamento e il riabbattimento della pita;
  • la scalata della pita intentata da varie persone, senza alcuno strumento, ed una volta arrivato in cima prendere più premi che può;
  • l’incanto, cioè l'asta pubblica di prodotti alimentari locali;
  • la celebrazione eucaristica e la processione in onore di sant'Alessandro;.

Al termine della festa, l'albero viene abbattuto. La caduta della pita è salutata con un applauso e tutti i presenti ne prelevano un rametto che porteranno con sé come ricordo di sant'Alessandro e della sua festa.[1]

Sapori di festa

La festa, come vuole la tradizione, vive anche a tavola con i piatti della tradizione:

  • capretto arrostito;
  • misceruhë e pallaccë, funghi prugnoli cucinati con un formaggio simile alla mozzarella;
  • stigliohë, interiore di capretto;
  • gliommeriellë, involtini di carne.

Galleria fotografica

Note
Bibliografia
  • Francesco Delia, La festa della "Pita" ad Alessandria del Carretto: identità culturale e risorse performative, Editore Università di Bologna-DAMS, Bologna 2006
Voci correlate
Collegamenti esterni