Guerra di successione spagnola

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Schema delle parentele dei pretendenti al trono spagnolo alla morte di Carlo II
L'Europa all'inizio della guerra di successione spagnola
L'Europa alla fine della guerra

La guerra di successione spagnola fu uno dei più importanti conflitti europei combattuti nel XVIII secolo. Il conflitto scoppiò nel 1700, alla morte dell'ultimo re di Spagna della casa d'Asburgo, l'infermo e senza eredi Carlo II di Spagna. Carlo II, ultimo rampollo della dinastia asburgica e re di Spagna, da tempo aveva cessato di rappresentare un pericolo negli equilibri europei. Sotto il suo governo la Spagna aveva perso lo statuto di grande potenza, ma proprio alla morte del re tutta l'Europa si trovò a pendere dalle sue decisioni successorie. Vi era in ballo una grossa eredità, oltre alla Spagna erano in gioco le Fiandre (odierno Belgio), i vari possedimenti nella penisola italica e le colonie sud-americane.

La questione di chi avrebbe dovuto succedergli preoccupava i governi di tutta Europa, e i tentativi di risolvere il problema con una spartizione dell'impero tra i candidati eleggibili proposti dalle casate di Francia (Borbone), Austria (Asburgo) e Baviera (Wittelsbach) fallirono. Sul letto di morte Carlo II, su suggerimento della Santa Sede che temeva una forte presenza imperiale in Italia, nominò suo erede Filippo, nipote di re Luigi XIV di Francia. Con Filippo al governo della Spagna la dinastia borbonica occupò due dei troni più potenti d'Europa, rompendo gli equilibri sino ad allora esistenti sul continente.

L'incoronazione di Filippo re di Spagna trovò inizialmente una situazione favorevole, con l'improvvisa morte del re d'Inghilterra Guglielmo III, l'Olanda colta di sorpresa e con l'Austria che si trovava in quel momento presa tra due fuochi, quello meridionale minacciato dai Turchi e quello settentrionale con il pericolo svedese. In questo scenario re Sole non si accontentò di avere il nipote re di Spagna, ma contrariamente agli accordi presi, lo dichiarò qualificato a succedergli.

Queste decisioni spinsero l'imperatore germanico, l'Inghilterra e l'Olanda a coalizzarsi sotto la guida di due abili condottieri: John Churchill per gli eserciti britannici e olandesi, e Eugenio di Savoia per il impero.

Inglesi, olandesi e austriaci dichiararono guerra alla Francia nel maggio 1702. Invasa la Spagna, la coalizione detronizzò il re borbone e impose sul trono Carlo d'Asburgo che, acclamato nel 1703 a Vienna come Carlo III di Spagna, giunse a Madrid nel 1704 rimanendovi per i sette anni successivi. Dal 1708 gli eserciti di John Churchill e di Eugenio di Savoia assicurarono la vittoria della coalizione imperiale nelle Fiandre e in Italia, e sconfissero l'alleato di Luigi XIV, la Baviera, e invasero la Francia. Intanto la Spagna insorgeva e nel 1710 sotto la guida del generale francese Vendòme cacciarono Carlo d'Asburgo. L'aumento delle perdite umane e finanziarie spinsero l'Inghilterra a progettare l'uscita dal conflitto, in particolare dopo l'ascesa al potere nel 1710 del Partito Tory.

Nel 1711 moriva improvvisamente l'imperatore Giuseppe I d'Asburgo e Carlo d'Asburgo gli successe, rimescolando di nuovo gli equilibri nel continente.

Francesi e inglesi prepararono il terreno per una conferenza di pace da tenersi nel 1712. Re Sole ammorbidì le sue posizioni e si accontentò di una pace a buone condizioni, pace che fu firmata nel trattato di Utrecht del 1713 e di Rastadt del 1714.

Francia e Spagna si accordarono a Utrecht con Inghilterra, Olanda, Prussia, Portogallo e Savoia, mentre l'Impero con Carlo VI proseguì unilateralmente le ostilità sino all'anno seguente quando anch'egli si piegò alle decisioni degli accordi di Utrecht firmando la pace a Rastadt.

Con la pace fu posto sul trono di Spagna Filippo V, con l'impegno francese a non riunire in perpetuo le due corone. La Francia cedeva agli inglesi il controllo delle colonie del Nord America. La Spagna mantenne il suo controllo sulle colonie, ma dovette abbandonare i suoi possedimenti in Europa: le Fiandre, il ducato di Milano, la Sardegna, il regno di Napoli, la stato dei Presidi e la Sicilia. L'Inghilterra con il controllo su Gibilterra e Maiorca si assicurò il controllo marittimo del Mediterraneo e sul piano mondiale si assicurò il predominio sui mari. L'Austria ottenne, come risarcimento alla rinuncia alla successione spagnola, le Fiandre, il ducato di Milano, il regno di Napoli, la Sardegna e lo stato dei Presidi.

Al Piemonte di Vittorio Amedeo II, unico stato italiano ad aver preso parte al conflitto, fu annessa la Sicilia, e il duca di Savoia poté fregiarsi del titolo di re di Sicilia. Inoltre i Savoia ampliarono i loro possedimenti sulla terraferma con l'annessione di Casale, Alessandria, Valenza e alcune zone del Monferrato.

Il resto della penisola fu così ripartito: Venezia ottenne i possedimenti istriani e dalmati, mantenne il Veneto, il Friuli e buona parte della Lombardia fino a Bergamo. Il ridotto ducato di Milano assorbì nel 1707 quello di Mantova. I Farnese mantennero il ducato di Parma e Piacenza. Genova mantenne le riviere di levante e ponente. Il ducato di Modena rimase agli Este e Lucca mantenne la propria indipendenza. Il gran ducato di Toscana e lo stato della Chiesa mantennero i propri possedimenti.


Bibliografia
Collegamenti esterni