Purgatorio: differenze tra le versioni

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In modo [[dogma|dogmatico]], la dottrina del Purgatorio venne definita dal [[Concilio di Lione]] del [[1274]], da [[concilio di Firenze|quello di Firenze]] del [[1438]] e infine ribadita nel [[Concilio di Trento]], nel [[1563]].
 
== Approfondimento ==
 
La dottrina afferma che coloro che muoiono nella Grazia di Dio, senza però essersi completamente purificati, sebbene siano certi della loro salvezza eterna, vengono sottoposti, dopo la loro morte, ad una purificazione, al fine di ottenere la [[santità]] necessaria per entrare nella gioia del Cielo. Tale purificazione consiste nelle medesime, dolorose pene [[Inferno|infernali]], con la differenza che le pene del Purgatorio hanno un termine (al contrario di quelle infernali, che sono eterne), e inoltre sono stemperate dalla luce della [[Speranza]] Divina che scende dal Paradiso. Per questo, le anime del Purgatorio sono in perenne e continua [[preghiera]], che li aiuta a sostenere la pena della purificazione.
== Nella letteratura cristiana ==
 
=== DanteNella AlighieriDivina Commedia ===
 
Nella letteratura cristiana fu certo [[Dante Alighieri]] a dare la visione più completa ed esauriente, in campo [[filosofia|filosofico]] e [[poesia|poetico]], del Purgatorio, che è appunto lo sfondo della seconda cantica della sua ''[[Divina Commedia]]''.
Nella letteratura cristiana fu certo [[Dante Alighieri]] a dare la visione più completa ed esauriente, in campo [[filosofia|filosofico]] e [[poesia|poetico]], del Purgatorio, che è appunto lo sfondo della seconda cantica della sua ''[[Divina Commedia]]''. Dante descrive così la struttura del Purgatorio: esso è un monte, costituito della materia che [[Diavolo|Lucifero]] ha innalzato nella sua caduta, scavando l'abisso dell'Inferno; inoltre, è circondato dal mare, e si troverebbe nell'emisfero antartico del mondo. Sulla cima del Monte Sacro si trova l'[[Eden]], cioè il [[Paradiso Terrestre]], dove vivono nella piena Grazia di Dio gli spiriti dei Santi e dei Beati. Il monte è formato da sette "gironi", ovvero sette sfere metafisiche ove vengono divise le anime secondo i loro peccati, e queste "cornici" sono precedute dall'Antipurgatorio, dove si trovano le anime di coloro che si pentirono solo in fin di vita, le anime dei negligenti e degli [[scomunica|scomunicati]], che devono scontare un determinato periodo prima di poter entrare nel Purgatorio vero e proprio. Dopo un rito di purificazione, alla fine del quale i peccati vengono perdonati, un [[angelo]] "portiere" apre, con le chiavi di [[San Pietro]], la porta del Purgatorio, e allora le anime si accingono a ripagare l'ingiustizia dei loro peccati; infatti, il [[perdono]] non esclude la riparazione al peccato, ma la precede solamente. I sette gironi rappresentano i sette peccati mortali, cioè, in ordine di gravità: [[superbia]], [[invidia]], [[ira]], [[accidia]], [[avarizia]] (e, insieme, [[prodigalità]]), [[gola (peccato)|gola]] e infine [[lussuria]]. Inoltre, ogni girone è custodito da un angelo che rappresenta la [[virtù]] opposta a ciascun peccato, che l'anima deve raggiungere se vuole ascendere ad un altro girone; vi sono dunque (in ordine) l'angelo dell'[[umiltà]], della [[carità]], della [[mansuetudine]], della [[sollecitudine]], della [[povertà]], della [[temperanza]] e della [[castità]], che sono infatti le sette virtù divine. Inoltre, in ciascun girone vi è una pena diversa per le anime, regolata (come anche nell'Inferno) dalla cosiddetta "legge del contrappasso", che impone una pena simmetrica od opposta al peccato commesso. Per questo, i superbi sono condannati a camminare reggendo sulle spalle degli enormi e pesantissimi massi, che li costringono a camminare col volto basso (mentre in vita si ergevano altezzosi), gli invidiosi hanno le palpebre cucite col fil di ferro (mentre in vita guardavano con malignità i beni altrui), gli iracondi sono immersi in un fumo nerissimo che li acceca (come in vita erano accecati dal "fumo" della propria rabbia), gli accidiosi sono costretti a correre perennemente, senza mai fermarsi (mentre in vita si rilassavano nell'ozio), gli avari hanno il volto costantemente e totalmente immerso nella terra (come in vita erano immersi nel denaro, che è un bene di terra), i golosi sono costretti a sopportare impietosamente la fame e la sete (mentre in vita abbondavano nel banchettare) e i lussuriosi sono sempre immersi in fiamme ardenti (come in vita erano immersi nelle "fiamme" della passione sessuale). Del meccanismo di purificazione fanno parte anche i numerosi ''exempla'', sia del vizio punito sia della virtù corrispondente, che sono presentati agli espianti, e che Dante descrive con grande perizia tecnica sulla scorta delle maggiori opere teologiche del suo tempo. Quando un'anima ha scontato tutti i peccati di cui era schiava, nel Purgatorio si verifica un terremoto, che è il segnale che tale anima può finalmente elevarsi a Dio, ed entrare in Paradiso purificata. Tuttavia, un'anima, per entrare nell'Eden, deve prima immergersi in due fiumi sacri: il primo è il Lete, le cui acque (già secondo la [[mitologia]] greco-romana) lavano il peccatore dalle memorie di tutti i peccati commessi, mentre il secondo è l'Eunoè (di invenzione dantesca), le cui acque invece fanno tornare alla memoria dell'anima tutto il bene compiuto in vita. Dopodiché, l'anima accede davvero al Paradiso, cioè alla beatitudine eterna.
 
Dante descrive il Purgatorio come un monte, costituito della materia che [[Diavolo|Lucifero]] ha innalzato nella sua caduta, scavando l'abisso dell'Inferno; è circondato dal [[mare]], e si trova nell'emisfero antartico del mondo. Sulla cima del Monte Sacro si trova l'[[Eden]], cioè il [[Paradiso Terrestre]], dove vivono nella piena Grazia di Dio gli spiriti dei [[santo|Santi]] e dei [[beato|Beati]]. Il monte è formato da [[sette]] ''gironi'', ovvero sette sfere metafisiche ove vengono divise le anime secondo i loro [[peccato|peccati]], e queste "cornici" sono precedute dall'Antipurgatorio, dove si trovano le anime di coloro che si pentirono solo in fin di vita, le anime dei negligenti e degli [[scomunica|scomunicati]], che devono scontare un determinato periodo prima di poter entrare nel Purgatorio vero e proprio.
Dante considera il Purgatorio come il luogo dove si scontano non tanto i peccati realmente commessi (come all'Inferno), quanto invece la ''tendenza'' a tali peccati. La purificazione, per le anime, è dunque una vera e propria lotta contro sé stessi ispirata dall'amore per Dio, più che una semplice pena. Infatti, Dante incontra nel girone dei lussuriosi l'anima di Guido Guinizelli, poeta amico di Dante, che all'epoca era vivente, e alla confusione del "sommo poeta" riguardo la sua presenza in Purgatorio, Guido dice: {{quote|son Guido Guinizelli; e già mi purgo,<br/>per ben dolermi prima ch'a lo stremo.|Dante Alighieri, ''Divina Commedia'', "Purgatorio", canto XXVI, vv. 92-93}}
 
Dopo un rito di purificazione, alla fine del quale i peccati vengono perdonati, un [[angelo]] "portiere" apre, con le chiavi di [[San Pietro]], la porta del Purgatorio, e allora le anime si accingono a ripagare l'ingiustizia dei loro peccati; il [[perdono]] infatti non esclude la riparazione al peccato, ma la precede solamente.
Cioè, si sta già purgando poiché s'è pentito prima di morire, mentre era ancora in vita. Il Purgatorio, quindi, è dimensione invisibile nell'uomo, oltre che luogo metafisico delle anime dei defunti, ed è sempre accessibile ai penitenti. Da notare, infine, che nel Purgatorio Dante descrive la successione del giorno e della notte, al contrario dell'Inferno e del Paradiso, dove vi è, rispettivamente, eterna tenebra ed eterna luce; infatti, il Purgatorio è l'unico regno metafisico temporale, in quanto sparirà quando l'ultimo uomo ne sarà uscito (dopo il [[Giudizio Universale]]); per questo, è il regno più simile al mondo fisico (cioè la Terra).
 
I sette gironi rappresentano i sette [[vizi capitali]]: [[superbia]], [[invidia]], [[ira]], [[accidia]], [[avarizia]] (e, insieme, [[prodigalità]]), [[gola]] e infine [[lussuria]].
=== Santa Caterina Fieschi Adorno ===
 
Ogni girone è custodito da un angelo che rappresenta la [[virtù]] opposta a ciascun peccato, che l'anima deve raggiungere se vuole ascendere ad un altro girone; vi sono dunque (in ordine) l'angelo dell'[[umiltà]], della [[carità]], della [[mansuetudine]], della [[sollecitudine]], della [[povertà]], della [[temperanza]] e della [[castità]].
La santa e mistica genovese scrisse il ''Trattato del Purgatorio'', dove con parole semplici cercò di spiegare in ventiquattro capitoli questa complessa verità di fede. Alcuni Titoli:
* Capitolo II - Gioia delle Anime del Purgatorio e loro crescente visione di Dio. L'esempio della ruggine. purganti al volere di Dio;
* Capitolo VII. - Con quale violenza d'amore le Anime del Purgatorio bramano di godere Iddio. L'esempio del pane e dell'affamato;
* Capitolo XII. - Come Dio purifica le Anime. L'esempio dell'oro nel crogiuolo.<ref>[http://www.paginecattoliche.it/modules.php?name=News&file=print&sid=225 ''Trattato del Purgatorio''] su PagineCattoliche.it</ref>
 
In ciascun girone vi è una pena diversa per le anime, dettata (come anche nell'Inferno) dalla ''legge del contrappasso'', che impone una pena simmetrica od opposta al peccato commesso:
* i superbi sono condannati a camminare reggendo sulle spalle degli enormi e pesantissimi massi, che li costringono a camminare col volto basso, mentre in vita si ergevano altezzosi;
* gli invidiosi hanno le palpebre cucite col fil di ferro, mentre in vita guardavano con malignità i beni altrui;
* gli iracondi sono immersi in un fumo nerissimo che li acceca, come in vita erano accecati dal "fumo" della propria rabbia;
* gli accidiosi sono costretti a correre perennemente, senza mai fermarsi, mentre in vita si rilassavano nell'ozio;
* gli avari hanno il volto costantemente e totalmente immerso nella terra, come in vita erano immersi nel denaro, che è un bene di terra;
* i golosi sono costretti a sopportare impietosamente la [[fame]] e la [[sete]], mentre in vita abbondavano nel banchettare;
* i lussuriosi sono sempre immersi in fiamme ardenti, come in vita erano immersi nelle "fiamme" della [[passione]] [[sessualità|sessuale]].
 
Del meccanismo di purificazione fanno parte anche i numerosi ''exempla'', sia del vizio punito, sia della virtù corrispondente, che sono presentati agli espianti, e che Dante descrive con grande perizia tecnica sulla scorta delle maggiori opere teologiche del suo tempo.
 
Quando un'[[anima]] ha scontato tutti i peccati di cui era schiava, nel Purgatorio si verifica un [[terremoto]], che è il segnale che tale anima può finalmente elevarsi a [[Dio]], ed entrare in Paradiso purificata. Tuttavia, un'anima, per entrare nell'Eden, deve prima immergersi in due [[fiume|fiumi]] sacri: il Lete, le cui [[acqua|acque]], secondo il dato della [[mitologia]] [[Grecia antica|greco]]-[[Impero Romano|romana]], lavano il [[peccatore]] dalle [[memoria|memorie]] di tutti i peccati commessi, e il secondo è l'Eunoè, di invenzione dantesca, le cui acque invece fanno tornare alla memoria dell'anima tutto il bene compiuto in vita. Dopodiché, l'anima accede davvero al Paradiso, cioè alla [[beatitudine]] eterna.
 
Dante considera il Purgatorio come il luogo dove si scontano non tanto i peccati realmente commessi (come all'Inferno), quanto invece la ''tendenza'' a tali peccati. La purificazione, per le anime, è dunque una vera e propria lotta contro se stessi ispirata dall'[[amore]] per Dio, più che una semplice pena. InfattiA titolo di esempio, Dante incontra nel girone dei lussuriosi l'anima di Guido Guinizelli, poeta amico di Dante, che all'epoca era vivente, e alla confusione del "sommo poeta" riguardo la sua presenza in Purgatorio, Guido dice: {{quote|son"Son Guido Guinizelli; e già mi purgo,<br/> | per ben dolermi prima ch'a lo stremo" (canto XXVI, vv.|Dante Alighieri92-93). In altre parole, ''DivinaGuido Commedia'si sta purgando poiché s',è [[pentimento|pentito]] prima di morire. Il "Purgatorio" è quindi per Dante dimensione invisibile nell'uomo, cantooltre XXVIche luogo metafisico delle anime dei defunti, vv.ed 92-93}}è sempre accessibile ai penitenti.
 
Nel Purgatorio Dante fa succedere il giorno e la notte, al contrario dell'Inferno e del Paradiso, dove vi è, rispettivamente, eterna tenebra ed eterna luce.
 
=== SantaIn santa Caterina Fieschi Adorno ===
 
La[[Santa Caterina Fieschi Adorno]], santa e [[mistica]] [[Genova|genovese]], scrisse il ''[[Trattato del Purgatorio]]'', dove con parole semplici cercò di spiegare in ventiquattro capitoli questa complessa verità di fede<ref>[http://www.paginecattoliche.it/modules.php?name=News&file=print&sid=225 ''Trattato del Purgatorio''] su [http://www.paginecattoliche.it PagineCattoliche.it].</ref>. Alcuni Titolititoli della sua opera:
* Capitolo II - [[Gioia]] delle Anime del Purgatorio e loro crescente [[visione di Dio]]. L'esempio della ruggine. purgantiPurganti al volere di Dio;
* Capitolo VII. - Con quale [[violenza]] d'[[amore]] le Anime del Purgatorio bramano di godere Iddio. L'esempio del [[pane]] e dell'affamato;
* Capitolo XII - Come [[Dio]] [[purificazione|purifica]] le Anime. L'esempio dell'[[oro]] nel crogiuolo
 
== La dottrina delle altre Chiese ==
 
=== Chiesa Ortodossa ===
 
Durante il concilio di Firenze, in risposta al passo biblico 1Cor {{passo biblicopb|1Cor|3,11-15}} succitato che i vescovi delle chiese occidentali adducevano a sostegno della esistenza del Purgatorio, gli esponenti ortodossi obiettarono:
 
{{quote|"L'Apostolo divide tutto ciò che è costruito sul fondamento proposto (Gesù Cristo) in due parti, ma non suggerisce mai una terza parte come fosse una fase intermedia. [..] La vostra dottrina avrebbe forse qualche fondamento se (l'Apostolo) dividesse le azioni cattive in due generi: un genere purificabile da Dio e l'altro degno della punizione eterna. Ma egli non ha fatto tale divisione. [..] Attribuendo al fuoco il potere di distruggere tutte le azioni cattive, ma non chi le fa è evidente che san Paolo non parla del fuoco del purgatorio, che, come pare dalla vostra opinione, non concerne tutte le azioni cattive, ma solo i piccoli peccati. |''Peri tou katharteriou pyros hihlion hen'', in NILI ARCHIEP. THESSALON. ''De primatu Papae'', edit. Salmasii, Hanov. 1603}}
 
La Chiesa Ortodossa ignora però il ben più esplicito richiamo del libro dei Maccabei e dei Padri della Chiesa (all'epoca non era ancora avvenuto lo [[scisma]]); inoltre, tradizionalmente prega per i morti, chiedendo a Dio che mostri loro la sua misericordia ed il suo [[amore]]. Da questo si può supporre che la negazione del Purgatorio sia soprattutto volontà di affermare una diversità dalla dottrina cattolica: una ragione più di "politica religiosa" che teologica, quindi.
 
=== Protestantesimo ===
Le Chiese [[Protestantesimo|protestanti]] generalmente rifiutano del tutto la dottrina del Purgatorio basandosi sulle posizioni del loro fondatore. [[Martin Lutero]], infatti, aveva considerato "apocrifi" tutti quei testi sacri che andavano contro le sue [[95 tesi]]: fra di essi, per la loro importanza riguardo alla dottrina delle indulgenza, c'era proprio il Secondo libro dei Maccabei. Rifiutando in blocco la [[Tradizione]] della Chiesa, inoltre, non considerano le affermazioni dei Padri della Chiesa a supporto dell'esistenza del Purgatorio.
 
==Il Prefigurazioni nel mondo pagano ==
 
La ragionevolezza dell'esistenza del Purgatorio era già stata compresa anche da [[Platone]]<ref> Articolo su ''[[Il Timone]]'' di [[Giacomo Samek Lodovici]], consultato ''[http://www.iltimone.org/index.php/component/content/article/1-ultime/2877-il-purgatorio-ne-parla-anche-platone on-lineIl Purgatorio. Ne parla anche Platone]'', in ''[[Il Timone]]''.</ref> ([[427 a.C.|427]] - [[347 a.C.]]), che aveva percepito la necessità di distinguere tre esiti dopo la morte: quello delle anime dei malvagi, quello delle anime degli morti perfettamente giusti e quello delle anime degli uomini che invece hanno bisogno di purificarsi per un certo periodo.:
 
{{quote|Dunque, una volta [che gli uomini, dopo la morte sono] giunti al cospetto del giudice […](..), Radamente [uno dei giudici supremi in questo grandioso mito platonico], dopo avere fermata l’animal'anima di ognuno, la osserva, senza sapere a chi appartenga; e, spesso, incontrata l’animal'anima del Gran Re, o l’animal'anima di un qualsiasi altro re o signore, non scorge nulla di sano in quell’animaquell'anima, ma la vede frustata e piena delle cicatrici lasciate dagli spergiuri e dalle ingiustizie, segni che ogni sua azione impresse sull’animasull'anima, e vede tutte le storture lasciate dalla [[menzogna]] e dalla [[vanità]], e non vede nulla di dritto, perché essa è cresciuta senza [[verità]]. E vede l’animal'anima piena di sproporzione e bruttezza per colpa della licenza, della [[lussuria]], della tracotanza e dell’intemperanzadell'[[intemperanza]] delle sue azioni. Ebbene, dopo averla vista, la spedisce con disonore dritta al carcere, dove, una volta giunta, deve subire le pene che le spettano.
 
Ebbene, a ogni uomo che sconti una pena, se questa gli sia stata giustamente inflitta, accade o di diventare migliore e di riceverne giovamento, o di diventare un esempio per gli altri, affinché gli altri, vedendolo patire le pene che gli tocca patire, per paura diventino migliori.
 
Coloro che traggono giovamento e che scontano la pena inflitta loro dagli dèi[[dei]] e dagli uomini, sono coloro che hanno commesso delle colpe sanabili. E il giovamento viene loro a prezzo di dolori e [[sofferenza|sofferenze]], sia qui [nel mondo degli uomini], sia nell’Adenell'[[Ade]], perché non è possibile liberarsi dell’ingiustiziadell'[[ingiustizia]] in altro modo.|Platone,''Gorgia'', ca. [[524 a.C.|524]]-[[525 a.C.]]}}
Questa opera è stata scritta intorno al [[524 a.C.|524]]-[[525 a.C.]].
 
== Note ==

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