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Nella [[storia della Chiesa]] ci si è riferiti spesso al passo di {{pb|1Cor|3,11-15}}. L'[[apostolo]] si riferisce qui a Cristo, che è il fondamento da lui posto alle [[comunità]] con la sua [[predicazione]], e a quanto i vari [[evangelizzazione|evangelizzatori]] vi hanno edificato sopra. La qualità di tale lavoro di edificazione della comunità sarà rivelata da un [[fuoco]] capace di mettere a dura prova la consistenza e la validità di quanto è stato costruito<ref>[[Giuseppe Barbaglio]], ''Le lettere di [[San Paolo|Paolo]]'', [[Borla]], [[Roma]], [[1980]], 3 voll., vol. I, p. 284. Barbaglio sottolinea che non si tratta di un fuoco [[purificazione|purificatore]].</ref>.
[[Joachim Gnilka]] ha dimostrato che questo fuoco di verifica indica il Signore stesso che viene<ref>[[Joseph Ratzinger]] ([[1979]]), p. 237-238.</ref>: Gnilka vede qui un riferimento a {{pb|Is|66,15-16}}, e conclude che il fuoco è la raffigurazione della Maestà di Dio che si manifesta dell'inavvicinabilità del tutto [[Santo]]. Gnilka liquida in questo modo (contro [[Joachim Jeremias]]<ref>[[GLNT]], II, 378-380.</ref>) ogni interpretazione nel senso d'un purgatorio
=== Conclusione ===
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