Profeti minori: differenze tra le versioni

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Il libro di Abdia rievoca la dolorosa vicenda della caduta di Gerusalemme, conquistata dall'esercito di Nabuccodonosor ([[586 a.C.|586]]-[[587 a.C.]]), utilizzando il genere dell'[[oracolo]], cioè di un severo e forte pronunciamento del profeta, fatto nel nome del [[Signore (Bibbia)|Signore]].
 
Il popolo di Edom nel libro di Abdia viene chiamato con diversi nomi: "Esaù" (v. {{passo biblicopb|Abd|6}}), "monte di Esaù" (v. {{pb|Abd|8,9,10,21}}) e "casa di Esaù" (v. {{pb|Abd|18}}).
Secondo i racconti patriarcali (vedi [[Genesi]] {{Passo biblico|Gn|25,24-30}}), Esaù è chiamato anche Edom. Edom/Esaù era il fratello di Giacobbe e si stabilì nella regione che da lui prese il nome – Idumea o Edom – e che è situata a sud della [[Giudea]].
 
Questa regione montagnosa è qui chiamata col nome di "monti di Esaù". La sua capitale è [[Petra (Giordania)|Petra]], una città costruita negli anfratti delle rocce di questa regione montagnosa. Petra era, perciò, simbolo di inaccessibilità e di sicurezza, tanto che il testo di Abdia la descrive personificandola, mentre si compiace della sua posizione tra le rocce, che la rendono inespugnabile:
:''Tu che abiti nei crepacci rocciosi e delle alture fai la tua dimora, dicendo in cuor tuo: Chi potrà gettarmi a terra?'' ({{pb|Abdia|3}}).
 
Ebbene, [[Dio]] demolirà questa città fortificata e l'abbatterà ({{pb|Abdia|15}}), perché lui solo è la "roccia" di Israele.
 
Mentre a consolare i deportati in [[Mesopotamia]], costretti al lavoro coatto nel grande canale tra [[Babilonia|Babel]] e [[Nippur]], c'era il grande profeta [[Ezechiele]], tra i sopravvissuti ci fu il giovane Abdia, che proferì una dura minaccia contro gli edomiti insieme all'annuncio consolatorio della restaurazione di Gerusalemme, destinata ad accogliere il [[Messia]].
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