Penitenza: differenze tra le versioni

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(bibbia)
== Nel Nuovo Testamento ==
 
[[Cristo]] passò [[quaranta]] [[giorno|giorni]] in [[preghiera]] e [[digiuno]] nel [[deserto]] prima di iniziare il suo [[minisiteroministero pubblico]], e inaugurò la sua [[missione]] pubblica con l'annuncio della vicinanza del [[Regno di Dio]] accompagnato dall'invito alla [[conversione]] e a [[fede|credere]] nel [[Vangelo]] ({{pb|Mc|1,15}})<ref>[[Papa Paolo VI|Paolo VI]], ''[[Paenitemini]]'', I.</ref>: al [[Regno]] annunciato da [[Gesù]] si può accedere soltanto mediante la ''[[conversione|metánoia]]'', cioè attraverso quell'intimo e totale cambiamento e rinnovamento di tutto l'uomo, di tutto il suo sentire, giudicare e disporre, che si attua in lui alla luce della [[santità]] e della [[carità]] di Dio, che, nel Figlio, si sono manifestate e comunicate con [[pienezza]] agli uomini ({{pb|Eb|1,2}}; {{pb|Col|1,19}} e ''passim''; {{pb|Ef|1,23}} e ''passim'').
 
Cristo è il modello supremo dei penitenti: ha voluto subire la pena per i peccati non suoi, ma degli altri<ref>Cfr. ''[[Summa Theologiae]]'', III, q. 15, a. 1, ad 5.</ref>. Dinanzi a lui l'uomo può riconoscere sia la santità di Dio che la [[male|malizia]] del peccato (cfr. {{pb|Lc|5,8;7,36-50}}); attraverso la parola di Cristo gli viene trasmesso l'invito alla [[conversione]]: nel [[Battesimo]] gli è concesso il [[perdono]] dei peccati, e attraverso di esso il credente è configurato alla [[passione di Gesù|Passione]], [[morte di Gesù|Morte]] e [[Risurrezione di Gesù|Risurrezione]] del [[Signore]] ({{pb|Rm|6,3-11}}; {{pb|Col|2,11-15;3,1-4}}).

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