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Il [[Concilio di Efeso]] ([[431]]) conferma le decisioni della [[Chiesa Occidentale]] contro il [[pelagianesimo]].
Il [[II Sinodo di Orange]] ([[529]]) si occupa dei [[semipelagiani]], e stabilisce, a proposito del problema della grazia e della libera volontà, che la libera volontà dell'uomo, indebolita dal peccato di Adamo, ha bisogno della grazia preveniente di Dio per ogni forma di relazione con lui, grazia che è del tutto [[gratuità|gratuita]] e [[merito|immeritabile]]<ref>''DS'' 396.</ref
Il [[Concilio di Trento]] cerca di assumere una posizione intermedia fra la sovraccentuazione pelagiana della volontà libera e la sovraccentuazione [[protestantesimo|protestante]] della grazia. Così nei confronti del pelagianesirno sottolinea la necessità, il carattere preveniente e la gratuità della grazia nel processo salvifico<ref>''DS'' 1525-1526, 1532, 1551-1553.</ref>. D'altro lato respinge la posizione di [[Lutero]], secondo cui la [[volontà]] libera dell'uomo sarebbe stata completamente estinta dal peccato di Adamo e sarebbe solo un [[nome]] senza contenuto, così come la volontà umana sarebbe del tutto inattiva e passiva nell'evento [[Salvezza|salvifico]]<ref>''DS'' 1554-1555.</ref>. Inoltre, sempre contro Lutero, dichiara, circa l'essenza della grazia, che questa non è solo il favore di Dio, ma una realtà infusa dallo [[Spirito Santo]] e interiormente inerente all'uomo<ref>''DS'' 1561.</ref>.
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