Riduzione: differenze tra le versioni

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== Caratteristiche ==
 
La grande forza delle riduzioni, in special modo di quelle gesuitiche, fu il loro isolamento e la loro speciale organizzazione.
La grande forza delle riduzioni, in special modo di quelle gesuitiche, fu il loro isolamento e la loro speciale organizzazione: la terra era proprietà del comune, escludendo tutti coloro che non erano ''indios''; la [[proprietà privata]] delle famiglie era ridotta al minimo. Il nutrimento, il vestito e l'alloggio erano uguali per tutti. La suprema direzione nel temporale e nello spirituale e la giurisdizione erano in mano dei [[Missione ad gentes|missionari]]; per l'amministrazione temporale inferiore furono deputati organi scelti dal comune. I prodotti superflui dell'agricoltura e dell'allevamento del bestiame venivano trasportati al mercato nelle città degli spagnoli per fare le provvisioni occorrenti di metalli, sale, ecc., e per poter pagare le contribuzioni, in sé esigue, alla corona.
 
L'isolamento fu necessario nel tentativo di sottrarre gli ''indios'' dalle influenze negative degli stili di vita dei coloni spagnoli e soprattutto per la necessaria tutela degli ''indios'' dallo sfruttamento degli ''encomenderos''.
La pianta delle singole riduzioni era uniforme: al centro la piazza principale con la [[Chiesa (edificio)|chiesa]], la casa dei missionari, la scuola, i laboratori e il magazzino comune. Di là partivano in tutte le direzioni le vie rettilinee e lungo di esse erano costruite le case, di cui ogni famiglia era provvista. La [[religione]] dominava la vita pubblica come la privata. Funzioni sacre iniziavano e concludevano la giornata. I giorni festivi erano celebrati con grande solennità, con musica, canti sacri, sacre e profane.
 
Circa l'organizzazione sociale un aspetto fondamentale fu che la terra era proprietà comune degli ''indios''; la [[proprietà privata]] delle famiglie era ridotta al minimo. Il nutrimento, il vestito e l'alloggio erano uguali per tutti.
Alcune imperfezioni delle riduzioni, come l'esagerata tutela esercitata, spiegabile considerando i tempi e lo stato culturale degli ''indios'', il formalismo religioso esteriore e quello civile, già nel [[XVIII secolo]] furono molto esagerate dai nemici dei Gesuiti e poi riprese nel [[XIX secolo]] da scrittori protestanti come il Gothein<ref>Cfr. Eberhard Gothein, ''Lo Stato cristiano-sociale dei Gesuiti nel Paraguay'', ristampa anastatica, Firenze 1987; la prima edizione in tedesco, titolata ''Der christlich-sociale Staat der Jesuiten in Paraguay'', è del 1883.</ref> e il Pfotenhauer<ref>Cfr. J. Pfotenhauer, ''Die Missionen der Jesuiten in Paraguay. Ein Bild aus der älteren römischen Missionsthätigkeit, zugleich eine Antwort auf die Frage nach dem werte römischer Mission, sowie ein Beitrag zur Geschichte Südamerikas'', 3 voll., Gütersloh 1891.</ref>. Nonostante i difetti, le riduzioni ebbero ottimi risultati nel campo dell'educazione religiosa e morale, sempre posta in prima linea, nel campo della stabilità dei popoli, della colonizzazione e della cultura. Per la Spagna le riduzioni, nonostante la relativa indipendenza, non formavano uno stato a parte; ma erano membri dell'Impero coloniale.
{{Quote|In ogni riduzione vi erano le proprietà private e una proprietà pubblica. Le prime (dette ''aba-mbae'' cioè� proprietà dell'indiano) appartenevano alle singole famiglie, le quali dovevano lavorarle e farle fruttare; potevano accrescerle con la loro diligenza e se le godevano senza che altri avesse diritto di intromettervisi. (...) Oltre a queste singole proprietà, v'era anche una grande estensione di terreno, proporzionata al numero delle famiglie, che costituiva la proprietà pubblica (detta ''tupa-mbae, � proprietà di Dio). Tutti, ad eccezione delle autorità e degli artigiani, dovevano andarvi, per due giorni alla settimana, a prestare la loro opera volontaria, sotto la guida di una persona appositamente incaricata. I prodotti di questa proprietà, portati e conservati nei magazzini comuni, dovevano servire per mantenere quelli che non potevano lavorare, come i vecchi e gli infermi, le vedove e gli impiegati pubblici; per rimediare alla scarsità del raccolto negli anni di carestia, di sterilità, di malattie epidemiche; e finalmente per gli ospiti.|Celestino Testore, ''I martiri gesuiti del Sud-America'', Isola del Liri 1934, 32.}}
La suprema direzione nel temporale e nello spirituale e la giurisdizione erano in mano dei [[Missione ad gentes|missionari]]; per l'amministrazione temporale inferiore furono deputati organi scelti dal comune<ref>Il giudizio storico sulle divisioni di competenze e autorità tra missionari e ''indios'' non è uniforme; Emanuele Colombo, ad esempio, scrive: {{Quote|All'interno delle riduzioni il potere politico era esercitato da un consiglio chiamato ''cabildo'', composto dai nobili guaraní, i ''caciques''. I gesuiti, generalmente due per ogni riduzione, avevano un'autorità morale e non giuridica, e si occupavano di aspetti della vita pratica: medicina, architettura, insegnamento.|Emanuele Colombo, ''Missione guaraní'', in ''Popoli'' 93(2008)51.}} Edoardo Spagnuolo, afferma che {{Quote|Se i padri missionari controllavano comunque l'organizzazione generale della vita sociale e religiosa, il governo civile delle riduzioni era regolato da funzionari indigeni, venendo esclusa qualsiasi ingerenza o presenza spagnola, che non fosse rappresentata dalle visite di funzionari regi o vescovi.|Edoardo Spagnuolo, ''Le Reducciones del Paraguay e la persecuzione degli Indios'', Grottaminarda 2010, 5.}}</ref>. I prodotti superflui dell'agricoltura e dell'allevamento del bestiame venivano trasportati al mercato nelle città degli spagnoli per fare le provvisioni occorrenti di metalli, sale, ecc., e per poter pagare le contribuzioni, in sé esigue, alla corona:
{{Quote|Fra il Seicento e il Settecento le missioni del Paraguay sono il complesso agricolo più sviluppato dell'America latina: la raccolta del mais, dell'orzo, del grano e del riso vi si alternava anche quattro volte all'anno. Il cotone veniva coltivato in tre varietà e prodotto secondo una media annua di duemila balle di undici chili e mezzo per ogni riduzione. Il vino dei vigneti paraguaiani era esportato a Buenos Aires e in tutta la zona del Plata, e il tabacco locale, oltre a essere anch'esso esportato in quantità, godeva di stima pari a quello dell'Avana. L'erba ''mate'' costituiva la più cospicua fonte di reddito, al punto che -
un secolo dopo la cacciata dei gesuiti - dalle zone che erano state soggette al loro controllo se ne esportavano ancora cinque milioni di chili all'anno. Nel 1695, la sola riduzione di Santa Rosa produsse duecentocinquanta quintali di zucchero bianco (...). Tutti questi generi venivano concentrati nei più vasti mercati latino-americani e venduti. Col ricavato, la Compagnia di Gesù pagava la tassa reale e - in ossequio alla regola di non far circolare denaro all'interno delle missioni - investiva l'eccedente dei proventi in attrezzature per incrementare il circuito produttivo. (...) Quanto al bestiame, il censimento parziale del 1768 - un anno dopo che i gesuiti erano stati espulsi per decreto reale - registrò 238.141 fra pecore e capre, 86.394 cavalli, 38.265 muli e 14.975 asini nelle sole riduzioni del Paraguay.|Angelo Morino, ''Nota'', in Ludovico Antonio Muratori, ''Il cristianesimo felice nelle missioni dei padri nella Compagnia di Gesù nel Paraguai'', a cura di Paolo Collo, Palermo 1985, 227.}}
La pianta delle singole riduzioni era uniforme: al centro la piazza principale con la [[Chiesa (edificio)|chiesa]], la casa dei missionari, la scuola, i laboratori e il magazzino comune. Di là partivano in tutte le direzioni le vie rettilinee e lungo di esse erano costruite le case, di cui ogni famiglia era provvista. La [[religione]] dominava la vita pubblica come la privata. Funzioni sacre iniziavano e concludevano la giornata. I giorni festivi erano celebrati con grande solennità, con musica, canti sacri, rappresentazioni sacre e profane<ref>Riferendosi alle missioni guaraní scrive Colombo: {{Quote|La musica e il canto ricoprirono un ruolo fondamentale nell'opera educativa delle riduzioni, poiché i guaraní avevano, come disse un gesuita, "una genialità musicale" e una straordinaria capacità di fabbricare e inventare strumenti. Assecondando questa attitudine, i padri insegnarono la musica occidentale, adattandola e arricchendola con le sonorità locali. La musica era lo strumento per "''docere et delectare''": i testi cantati erano il modo più semplice per far apprendere la dottrina cristiana e la bellezza della melodia era un modo immediato ed
efficace per mostrare e comunicare la verità del cristianesimo.|Emanuele Colombo, ''Missione guaraní'', in ''Popoli'' 93(2008)51.}}Un esempio dell'adattamento e dell'arricchimento della musica sacra alle sonorità indie fu l'opera di [[Domenico Zipoli]] ([[1688]]-[[1726]]).</ref>.
 
{{Quote|La vita ruotava intorno alla chiesa, centro di tutto il popolo e punto di arrivo di tutte le strade. Vi erano inoltre una grande piazza, l'ospedale, un ufficio postale, un carcere e una sorta di albergo. La centralità della chiesa non corrispondeva solo all'immagine del villaggio cristiano, ma rimandava anche al luogo sacro attorno al quale tradizionalmente si raccoglievano i nomadi nelle loro soste. (...) Prima dell'arrivo dei missionari essi vivevano di ciò che quotidianamente raccoglievano e, quando il territorio non forniva più cibo a sufficienza, si spostavano altrove; dormivano in grandi capanne, disposte attorno alla pietra sacra della loro divinità, nelle quali potevano essere ospitate fino a cento famiglie. Nei villaggi missionari la chiesa prese
il posto della pietra sacra, mentre le capanne conservarono il loro aspetto esteriore: all'interno erano però divise in stanze indipendenti, per favorire e consolidare la famiglia monogama. La nuova tipologia abitativa era così una sintesi delle due culture e rispondeva alle esigenze di entrambe.|Emanuele Colombo, ''Missione guaraní'', in ''Popoli'' 93(2008)50-51.}}
 
== Interpretazioni dell'esperienza delle riduzioni ==
 
Considerate come un impero teocratico e schiavista dagli illuministi o come un'utopia comunista dai marxisti o dai teologi della liberazione, le riduzioni sono interpretate dalla storiografia attuale come il risultato di un processo, piuttosto che come
l'applicazione di un modello teorico.
 
Muratori
 
Montesquieu
 
Alcune imperfezioni delle riduzioni, come l'esagerata tutela esercitata, spiegabile considerando i tempi e lo stato culturale degli ''indios'', il formalismo religioso esteriore e quello civile, già nel [[XVIII secolo]] furono molto esagerate dai nemici dei Gesuiti e poi riprese nel [[XIX secolo]] da scrittori [[Protestantesimo|protestanti]] come il Gothein<ref>Cfr. Eberhard Gothein, ''Lo Stato cristiano-sociale dei Gesuiti nel Paraguay'', ristampa anastatica, Firenze 1987; la prima edizione in tedesco, titolata ''Der christlich-sociale Staat der Jesuiten in Paraguay'', è del 1883.</ref> e il Pfotenhauer<ref>Cfr. J. Pfotenhauer, ''Die Missionen der Jesuiten in Paraguay. Ein Bild aus der älteren römischen Missionsthätigkeit, zugleich eine Antwort auf die Frage nach dem werte römischer Mission, sowie ein Beitrag zur Geschichte Südamerikas'', 3 voll., Gütersloh 1891.</ref>. Nonostante i difetti, le riduzioni ebbero ottimi risultati nel campo dell'educazione religiosa e morale, sempre posta in prima linea, nel campo della stabilità dei popoli, della colonizzazione e della cultura. Per la Spagna le riduzioni, nonostante la relativa indipendenza, non formavano uno stato a parte; ma erano membri dell'Impero coloniale.
 
== Galleria ==
== Bibliografia ==
 
* Pablo Pastells - Francisco Mateos, ''Historia de la Compañìa de Jesús en la Provincia del Paraguay'', 7 volumi, Madrid 1912-1948
* Johannes Rommerskirchen, ''Riduzioni'', in ''Enciclopedia Cattolica'', vol. X, Firenze - Città del Vaticano 1948-1954, cc.893-895
* Alberto Armani, ''Città di Dio e città del sole: lo Stato gesuita dei Guaranì (1609-1768)'', Roma 1977
* Marina Massimi, ''Il potere e la croce. Colonizzazione e riduzioni dei Gesuiti in Brasile'', Milano 2008
* Gianpaolo Romanato, ''Gesuiti, guaranì ed emigranti nelle Riduzioni del Paraguay'', Ravenna 2008
* Gianpaolo Romanato, ''La Repubblica guaraní e l’indipendenzal'indipendenza del Paraguay'', in ''Visioni LatinoAmericane'' 2(2010)13-18
* Edoardo Spagnuolo, ''Le Reducciones del Paraguay e la persecuzione degli Indios'', Grottaminarda 2010
 
== Voci correlate ==
 
* [[Chiesa Cattolica in America Latina]]
 
* [[Missione ad gentes]]
* [[Compagnia di Gesù]]
* [[The Mission]]
 
== Collegamenti esterni ==
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