Libro di Isaia: differenze tra le versioni

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Il termine Isaia vuol dire “Yhavè salva”, ma il testo non è attribuito tutto allo stesso autore: il profeta in persona è stato certamente l’autore della prima parte dl testo; ma le altre due hanno origine da autori differenti, forse seguaci dello stesso profeta. Il libro si divide in tre parti:
la prima di esse (capp. 1- 39) si colloca nel periodo dell’assedio dell’ assedio dei due regni di Israele e di Giuda da parte degli Assiri (vedi sopra) e riguarda una serie di moniti e rimproveri lanciati dal profeta nei confronti dei due Regni, ai quali rimprovera (specialmente a Gerusalemme e al regno di Giuda) lo stato di prevaricazione, corruzione, ingiustizia sociale a danno dei cittadini deboli e oppressi. Perfino le pratiche religiose diventano un pretesto per usare cattiverie nei confronti degli ultimi. L’imminente dominio assiro, a detta di Isaia, sarebbe allora una riprovazione da parte di Dio e il nemico e come una “sferza” che punisce le malefatte suddette. Il profeta invita tuttavia alla speranza e alla conversione al Signore.
 
La seconda parte (capp 40 – 55)
 
Riguarda invece l’avvento dei Babilonesi a Gerusalemme e la deportazione del popolo a Babilonia. Il profeta si rivolge agli esiliati afflitti e sconcertati per comunicare loro che, se pure Dio corregge non dimentica il suo popolo e lo aiuta nelle afflizioni; pertanto avverrà il rientro degli Israeliti in patria che recupererà la gioia di tutti.
 
La terza parte (capp. 56 – 66)
 
Riguarda il rientro del popolo a Gerusalemme dopo l’editto di Ciro; il profeta parla per incoraggiare gli abitanti al reinserimento in patria, in una situazione sconcertante e perniciosa.

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