Altare della reposizione: differenze tra le versioni

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[[Immagine:Altare della Reposizione Lagaccio 2009.jpg|right|250px|thumb|Un ''Altare della Reposizione'' di [[Arcidiocesi di Genova|Genova]], [[parrocchia]] di [[San Giuseppe]] al Lagaccio]]
 
L''''Altare della Reposizione''', popolarmente e impropriamente detto ''Sepolcro''<ref>Vedi più avanti, nella sezione storica, per capire il perché di questa terminologia.</ref>, è il luogo in cui viene riposta e conservata l'[[Eucaristia]] aldal termine della [[celebrazioneMessa eucaristicain Coena Domini]] del [[Giovedì Santo]], lafino ''Missaalla in[[Celebrazione Coenadella Domini''Passione del Signore]] del [[Venerdì Santo]].
 
È [[tradizione]] che nelle [[Chiesa_Chiesa (architetturaedificio)|chiese]] gli [[altare|altari]] della reposizione siano addobbati in modo solenne, con composizioni [[fiore|floreali]] o altri [[simbolo|simboli]], in omaggio all'[[Eucaristia che viene riposta]] e per invitare i [[fedele|fedeli]] all'[[adorazione]].
 
== Storia ==
L'altare della reposizione rimane allestito fino al pomeriggio del [[Venerdì Santo]], quando, durante la celebrazione della [[Passione di Cristo|Passione del Signore]], l'Eucaristia viene distribuita ai fedeli; se le [[ostia|ostie]] consacrate non sono state consumate interamente, esse vengono conservate in un luogo appartato, e l'altare viene dismesso, per ricordare con austerità la [[morte di Gesù|morte]] in [[croce]] di [[Gesù Cristo|Gesù]], fino al giorno seguente, quando durante la [[Veglia pasquale]] si celebra la [[risurrezione]] di Gesù.
 
In considerazione che nella celebrazione del [[Venerdì Santo]] non si [[consacrazione|consacrava]], era necessario conservare l'[[Eucaristia]] il [[Giovedì Santo]] per la [[Comunione eucaristica|Comunione]] del giorno seguente. Nell'antica [[liturgia]] [[Chiesa di Roma|romana]] le [[Eucaristia|Sacre Specie]] rimaste al termine della [[Messa]] del [[Giovedì]] venivano conservate in un cofanetto e depositate in [[sacrestia]], senza particolari segni di [[onore]]. Il giorno seguente, all'inizio della celebrazione, il cofanetto veniva presentato al [[papa|pontefice]], dopo il suo ingresso, e questi [[venerazione|venerava]] per qualche istante le [[Sacro|Sacre]] [[Specie]], che erano poi portate in [[presbiterio]] per essere deposte nel [[calice]] del [[vino]] consacrato al momento della [[frazione del pane|frazione]]<ref>{{autore|[[Adrien Nocent]]}} ([[1988]]) 112, che cita {{autore|M Andrieu}}, ''Les Ordines Romani du haut moyen âge'', II, [[Lovanio]].</ref>.
Nella tradizione e nel linguaggio popolare gli altari della reposizione vengono comunemente chiamati ''[[sepolcro|Sepolcri]]''. Tale terminologia è impropria, perché in essi viene risposta l'Eucaristia che la Chiesa crede essere il segno [[Sacramenti|sacramentale]] di Gesù Cristo ''vivo e risorto''. L'altare della reposizione non è dunque un sepolcro che simboleggia la morte di Gesù, ma un luogo in cui [[adorazione|adorare]] l'Eucaristia.<br><br><br>
 
È tra il [[XIII secolo|XIII]] e il [[XV secolo]] che, in relazione con lo sviluppo della [[devozione]] al Santissimo Sacramento, la ''Santa Riserva'' riceve onori particolari, e prende piede la traslazione solenne di ciò che resta delle Sacre Specie e la sua riposizione in un [[tabernacolo]] provvisorio, dove esse vengono [[adorazione|adorate]] prima di essere prelevate per la Comunione del giorno seguente. Tale sviluppo si ebbe soprattutto a partire dalla seconda metà del XIII secolo, quando [[Papa Urbano IV]] estese a tutta la [[Chiesa]] la celebrazione della [[festa]] del ''[[Corpus Domini]]'' ([[11 agosto]] [[1264]]). Il "tabernacolo provvisorio" del Giovedì Santo divenne allora l'occasione per manifestare la devozione all'[[Eucaristia]].
 
Ma quando la celebrazione del Giovedì Santo adottò nella sua liturgia taluni segni di tristezza, quali l'abolizione del suono dell'[[organo]] e delle [[campana|campane]], il "tabernacolo provvisorio" fu stranamente considerato da parecchi [[fedele|fedeli]] - e ciò con insistenza - il [[sepolcro]] di [[Cristo]], sebbene la [[Chiesa]] non ne avesse ancora celebrato la [[morte di Gesù|morte]]. In certe Chiese, ad esempio in [[Gallia]], fecero la loro comparsa delle celebrazioni della [[sepoltura di Cristo]], imitando in tal modo la liturgia della [[Chiesa Bizantina]].
 
In tale situazione, la spogliazione dell'[[altare]] (era uso corrente togliere la [[tovaglia]] dall'[[altare]]) divenne un [[simbolo]] dello spogliamento di Cristo sulla [[croce]]; secondo certe consuetudini, [[due]] [[accolito|accoliti]] posti ciascuno ai lati dell'altare tiravano la tovaglia ''ad modum furentis'' ("in maniera furiosa") per simulare la spartizione della [[tunica inconsutile|tunica]] di Cristo.
 
== Oggi ==
 
L'altare della reposizione rimane allestito fino al pomeriggio del [[Venerdì Santo]], quando, durante la celebrazione della [[Passione di Cristo|Passione del Signore]], l'Eucaristia portata sull'[[Altare]] principale, dove si celebra la [[Celebrazione della Passione del Signore|Passione del Signore]], per essere distribuita ai fedeli<ref>Le [[Sacro|Sacre]] [[Specie]] [[consacrazione|consacrate]] il [[giorno]] vengono dette "Presantificati".</ref>; se al termine della Celebrazione della Passione le [[ostia|ostie]] consacrate non sono state consumate interamente, esse vengono conservate in un luogo appartato.
 
== Note ==
== Bibliografia ==
 
* {{autore|[[Adrien Nocent]]}}, ''Il [[Triduo Pasquale]]'' e la [[Settimana Santa]]'', in {{Anàmnesis}}, vol. 6, ''L'anno liturgico'', [[1988]], p.93-126
 
[[Categoria:Liturgia]]
[[Categoria:Eucaristia]]
[[Categoria:Giovedì Santo]]

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