Giacobbe: differenze tra le versioni

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I biblisti e gli ebraisti riportano almeno un paio di specifici motivi per pensare alla figura di Giacobbe e al suo rapporto col divino come emblema d'una tipologia spirituale del tutto particolare, all'interno d'una tripartizione che chiama in causa anche i primi due patriarchi ebrei.
 
{{Quote|Un allievo chiese al Maestro: "Perché è detto ''Il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe'' ({{pb|Es|3,6}}) <ref>Cfr. anche {{pb|Es|3,15; 4,5}}; {{pb|Mt|22,32}}; {{pb|Mc|12,26}}; {{pb|Lc|20,37}}); {{pb|At|7,32}}; {{pb|At|3,13}}.</ref> e non ''il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe''?" E il Maestro rispose: "Perché Isacco e Giacobbe non si appoggiarono sulla ricerca e il servizio di Abramo, ma ricercarono da sé l'unità del Creatore e servirono Dio in modo diverso da Abramo". Ecco la via dell'individuazione.|[[Roberto Della Rocca]], ''Identità e alterità nel pensiero ebraico'', in ''In principio Dio creò'', in ''[[Humanitas]]'' 53 (4/1998), p. 653}}
 
{{quote|Nella [[Tradizione#Giudaismo|tradizione ebraica]], le tre preghiere [quotidiane] vengono assegnate ciascuna ad uno dei tre Patriarchi. La preghiera della sera (''<nowiki>'</nowiki>aravît'') si considera istituita da Giacobbe, [...] perché si dice: ''Si incontrò con il Luogo e vi passò la notte, poiché il sole era tramontato'' ({{pb|Gn|28,11}}).|[[Alberto Mello]], ''Abramo, l'uomo del mattino'', in ''Il tempo'', ''PSV-parole spirito e vita'' 36 (2/1997), p. 37}}
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