Riduzione: differenze tra le versioni

Vai alla navigazione Vai alla ricerca
m
nessun oggetto della modifica
mNessun oggetto della modifica
Si trattò, concretamente, di villaggi nei quali gli ''indios'' [[cristiani]], separati dagli immigrati [[Spagna|spagnoli]], vivevano sotto la tutela dei [[missionari]] europei:
 
{{Quote|Riduzione proviene dal verbo spagnolo ''reducir'', usato nel senso di "convincere": gli ''indios'', infatti, furono convinti a lasciare una condizione di vita solitaria e nomade per un tipo di vita stanziale e comunitaria, ma pur sempre libera.|{{autore|Emanuele Colombo}}, ''Missione guaraní'', in ''[[Popoli (rivista)|Popoli]]'' 93(, [[2008)]], 50}}
 
Le riduzioni ebbero nelle [[Missione ad gentes|missioni]] dei [[gesuiti]] nella zona del [[Paraguay]] la loro manifestazione storicamente più rilevante sebbene le riduzioni non siano state peculiari solo di questo paese nè solo delle strategie [[Missione ad gentes|missionarie]] della [[Compagnia di Gesù]]<ref>Cfr. {{autore|Hubert Jedin}} (edcur.), ''Storia della Chiesa'', vol. VI: ''[[Riforma protestante|Riforma]] e [[Controriforma]]. Crisi, consolidamento, diffusione missionaria, [[XVI secolo|XVI]]-[[XVIII secolo]]'', [[Milano]] [[2001]], 711-713</ref>.
 
== Storia ==
 
===Le riduzioni gesuitiche (XVII e XVIII secolo)===
[[File:Hernandarias.jpg|thumb|400px|right|thumb|[[Hernando Arias de Saavedra]] ([[1561]] - [[1634]]), più conosciuto come Hernando Suárez de Sanabria o Hernandarias, fu un militare e politico ''criollo'', il primo nato in America ad occupare il posto di governatore di una regione coloniale. Amministratore illuminato, durante il suo mandato si iniziò la pratica delle [[riduzioni]] dei [[gesuiti]] nella regione del Paraguay, furono restaurate o costruite molte chiese e soprattutto furono decise leggi delle quali tutti, coloni, meticci e nativi, poterono beneficiare.]]
 
I [[Gesuiti]], arrivati nel [[1585]] nel Tucumán e nel [[1587]] nel [[Paraguay]], al principio lavorarono con scarso successo tra gli ''indios'', sia quelli delle commende sia quelli nomadi. Il [[Preposito generale dei gesuiti|preposito generale]] [[Claudio Acquaviva]] prescrisse, constatati gli insuccessi e vista la relazione del visitatore [[Esteban Páez]], di sostituire la pratica delle missioni itineranti con quella di domicili fissi nei quali raccogliere gli ''indios''. Il progetto fu approvato dalla corte spagnola con ordinanze reali di Filippo III del [[1606]], del [[1607]] e soprattutto del [[1609]].
Al loro apogeo nel [[1731]] le riduzioni gesuitiche del Paraguay contavano circa centocinquantamila ''indios'' cristiani.
 
Riduzioni simili a quelle del Paraguay furono fondate dai Gesuiti nel corso dei secoli [[XVII secolo|secoli XVII]] e [[XVIII]] presso i ''Chiquito'', ''Chiriguani'' e ''Mojo'' nella [[Bolivia]], presso i ''Mayna'' sul fiume Marañon e presso gli ''Otomachio'' sul fiume Orinoco. Nel [[Brasile]] pure si trova il sistema della riduzioni introdotto dai Gesuiti, specialmente nel nord del Marañao.
 
Quando il [[1° gennaio]] [[1750]] fu firmato il cosiddetto [[Trattato delle frontiere]] con il quale la Spagna cedeva al Portogallo una parte del territorio a est del fiume Uruguay nel quale vi si trovavano sette riduzioni abitate da quasi trentamila ''indios'', i gesuiti si opposero alle pretese dei portoghesi e l'esercito delle riduzioni resistette per molti anni. Fu questa vicenda solo una delle prime tappe della lotta contro la [[Compagnia di Gesù]], condotta contemporaneamente in Europa e nelle colonie, e che portò nel [[1767]] all'espulsione dei Gesuiti da tutte le riduzioni, segnando così, praticamente, la fine di una esperienza di missione e di vita cristiana.
 
===Altri tentativi di riduzioni===
 
Seguendo l'esempio dei Gesuiti, anche i [[Cappuccini]] nel [[XVIII secolo]] fondarono riduzioni isolate dall'ambiente estraneo tra i fiumi Orinoco e Caroni nel [[Venezuela]]. Verso la fine del secolo esistevano nella regione circa trenta riduzioni con quasi venticinquemila ''indios'' cristiani.
 
 
Circa l'organizzazione sociale un aspetto fondamentale fu che la terra era proprietà comune degli ''indios''; la [[proprietà privata]] delle famiglie era ridotta al minimo. Il nutrimento, il vestito e l'alloggio erano uguali per tutti.
{{Quote|In ogni riduzione vi erano le proprietà private e una proprietà pubblica. Le prime (dette ''aba-mbae'' cioè proprietà dell'indiano) appartenevano alle singole famiglie, le quali dovevano lavorarle e farle fruttare; potevano accrescerle con la loro diligenza e se le godevano senza che altri avesse diritto di intromettervisi. (...) Oltre a queste singole proprietà, v'era anche una grande estensione di terreno, proporzionata al numero delle famiglie, che costituiva la proprietà pubblica (detta ''tupa-mbae, proprietà di Dio). Tutti, ad eccezione delle autorità e degli artigiani, dovevano andarvi, per due giorni alla settimana, a prestare la loro opera volontaria, sotto la guida di una persona appositamente incaricata. I prodotti di questa proprietà, portati e conservati nei magazzini comuni, dovevano servire per mantenere quelli che non potevano lavorare, come i vecchi e gli infermi, le vedove e gli impiegati pubblici; per rimediare alla scarsità del raccolto negli anni di carestia, di sterilità, di malattie epidemiche; e finalmente per gli ospiti.|Celestino Testore, ''I martiri gesuiti del Sud-America'', Isola del Liri 1934, 32.}}
La suprema direzione nel temporale e nello spirituale e la giurisdizione erano in mano dei [[Missione ad gentes|missionari]]; per l'amministrazione temporale inferiore furono deputati organi scelti dal comune<ref>Il giudizio storico sulle divisioni di competenze e autorità tra missionari e ''indios'' non è uniforme; Emanuele Colombo, ad esempio, scrive: {{Quote|All'interno delle riduzioni il potere politico era esercitato da un consiglio chiamato ''cabildo'', composto dai nobili guaraní, i ''caciques''. I gesuiti, generalmente due per ogni riduzione, avevano un'autorità morale e non giuridica, e si occupavano di aspetti della vita pratica: medicina, architettura, insegnamento.|Emanuele Colombo, ''Missione guaraní'', in ''Popoli'' 93(2008)51.}} Edoardo Spagnuolo, afferma che {{Quote|Se i padri missionari controllavano comunque l'organizzazione generale della vita sociale e religiosa, il governo civile delle riduzioni era regolato da funzionari indigeni, venendo esclusa qualsiasi ingerenza o presenza spagnola, che non fosse rappresentata dalle visite di funzionari regi o vescovi.|Edoardo Spagnuolo, ''Le Reducciones del Paraguay e la persecuzione degli Indios'', Grottaminarda 2010, 5.}}</ref>. I prodotti superflui dell'agricoltura e dell'allevamento del bestiame venivano trasportati al mercato nelle città degli spagnoli per fare le provvisioni occorrenti di metalli, sale, ecc., e per poter pagare le contribuzioni, in sé esigue, alla corona:
{{Quote|Fra il Seicento e il Settecento le missioni del Paraguay sono il complesso agricolo più sviluppato dell'America latina: la raccolta del mais, dell'orzo, del grano e del riso vi si alternava anche quattro volte all'anno. Il cotone veniva coltivato in tre varietà e prodotto secondo una media annua di duemila balle di undici chili e mezzo per ogni riduzione. Il vino dei vigneti paraguaiani era esportato a Buenos Aires e in tutta la zona del Plata, e il tabacco locale, oltre a essere anch'esso esportato in quantità, godeva di stima pari a quello dell'Avana. L'erba ''mate'' costituiva la più cospicua fonte di reddito, al punto che -
un secolo dopo la cacciata dei gesuiti - dalle zone che erano state soggette al loro controllo se ne esportavano ancora cinque milioni di chili all'anno. Nel 1695, la sola riduzione di Santa Rosa produsse duecentocinquanta quintali di zucchero bianco (...). Tutti questi generi venivano concentrati nei più vasti mercati latino-americani e venduti. Col ricavato, la Compagnia di Gesù pagava la tassa reale e - in ossequio alla regola di non far circolare denaro all'interno delle missioni - investiva l'eccedente dei proventi in attrezzature per incrementare il circuito produttivo. (...) Quanto al bestiame, il censimento parziale del 1768 - un anno dopo che i gesuiti erano stati espulsi per decreto reale - registrò 238.141 fra pecore e capre, 86.394 cavalli, 38.265 muli e 14.975 asini nelle sole riduzioni del Paraguay.|Angelo Morino, ''Nota'', in Ludovico Antonio Muratori, ''Il cristianesimo felice nelle missioni dei padri nella Compagnia di Gesù nel Paraguai'', a cura di Paolo Collo, Palermo 1985, 227.}}
La pianta delle singole riduzioni era uniforme: al centro la piazza principale con la [[Chiesa (edificio)|chiesa]], la casa dei missionari, la scuola, i laboratori e il magazzino comune. Di là partivano in tutte le direzioni le vie rettilinee e lungo di esse erano costruite le case, di cui ogni famiglia era provvista. La [[religione]] dominava la vita pubblica come la privata. Funzioni sacre iniziavano e concludevano la giornata. I giorni festivi erano celebrati con grande solennità, con musica, canti sacri, rappresentazioni sacre e profane<ref>Riferendosi alle missioni guaraní scrive Colombo: {{Quote|La musica e il canto ricoprirono un ruolo fondamentale nell'opera educativa delle riduzioni, poiché i guaraní avevano, come disse un gesuita, "una genialità musicale" e una straordinaria capacità di fabbricare e inventare strumenti. Assecondando questa attitudine, i padri insegnarono la musica occidentale, adattandola e arricchendola con le sonorità locali. La musica era lo strumento per "''docere et delectare''": i testi cantati erano il modo più semplice per far apprendere la dottrina cristiana e la bellezza della melodia era un modo immediato ed
efficace per mostrare e comunicare la verità del cristianesimo.|Emanuele Colombo, ''Missione guaraní'', in ''Popoli'' 93(2008)51.}}Un esempio dell'adattamento e dell'arricchimento della musica sacra alle sonorità indie fu l'opera di [[Domenico Zipoli]] ([[1688]]-[[1726]]).</ref>.
 
{{Quote|In ogni riduzione vi erano le proprietà private e una proprietà pubblica. Le prime (dette ''aba-mbae'' cioè proprietà dell'indiano) appartenevano alle singole famiglie, le quali dovevano lavorarle e farle fruttare; potevano accrescerle con la loro diligenza e se le godevano senza che altri avesse diritto di intromettervisi. (...) Oltre a queste singole proprietà, v'era anche una grande estensione di terreno, proporzionata al numero delle famiglie, che costituiva la proprietà pubblica (detta ''tupa-mbae, proprietà di Dio). Tutti, ad eccezione delle autorità e degli artigiani, dovevano andarvi, per due giorni alla settimana, a prestare la loro opera volontaria, sotto la guida di una persona appositamente incaricata. I prodotti di questa proprietà, portati e conservati nei magazzini comuni, dovevano servire per mantenere quelli che non potevano lavorare, come i vecchi e gli infermi, le vedove e gli impiegati pubblici; per rimediare alla scarsità del raccolto negli anni di carestia, di sterilità, di malattie epidemiche; e finalmente per gli ospiti.|{{autore|Celestino Testore}}, ''I [[martire|martiri]] [[gesuiti]] del Sud-America'', Isola del Liri [[1934]], 32.}}
{{Quote|La vita ruotava intorno alla chiesa, centro di tutto il popolo e punto di arrivo di tutte le strade. Vi erano inoltre una grande piazza, l'ospedale, un ufficio postale, un carcere e una sorta di albergo. La centralità della chiesa non corrispondeva solo all'immagine del villaggio cristiano, ma rimandava anche al luogo sacro attorno al quale tradizionalmente si raccoglievano i nomadi nelle loro soste. (...) Prima dell'arrivo dei missionari essi vivevano di ciò che quotidianamente raccoglievano e, quando il territorio non forniva più cibo a sufficienza, si spostavano altrove; dormivano in grandi capanne, disposte attorno alla pietra sacra della loro divinità, nelle quali potevano essere ospitate fino a cento famiglie. Nei villaggi missionari la chiesa prese
 
il posto della pietra sacra, mentre le capanne conservarono il loro aspetto esteriore: all'interno erano però divise in stanze indipendenti, per favorire e consolidare la famiglia monogama. La nuova tipologia abitativa era così una sintesi delle due culture e rispondeva alle esigenze di entrambe.|Emanuele Colombo, ''Missione guaraní'', in ''Popoli'' 93(2008)50-51.}}
La suprema direzione nel temporale e nello spirituale e la giurisdizione erano in mano dei [[Missione ad gentes|missionari]]; per l'amministrazione temporale inferiore furono deputati organi scelti dal comune<ref>Il giudizio storico sulle divisioni di competenze e autorità tra missionari e ''indios'' non è uniforme; Emanuele Colombo, ad esempio, scrive:
 
La suprema direzione nel temporale e nello spirituale e la giurisdizione erano in mano dei [[Missione ad gentes|missionari]]; per l'amministrazione temporale inferiore furono deputati organi scelti dal comune<ref>Il giudizio storico sulle divisioni di competenze e autorità tra missionari e ''indios'' non è uniforme; Emanuele Colombo, ad esempio, scrive: {{Quote|All'interno delle riduzioni il potere politico era esercitato da un consiglio chiamato ''cabildo'', composto dai nobili guaraní, i ''caciques''. I gesuiti, generalmente due per ogni riduzione, avevano un'autorità morale e non giuridica, e si occupavano di aspetti della vita pratica: medicina, architettura, insegnamento.|Emanuele Colombo, ''Missione guaraní'', in ''Popoli'' 93(2008)51.}} Edoardo Spagnuolo, afferma che {{Quote|Se i padri missionari controllavano comunque l'organizzazione generale della vita sociale e religiosa, il governo civile delle riduzioni era regolato da funzionari indigeni, venendo esclusa qualsiasi ingerenza o presenza spagnola, che non fosse rappresentata dalle visite di funzionari regi o vescovi.|{{autore|Edoardo Spagnuolo}}, ''Le Reducciones del Paraguay e la persecuzione degli Indios'', Grottaminarda [[2010]], 5.}}</ref>. I prodotti superflui dell'[[agricoltura]] e dell'allevamento del bestiame venivano trasportati al mercato nelle città degli spagnoli per fare le provvisioni occorrenti di metalli, [[sale]], ecc., e per poter pagare le contribuzioni, in sé esigue, alla corona:
 
{{Quote|Fra il Seicento e il Settecento le missioni del Paraguay sono il complesso agricolo più sviluppato dell'America latina: la raccolta del mais, dell'orzo, del grano e del riso vi si alternava anche quattro volte all'anno. Il cotone veniva coltivato in tre varietà e prodotto secondo una media annua di duemila balle di undici chili e mezzo per ogni riduzione. Il vino dei vigneti paraguaiani era esportato a Buenos Aires e in tutta la zona del Plata, e il tabacco locale, oltre a essere anch'esso esportato in quantità, godeva di stima pari a quello dell'Avana. L'erba ''mate'' costituiva la più cospicua fonte di reddito, al punto che - un secolo dopo la cacciata dei gesuiti - dalle zone che erano state soggette al loro controllo se ne esportavano ancora cinque milioni di chili all'anno. Nel 1695, la sola riduzione di Santa Rosa produsse duecentocinquanta quintali di zucchero bianco (...). Tutti questi generi venivano concentrati nei più vasti mercati latino-americani e venduti. Col ricavato, la Compagnia di Gesù pagava la tassa reale e - in ossequio alla regola di non far circolare denaro all'interno delle missioni - investiva l'eccedente dei proventi in attrezzature per incrementare il circuito produttivo. (...) Quanto al bestiame, il censimento parziale del 1768 - un anno dopo che i gesuiti erano stati espulsi per decreto reale - registrò 238.141 fra pecore e capre, 86.394 cavalli, 38.265 muli e 14.975 asini nelle sole riduzioni del Paraguay.|{{autore|Angelo Morino}}, ''Nota'', in {{autore|[[Ludovico Antonio Muratori]]}}, ''Il cristianesimo felice nelle missioni dei padri nella [[Compagnia di Gesù]] nel Paraguai'', a cura di Paolo Collo, [[Palermo]] 1985, 227.}}
 
La pianta delle singole riduzioni era uniforme: al centro la piazza principale con la [[Chiesa (edificio)|chiesa]], la casa dei missionari, la scuola, i laboratori e il magazzino comune. Di là partivano in tutte le direzioni le vie rettilinee e lungo di esse erano costruite le case, di cui ogni famiglia era provvista. La [[religione]] dominava la vita pubblica come la privata. Funzioni sacre iniziavano e concludevano la giornata. I giorni festivi erano celebrati con grande solennità, con musica, canti sacri, rappresentazioni sacre e profane<ref>Riferendosi alle missioni guaraní scrive Colombo: {{Quote|La musica e il canto ricoprirono un ruolo fondamentale nell'opera educativa delle riduzioni, poiché i guaraní avevano, come disse un gesuita, "una genialità musicale" e una straordinaria capacità di fabbricare e inventare strumenti. Assecondando questa attitudine, i padri insegnarono la musica occidentale, adattandola e arricchendola con le sonorità locali. La musica era lo strumento per "''docere et delectare''": i testi cantati erano il modo più semplice per far apprendere la dottrina cristiana e la bellezza della melodia era un modo immediato ed
 
{{Quote|La musica e il canto ricoprirono un ruolo fondamentale nell'opera educativa delle riduzioni, poiché i guaraní avevano, come disse un gesuita, "una genialità musicale" e una straordinaria capacità di fabbricare e inventare strumenti. Assecondando questa attitudine, i padri insegnarono la musica occidentale, adattandola e arricchendola con le sonorità locali. La musica era lo strumento per "''docere et delectare''": i testi cantati erano il modo più semplice per far apprendere la dottrina cristiana e la bellezza della melodia era un modo immediato ed efficace per mostrare e comunicare la verità del cristianesimo.|{{autore|Emanuele Colombo}}, ''Missione guaraní'', in ''[[Popoli (rivista)|Popoli]]'' 93 (2008) 51.}}
 
efficace per mostrare e comunicare la verità del cristianesimo.|Emanuele Colombo, ''Missione guaraní'', in ''Popoli'' 93(2008)51.}}Un esempio dell'adattamento e dell'arricchimento della musica sacra alle sonorità indie fu l'opera di [[Domenico Zipoli]] ([[1688]]-[[1726]]).</ref>.
 
{{Quote|La vita ruotava intorno alla chiesa, centro di tutto il popolo e punto di arrivo di tutte le strade. Vi erano inoltre una grande piazza, l'ospedale, un ufficio postale, un carcere e una sorta di albergo. La centralità della chiesa non corrispondeva solo all'immagine del villaggio cristiano, ma rimandava anche al luogo sacro attorno al quale tradizionalmente si raccoglievano i nomadi nelle loro soste. (...) Prima dell'arrivo dei missionari essi vivevano di ciò che quotidianamente raccoglievano e, quando il territorio non forniva più cibo a sufficienza, si spostavano altrove; dormivano in grandi capanne, disposte attorno alla pietra sacra della loro divinità, nelle quali potevano essere ospitate fino a cento famiglie. Nei villaggi missionari la chiesa prese il posto della pietra sacra, mentre le capanne conservarono il loro aspetto esteriore: all'interno erano però divise in stanze indipendenti, per favorire e consolidare la famiglia monogama. La nuova tipologia abitativa era così una sintesi delle due culture e rispondeva alle esigenze di entrambe.|{{autore|Emanuele Colombo}}, ''Missione guaraní'', in ''Popoli'' 93 (2008) 50-51}}
 
== Interpretazioni dell'esperienza delle riduzioni ==
 
Considerate come un impero teocratico e schiavista dagli illuministi<ref>{{Quote|Voltaire (...) faceva dire a Candido: "ÉÈ cosa ammirevole quel governo. Il reame ha più di trecento leghe di diametro, è diviso in trenta province e Los Padres possiedono tutto e il popolo nulla: capolavoro della ragione e della giustizia. A parer mio questi Padres sono cosa assolutamente divina: lì fanno guerra al re di Spagna e al re di Portogallo e in Europa li confessano; lì uccidono gli spagnoli e a Madrid li mandano in cielo: questo m'incanta". E insinuava che l'Ordine si fosse molto arricchito con le riduzioni, contrapponendo a questa evangelizzazione dettata da interesse e da sottile calcolo politico dei gesuiti quella del tutto disinteressata, pura e santa dei quaccheri a vantaggio degli indigeni del Nord America. Accuse che saranno ribadite anche da Benedetto Croce, che parlerà di preteso comunismo campanelliano.|Alessandro{{autore|lessandro Scurani}}, ''Le "riduzioni": una pagina di storia missionaria'', in ''[[La Civiltà cattolica]]'' 138 (1987) 134}} </ref> o come un'[[utopia]] [[comunismo|comunista]] dai [[marxismo|marxisti]]<ref>L'opera di {{autore|Clovis Lugon}}, ''La république communiste chrétienne des Guarani'', [[Parigi|Paris]] [[1949]], tradotta in italiano nel [[1976]] con il titolo ''La Repubblica Guaranica dei gesuiti ([[1610]]-[[1768]])'', mostrò come lo spirito [[missionario]] [[cristianesimo|cristiano]] avesse generato una costellazione di [[comunità]] comuniste, e che dunque l'ideologia marxistica non era l'unica a cui un programma di collettivizzazione integrale dell'economia poteva coerentemente ispirarsi. Padre [[Giuseppe De Rosa]], nella prefazione all'edizione italiana, sostiene che {{Quote|parlare di comunismo o socialismo cristiano come regola di vita delle ''Reducciones'' significa imporre schemi culturali del secolo XX ad una realtà totalmente diversa dalla nostra: lo scopo dei Gesuiti non sarebbe stato quello di stabilire un "comunismo cristiano", senza diritto di proprietà, ma di legare i Guarani, cacciatori nomadi, alla terra. (...) solo più tardi si sarebbe posto il problema della proprietà privata.|Giuseppe De Rosa, ''Prefazione'', in Clovis Lugon, ''La Repubblica Guaranica dei gesuiti (1610-1768)'', Roma 1976, 9-10.}}</ref> o dai teologi della liberazione, le riduzioni sono interpretate dalla storiografia attuale come il risultato di un lungo processo di evangelizzazione attenta alla inculturazione piuttosto che come l'applicazione di un modello teorico.
 
{{Quote|parlare di [[comunismo]] o [[socialismo]] cristiano come regola di vita delle ''Reducciones'' significa imporre schemi culturali del [[XX secolo|secolo XX]] ad una realtà totalmente diversa dalla nostra: lo scopo dei Gesuiti non sarebbe stato quello di stabilire un "comunismo cristiano", senza diritto di [[proprietà]], ma di legare i Guarani, cacciatori nomadi, alla [[terra]]. (...) solo più tardi si sarebbe posto il problema della proprietà privata.|{{autore|Giuseppe De Rosa}}, ''Prefazione'', in {{autore|Clovis Lugon}}, ''La Repubblica Guaranica dei gesuiti (1610-1768)'', [[Roma]] [[1976]], 9-10}}</ref> o dai [[teologia della liberazione|teologi della liberazione]], le riduzioni sono interpretate dalla storiografia attuale come il risultato di un lungo processo di [[evangelizzazione]] attenta alla [[inculturazione]] piuttosto che come l'applicazione di un modello teorico.
Nella storia delle interpretazioni dell'esperienza delle riduzioni, notevole influsso ebbe l'opera di Ludovico Antonio Muratori intitolata ''Il cristianesimo felice nelle missioni de' padri della Compagnia di Gesù nel Paraguai'', del [[1743]]<ref>Cfr. l'elenco delle edizioni e delle traduzioni di questo testo a [http://www.centrostudimuratoriani.it/muratori/cristianesimo-felice/ questo indirizzo]; cfr. pure Francesco Guardiani, ''La modernità dei gesuiti nel'' Cristianesimo felice ''del Muratori'', 2007: [https://tspace.library.utoronto.ca/bitstream/1807/10183/1/La%20%20modernit%C3%A0%20dei%20gesuiti%20nel%20Cristianesimo%20felice%20del%20Murat%20ori%20-%20online.pdf articolo pubblicato online].
 
Nella storia delle interpretazioni dell'esperienza delle riduzioni, notevole influsso ebbe l'opera di [[Ludovico Antonio Muratori]] intitolata ''Il cristianesimo felice nelle missioni de' padri della Compagnia di Gesù nel Paraguai'', del [[1743]]<ref>Cfr. l'elenco delle edizioni e delle traduzioni di questo testo a [http://www.centrostudimuratoriani.it/muratori/cristianesimo-felice/ questo indirizzo]; cfr. pure {{autore|Francesco Guardiani}}, ''La modernità dei gesuiti nel '' Cristianesimo felice '' del [[Ludovico Antonio Muratori|Muratori]]'', [[2007]]: [https://tspace.library.utoronto.ca/bitstream/1807/10183/1/La%20%20modernit%C3%A0%20dei%20gesuiti%20nel%20Cristianesimo%20felice%20del%20Murat%20ori%20-%20online.pdf articolo pubblicato online].
</ref>, che descrive l'opera dei gesuiti nel Nuovo Mondo con una visione quasi idilliaca:
{{Quote|Spettacolo degno degli occhi del Paradiso - e che probabilmente dovrebbe essere di rimprovero a noi vecchi cristiani - è vedere lo stato e la maniera di vivere dei novelli cristiani del Paraguai, per quel che concerne lo spirito e l'anima. Quella gente che nei tempi passati (...) simile alle fiere viveva nei boschi e non pensava ad altro che a compiere vendette e stragi tra loro stessi e soprattutto contro i vicini, ghiotta di carne umana, perduta nell'ubriachezza e nell'impudicizia, andando nuda senza conoscere il rossore e la vergogna; questi lupi, questi orsi, dico, ora sono diventati agnelli mansueti, innocenti colombe, tanto che la loro compostezza, l'amor fraterno, l'illibatezza dei costumi e la devozione, ci sembrano un ritratto della chiesa primitiva.|Ludovico Antonio Muratori, ''Il cristianesimo felice nelle missioni dei padri della Compagnia di Gesù nel Paraguai'', Palermo 1985, 112}}
 
{{Quote|Spettacolo degno degli occhi del [[Paradiso]] - e che probabilmente dovrebbe essere di rimprovero a noi vecchi cristiani - è vedere lo stato e la maniera di vivere dei novelli cristiani del Paraguai, per quel che concerne lo [[spirito]] e l'[[anima]]. Quella gente che nei tempi passati (...) simile alle fiere viveva nei boschi e non pensava ad altro che a compiere [[vendetta|vendette]] e stragi tra loro stessi e soprattutto contro i vicini, ghiotta di carne umana, perduta nell'[[ubriachezza]] e nell'[[impudicizia]], andando [[nudità|nuda]] senza conoscere il rossore e la [[vergogna]]; questi lupi, questi orsi, dico, ora sono diventati [[agnello|agnelli]] mansueti, innocenti [[colomba|colombe]], tanto che la loro compostezza, l'[[amore|amor]] fraterno, l'illibatezza dei costumi e la [[devozione]], ci sembrano un ritratto della [[chiesa]] primitiva.|Ludovico Antonio Muratori, ''Il cristianesimo felice nelle missioni dei padri della Compagnia di Gesù nel Paraguai'', [[Palermo]] [[1985]], 112}}
Alcune imperfezioni delle riduzioni, come l'esagerata tutela esercitata, spiegabile considerando i tempi e lo stato culturale degli ''indios'', il formalismo religioso esteriore e quello civile, già nel [[XVIII secolo]] furono molto esagerate dai nemici dei Gesuiti e poi riprese nel [[XIX secolo]] da scrittori [[Protestantesimo|protestanti]] come il Gothein<ref>Cfr. Eberhard Gothein, ''Lo Stato cristiano-sociale dei Gesuiti nel Paraguay'', ristampa anastatica, Firenze 1987; la prima edizione in tedesco, titolata ''Der christlich-sociale Staat der Jesuiten in Paraguay'', è del 1883.</ref> e il Pfotenhauer<ref>Cfr. J. Pfotenhauer, ''Die Missionen der Jesuiten in Paraguay. Ein Bild aus der älteren römischen Missionsthätigkeit, zugleich eine Antwort auf die Frage nach dem werte römischer Mission, sowie ein Beitrag zur Geschichte Südamerikas'', 3 voll., Gütersloh 1891.</ref>. Nonostante i difetti, le riduzioni ebbero ottimi risultati nel campo dell'educazione religiosa e morale, sempre posta in prima linea, nel campo della stabilità dei popoli, della colonizzazione e della cultura.
 
Alcune imperfezioni delle riduzioni, come l'esagerata tutela esercitata, spiegabile considerando i tempi e lo stato [[cultura|culturale]] degli ''indios'', il formalismo [[religione|religioso]] esteriore e quello civile, già nel [[XVIII secolo]] furono molto esagerate dai nemici dei [[Gesuiti]] e poi riprese nel [[XIX secolo]] da scrittori [[Protestantesimo|protestanti]] come il Gothein<ref>Cfr. {{autore|Eberhard Gothein}}, ''Lo Stato cristiano-sociale dei Gesuiti nel Paraguay'', ristampa anastatica, [[Firenze]] [[1987]]; la prima edizione in tedesco, titolata ''Der christlich-sociale Staat der Jesuiten in Paraguay'', è del [[1883]].</ref> e il Pfotenhauer<ref>Cfr. {{autore|J. Pfotenhauer}}, ''Die Missionen der Jesuiten in Paraguay. Ein Bild aus der älteren römischen Missionsthätigkeit, zugleich eine Antwort auf die Frage nach dem werte römischer Mission, sowie ein Beitrag zur Geschichte Südamerikas'', 3 voll., Gütersloh [[1891]].</ref>. Nonostante i difetti, le riduzioni ebbero ottimi risultati nel campo dell'[[educazione]] religiosa e [[morale]], sempre posta in prima linea, nel campo della stabilità dei popoli, della colonizzazione e della cultura.
 
== Protagonisti, luoghi e testimonianze ==
 
InNelle questaimmagini galleriache seguono sono raccolti alcuni dei protagonisti dell'esperienza delle riduzioni, immagini dei resti di alcune riduzioni e testimonianze artistiche dell'opera missionaria.
 
<center>
{{Sezione accessoria|Bibliografia}}
 
* {{autore|Pablo Pastells}}, - {{autore|Francisco Mateos}}, ''Historia de la Compañìa de Jesús en la Provincia del Paraguay'', 7 volumi, [[Madrid]] [[1912]]-[[1948]]
* {{autore|Johannes Rommerskirchen}}, ''Riduzioni'', in ''{{Enciclopedia Cattolica'', vol. X, Firenze - Città del Vaticano (1948-1954)|X}}, ccc. 893-895
* {{autore|Alberto Armani}}, ''[[Città]] di [[Dio]] e città del [[sole]]: lo Stato gesuita dei Guaranì ([[1609]]-[[1768]])'', [[Roma]] [[1977]]
* {{autore|Lodovico Antonio Muratori}}, ''Il cristianesimo felice nelle missioni dei padri della Compagnia di Gesù nel Paraguai'', a cura di Paolo Collo, con una nota di Angelo Morino, Sellerio, [[Palermo]] [[1985]] (si tratta di una riduzione della sola parte I dell'opera del Muratori, uscita a [[Venezia]] da Pasquali nel [[1743]], ma privata delle [[tre]] lunghe relazioni del modenese Gaetano Cattaneo che avevano dato a Muratori lo spunto per l'opera, oltre che dell'intera seconda parte uscita nel [[1749]])
* {{autore|Alessandro Scurani}}, ''Le "riduzioni": una pagina di storia missionaria'', in ''[[La Civiltà cattolica]]'' 138 (1987) 129-136; un estratto di questo articolo si trova a [http://www.gliscritti.it/blog/entry/1179#h32 questa pagina]
* {{autore|Giuseppe Piras}}, ''Martín de Funes S.I. ([[1560]]-[[1611]]) e gli inizi delle riduzioni dei gesuiti nel Paraguay'', Roma [[1988]]
* {{autore|Aldo Trento}}, ''Il [[Cristianesimo]] felice. Riduzioni gesuitiche'', Milano [[2003]]
* [http://www.cromohs.unifi.it/10_2005/imbruglia_gesuiti.html {{autore|Girolamo Imbruglia}}, ''Un impero d'età moderna: la [[Compagnia di Gesù]]'', in ''[[Cromohs]]'' 10 (2005) 1-9, ''[http://www.cromohs.unifi.it/10_2005/imbruglia_gesuiti.html online]''
* {{autore|Giacomo Costa}}, ''Ritorno alle Riduzioni'', in ''[[Rivista Internazionale di Scienze Sociali]]'' 1-2 ([[2006]]) 81-101, ''[https://docs.google.com/viewer?a=v&q=cache:Q3VvqEG3mnYJ:www.dse.ec.unipi.it/persone/docenti/costa/web/storia_economica/Ritorno%2520preceduto%2520da%2520Abstract31M07.doc+&hl=it&gl=it&pid=bl&srcid=ADGEESgcK_5fZGVC__rFZcdgaIGg_zNpZsRQi4V3NMaeeNiOZPdlF4_PQ5xt0uxg6nKeRnvyULDufbRVgHLpJwQBgzrJgcw6aRjycbdAvCE1nvCISJNhOSoP7LCCrpx1wGcKF86TzkLC&sig=AHIEtbQA53gjCL9wy-eLM-1Z3JCR8jd-GQ&pli=1 Giacomo Costa, online]''Ritorno alle Riduzioni'', in ''Rivista Internazionale di Scienze Sociali'' 1-2(2006)81-101]
* {{autore|Aldo Trento}}, ''Il paradiso in Paraguay. La vita quotidiana nelle riduzioni gesuitiche del Paraguay'', Milano [[2006]]
* {{autore|Emanuele Colombo}}, ''Missione guaraní'', in ''[[Popoli (rivista)|Popoli]]'' 93 ([[2008]]) 50-51
* {{autore|Marina Massimi}}, ''Il potere e la croce. Colonizzazione e riduzioni dei Gesuiti in Brasile'', Milano 2008
* {{autore|Gianpaolo Romanato}}, ''Gesuiti, guaranì ed emigranti nelle Riduzioni del Paraguay'', [[Ravenna]] 2008
* {{autore|Gianpaolo Romanato}}, ''La Repubblica guaraní e l'indipendenza del Paraguay'', in ''Visioni LatinoAmericane'' 2 (2010) 13-18
* {{autore|Edoardo Spagnuolo}}, ''Le Reducciones del Paraguay e la persecuzione degli Indios'', Grottaminarda 2010
 
{{Sezione accessoria|Voci correlate}}
* [http://www.gesuiti.it/storia/24/25/459/listapersonaggi.asp L'articolo sulle Riduzioni di Johannes Rommerskirchen nella ''Enciclopedia Cattolica'' (Firenze - Città del Vaticano 1948-1954)] sul [http://www.gesuiti.it/gesuiti/schedabase.asp sito dei Gesuiti italiani]
* [http://www.podcast.it/episodi/riduzioni-dei-gesuiti-in-america-latina-di-luigi-gaudio-8544740.html Lezione audio di Luigi Gaudio su ''Riduzioni dei Gesuiti in America Latina'']
* {{autore|Enrico Padoan}}, ''Le Riduzioni del Paraguay. Missionari Gesuiti nell'America latina'', [http://www.moscati.it/Ital3/Rid_Paraguay.html parte prima] e [http://www.moscati.it/Ital3/Rid_Paraguay2.html parte seconda] sul sito [http://www.moscati.it www.moscati.it]
* [http://www.gesuiti.it/img/second/immagini/reducciones.pdf Edoardo Spagnuolo, ''Le Reducciones dei Gesuiti del Paraguay'']
 

Menu di navigazione