Dante Alighieri: differenze tra le versioni

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Nell'[[enciclica]] ''[[In praeclara summorum]]'', scritta nel [[1921]], in occasione del sesto centenario della morte del poeta, [[papa Benedetto XV]] esorta a studiare e ad amare Dante, "che Noi non esitiamo a definire il cantore e l'araldo più eloquente del pensiero cristiano".
 
In occasione dell’inizio dell’[[Anno della Fede]] e del [[Sinodo dei Vescovi]], promossa dal [[Pontificio Consiglio della Cultura]], patrocinata da [[Roma]] Capitale e in collaborazione con la [[Rettoria del SS. Nome di Gesù all’Argentina]] e la [[Casa di Dante in Roma]], il [[12 ottobre]] [[2012]], nella Rettoria del SS. Nome di Gesù all’Argentina si tiene la serata a tema “La [[Fede]] di Dante – Il Canto XXIV del Paradiso”[[Paradiso]]”. Nel commentare l'iniziativa, mons. [[Pasquale Iacobone]], del dipartimento di [[Arte]] e Fede del Pontificio Consiglio per la Cultura, spiega: "La fede di Dante è una fede estremamente storicizzata e contestualizzata, che sa entrare, cioè, nei vicoli, nei meandri, nei labirinti della [[Storia]] per poi dare una risposta. Quello di Dante, quindi, è in sostanza un metodo estremamente utile per tutti noi, per capire come la fede va rapportata al momento storico che si vive, attingendo al patrimonio antico per fornire le risposte più nuove, più sagge, più attraenti, anche a chi è lontano dalla fede"<ref>[http://www.zenit.org/article-33075?l=italian ''"La Fede di Dante - Il Canto XXIV del Paradiso" venerdì 12 ottobre a Roma. E dal 4 novembre le "Lecturae Dantis" del [[Purgatorio]] alla "Casa di Dante in Roma"'']</ref> <ref>[http://www.zenit.org/article-33086?l=italian S. Cernuzio, ''Dante ci insegna a proporre all'uomo di oggi la fede di sempre. Mons. Pasquale Iacobone, del Pontificio Consiglio per la Cultura, spiega come la [[spiritualità]] del Sommo Poeta possa insegnare a trasmettere oggi una fede autentica'']</ref>.
 
 
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