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In ogni caso il peso delle narrazioni dei miracoli all'interno dei Vangeli è assai rilevante, tanto che queste narrazioni non possono essere considerate, nel loro complesso, come qualcosa di circostanziale. Nel [[Vangelo secondo Marco]] i racconti dei miracoli di Gesù occupano il 31% del testo globale, e giungono al 47% se si escludono gli ultimi [[sei]] capitoli riguardanti la [[passione di Cristo]]<ref>Cfr. {{autore|[[René Latourelle]]}} ''Miracolo'', in {{Dizionario di Teologia Fondamentale 1990}}, p. 754.</ref>. La loro narrazione è talmente intrecciata con l'esposizione di precisi insegnamenti e con la descrizione delle reazioni dei presenti, anch'esse occasione di ammaestramento da parte di Gesù, che sarebbe assai difficile operare una sorta di separazione fra la ''[[predicazione di Gesù|predicazione]]'' e le ''opere'' di Gesù, attribuendovi un diseguale valore storico od ermeneutico.<ref>Cfr. quanto afferma il [[Concilio Vaticano II]], dove parla dell'[[economia]] della [[Rivelazione]] che
{{quote100|comprende eventi e parole intimamente connessi, in modo che le opere, compiute da [[Dio]] nella [[storia della salvezza]], [[manifestazione|manifestano]
Non solo poi Gesù compie segni prodigiosi: egli conferisce ai [[dodici apostoli]] il potere di guarire e di scacciare i demoni ({{pb|Mt|10,1}}; cfr. {{pb|Gv|14,12}}).
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