Purgatorio: differenze tra le versioni

Vai alla navigazione Vai alla ricerca
nessun oggetto della modifica
mNessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
=== La preghiera per i defunti ===
 
La Chiesa cattolica, attraverso la sua [[intercessione]] per i defunti, manifesta sin dalle origini la sua fede nel Purgatorio, come riscontrabile da vari testi [[padre della Chiesa|patristici]]. Ad esempio, nel [[Pastore di Erma]], un testo del [[II secolo]], vi sono chiari ed espliciti riferimenti ad uno stato, successivo alla morte terrena, in cui è necessario purificarsi prima dell'ingresso in [[Paradiso]].
 
=== I Padri della Chiesa ===
 
Nel [[II secolo]] troviamo le prime testimonianze riguardo a una dottrina del purgatorio: [[Tertulliano]] (+ dopo il [[220]]) in Occidente e [[San Clemente Alessandrino|Clemente di Alessandria]] (+ prima del [[215]]) in [[Chiese Orientali|Oriente]].
 
MentreIn in OccidentaleOccidenta la storia del concetto di Purgatorio si svolge praticamente senza rapporto con la [[filosofia]] antica e appare collegata solamente alla [[fede]] cristiana popolare sviluppatasi dal [[giudaismo]],; in Clemente di Alessandria, invece, la situazione sarà completamente diversa, poiché egli formulò il suo pensiero all'interno della polemica con la [[gnosi]] [[Valentino|valentiniana]], e quindi in [[dialogo]] con la grande [[tradizione]] filosofica [[Grecia|grecogreca]], in particolare con il [[platonismo]] e lo [[stoicismo]].
 
==== Occidente ====
===== Cipriano =====
 
[[San Cipriano]] (+ [[258]]), scrivendo in tempo di [[persecuzione]], affrancò il concetto di Tertulliano dal rigorismo e ne eliminò l'elemento [[paganesimo|pagano]]. Cipriano sosteneva che per i defunti nella fede, specie per i [[martire|martiri]], vi sarà una [[salvezza]] definitiva immediatamente dopo la morte, così come affermava l'esistenza di un inferno definitivo. Il suo problema [[pastorale]] fondamentale era costituito dai cristiani che nella persecuzione non avevano trovato il coraggio del martirio, e che avevano ceduto all'imposizione del [[culto]] di [[stato]], rinnegando pubblicamente il [[Cristo]], ma che tuttavia volevano rimanere cristiani e desideravano riconciliarsi con la [[Chiesa]]. Riferendosi anch'egli a {{pb|Mt|5,26}} pensa<ref>Ep 55,20; [[CSEL]] III 2, 638; Joseph Fischer, cit., p. 267s.</ref> a una possibile continuazione della [[penitenza ecclesiale]] nell'aldilà; il che gli consente di concedere a questi deboli, contro la voce dei rigoristi, l'accoglienza nella [[comunità]] ecclesiale. Certo, così come sono non potranno entrare nella definitiva [[comunione]] col [[Cristo]], perché vi si oppone il loro rinnegamento; purtuttavia essi sono in grado di purificarsi. La penitenza ecclesiale, quale via della purificazione, non esiste soltanto nell'al di qua, ma anche nell'al di là.
 
La visione di Cipriano poté esercitare un influsso determinante sull'ulteriore cammino della Chiesa occidentale. La sua interpretazione della purificazione nell'altro mondo ha ormai plasmato il pensiero di fondo della dottrina occidentale del purgatorio.
La visione di Clemente venne ulteriormente sviluppata, con talune modificazioni, da [[Origene]], e si è conservata là dove ci si sentiva particolarmente vincolati al pensiero del grande alessandrino.
 
Per l'ultima volta essa venne esposta, nella sostanza quasi invariata, da [[Gregorio di Nazianzo]] (+ [[390]] ca.). La sua appartenenza all'ambito dottrinale di Origene le doveva riuscire fatale, poiché fu implicata nella disputa intorno a Origene ed eliminata insieme al di lui retaggio.
 
Il passo determinante in questa direzione è stato compiuto da [[Giovanni Crisostomo]] (+ [[407)]]. Dalle sue [[omelia|omelie]] su {{pb|1Cor|3,1-17}} egli bandisce il concetto della generale restaurazione (ἀπχατάστασις, ''apochatastasis''), che nel frattempo era stato connesso all'idea del fuoco purificatore.
 
=== Le definizioni dei Concili ===
Per comprendere la dottrina proposta dalla Chiesa cattolica nei tre Concili menzionati, occorre tener presente anzitutto che l'espressione "purgatorio" è estranea ai testi dottrinali ufficiali. Essi evitano l'immagine del [[fuoco]], e parlano semplicemente di ''poenae purgatoriae seu catharteriae'' ("pene purgatorie")<ref>[[Concilio di Lione]], ''Professio fidei Michaelis Palaeologi imperatoris'': [[DS]] 856; cfr. [[Concilio di Firenze]], ''Decretum pro Graecis'', DS 1304.</ref>, oppure anche di ''purgatorium''<ref>[[Concilio di Trento]], ''Decretum de iustificatione'', can. 30, [[DS]] 1580; ''Decretum de purgatorio'', DS 1820.</ref>, solitamente tradotto con "luogo di purificazione".
 
La [[Chiesa Orientale]] non aveva però accompagnato la teologia occidentale in questo suo cammino di approfondimento circa il destino dell'uomo nell'al di là. Essa si conservò fedele all'idea dello "stadio intermedio" raggiunta da [[Giovanni Crisostomo]] (+[[407]]), motivo per cui nei tentativi di unione compiuti a [[Lione]] e a [[Ferrara]]-[[Firenze]]<ref>''Atto d'Unione per i Greci'', [[6 luglio]] [[1439]].</ref>, la dottrina del purgatorio divenne un punto controverso.
 
Nelle loro affermazioni sull'argomento, ognuno dei tre Concili in questione compie una rilettura del precedente e si tiene, nella sua formulazione, più semplice e conciso. La formula più sintetica risulta quella di Trento:

Menu di navigazione