Penitenza (Sacramento): differenze tra le versioni

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=== La "Penitenza tariffata" ===
 
Successivamente la Chiesa modificò la disciplina della penitenza, badando soprattutto al beneficio spirituale dei penitenti. Inoltre, non in tutte le zone era in uso la Penitenza Canonica: si ritiene che alcune province lontane da Roma, come la Scozia, l'Inghilterra e soprattutto l'Irlanda, non abbiano mai conosciuto la penitenza antica.
Successivamente la Chiesa modificò la disciplina della penitenza, badando soprattutto al beneficio spirituale dei penitenti. Inoltre, non in tutte le zone era in uso la Penitenza Canonica: si ritiene che alcune province lontane da Roma, come la Scozia, l'Inghilterra e soprattutto l'Irlanda, non abbiano mai conosciuto la penitenza antica. Dall'Irlanda, a partire dal settimo secolo, si diffuse nel resto d'Europa un diverso approccio nel valutare il peccato e le sue conseguenze: l'iter penitenziale, grazie anche all'influsso di [[San Colombano]], divenne privato e meno gravoso: il peccatore confessava al [[presbitero|sacerdote]] e non più al vescovo i propri peccati, espiando in privato, e riespiando tante volte quante aveva peccato, così come è in uso ancora oggi. La Chiesa, inoltre, articolò maggiormente la riflessione sul peccato e cominciò a suddividerlo in categorie, cui venivano assegnate penitenze specifiche. Questo nuovo tipo di penitenza venne detto [[Penitenza tariffata]], poiché ogni [[peccato]] contraeva, in sostanza, un debito verso [[Dio]], che andava pagato secondo un "prezzo" o "tariffa" penitenziale stabilito o quantomeno indicato a priori. La pratica mirava anche ad uniformare il trattamento dei fedeli, evitando che per lo stesso peccato qualcuno espiasse di più e qualcuno di meno, nonché a educare i sacerdoti nella gestione delle anime. Le "Tariffe Penitenziali" erano contenute in raccolte dette [[Libri Penitenziali]], che ebbero la massima diffusione nel periodo che va dal VII al IX secolo. Le pene consistevano in mortificazioni corporali più o meno severe, che solitamente coincidevano con il digiuno, al punto che il verbo ''poenitere'', fare penitenza, divenne quasi sinonimo di ''ieiunare'', cioè digiunare. Con digiuno non si intendeva l'astensione da ogni tipo di cibo, ma forme più o meno severe di rinuncia ad alcuni cibi: il penitente si nutriva di pane ed acqua solo nei casi più gravi di peccato, più spesso digiunava con legumi secchi, latte scremato e formaggio o solo astenendosi da alimenti come la carne e il vino.
 
Dall'Irlanda, a partire dal [[VII secolo]], si diffuse nel resto d'[[Europa]] un diverso approccio nel valutare il [[peccato]] e le sue conseguenze: l'iter penitenziale, grazie anche all'influsso di [[San Colombano]], divenne privato e meno gravoso: il peccatore [[confessione|confessava]] al [[Presbitero]] e non più al [[Vescovo]] i propri peccati, espiando in privato, e riespiando tante volte quante aveva peccato, così come è in uso ancora oggi.
 
La Chiesa, inoltre, articolò maggiormente la riflessione sul peccato e cominciò a suddividerlo in categorie, cui venivano assegnate penitenze specifiche. Questo nuovo tipo di penitenza venne detto [[Penitenza tariffata]], poiché ogni [[peccato]] contraeva, in sostanza, un debito verso [[Dio]], che andava pagato secondo un "prezzo" o "tariffa" penitenziale stabilita, o quantomeno indicata a priori.
 
La pratica mirava anche ad uniformare il trattamento dei fedeli, evitando che per lo stesso peccato qualcuno espiasse di più e qualcuno di meno, nonché a educare i sacerdoti nella gestione delle anime.
 
Le "Tariffe Penitenziali" erano contenute in raccolte dette [[Libri Penitenziali]], che ebbero la massima diffusione nel periodo che va dal VII al [[IX secolo]]. Le pene consistevano in [[mortificazione|mortificazioni]] [[corpo|corporali]] più o meno severe, che solitamente coincidevano con il [[digiuno]], al punto che il verbo ''poenitere'', fare penitenza, divenne quasi sinonimo di ''ieiunare'', cioè digiunare. Con digiuno non si intendeva l'astensione da ogni tipo di cibo, ma forme più o meno severe di rinuncia ad alcuni cibi: il penitente si nutriva di [[pane]] ed [[acqua]] solo nei casi più gravi di peccato, più spesso digiunava con legumi secchi, [[latte]] scremato e formaggio o solo astenendosi da alimenti come la [[carne]] e il [[vino]].
 
=== Dai "Libri Penitenziali" alle "Summae Confessorum" ===

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