Libro di Isaia: differenze tra le versioni

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== Struttura del testo ==
A partire dal [[XVIII secolo]] gli studiosi hanno evidenziato differenze nel testo che permettono una suddivisione per testi omogenei:
;Primo Isaia:
:*Capitoli 1-6: oracoli isaiani di alto tenore letterario e teologico
:*Capitoli 7-12: il cosiddetto «[[libro dell'Emmanuele]]» isaiano, anche se con inserzioni posteriori
:*Capitoli 13-23: oracoli contro le nazioni, isaiani. Si predice la caduta di [[Babilonia]] ad opera dei Medi e la sua completa desolazione, avvenuta nel [[II secolo d.C.]]. La critica ha convalidato l'autenticità di questo capitolo.
:*Capitoli 24-27: è la cosiddetta «apocalisse maggiore» di Isaia, certo opera post esilica ([[V secolo a.C.]]?)
:*Capitoli 28-33: oracoli sparsi prevalentemente isaiani
:*Capitoli 34-35: la cosiddetta «apocalisse minore» di Isaia, opera post-esilica
:*Capitoli 36-39: la libera riproduzione degli eventi narrati in {{passo biblico2|2Re|18-20}}
;Secondo Isaia:
:*Capitoli 40-55: è il cosiddetto «secondo Isaia», profeta anonimo del ritorno degli ebrei dall'[[esilio babilonese]] (fine [[VI secolo a.C.]])
;Terzo Isaia:
:*Capitoli 56-66: è il cosiddetto «terzo Isaia», oracoli vari uniti altri generi letterari, databili in epoca post-esilica
 
Lo studio diacronico del libro di Isaia, pubblicato nel Westminster Theological Journal, ha affermato che il linguaggio usato afferma in modo schiacciante una data pre-esilica per i capitoli 40-66.
 
== Interpretazione cristiana ==
La tradizione cristiana ha dato subito molta rilevanza al libro di Isaia, tanto da meritare il primo posto tra i libri profetici nel [[canone biblico]]: già infatti gli autori del [[Nuovo Testamento]] vedono negli scritti attribuiti a Isaia la prefigurazione degli eventi caratterizzanti la vita di [[Gesù di Nazareth]] narrati nei [[Vangeli]].
 
In particolare sono due le parti del libro di Isaia che sono state interpretate come profezie messianiche: il ''Libro dell'Emmanuele'' e il ''Libro della Consolazione''.
 
Nel primo compare la figura dell'[[Emmanuele]], un bambino nato per la salvezza del popolo ebraico, chiamato «luce delle nazioni» e identificato con il Messia, [[Gesù Cristo]]. Viene sottolineata la sua nascita da una «giovane donna» («vergine» nella traduzione greca della [[Bibbia dei Settanta]]), identificata con la [[Vergine Maria]] già nel [[Vangelo di Matteo]] ({{passo biblico|Is|7, 14}}; citato in {{passo biblico2|Mt|1, 21-23}}). Viene descritta inoltre la condizione di armonia tra uomo e creato come caratteristica del regno di giustizia instaurato dall'Emmanuele, interpretata come la condizione di restaurazione del [[peccato originale]] operata con la [[Redenzione]].
 
Nel secondo compare la figura del [[Servo di Javhè]], considerato dalla tradizione cristiana una prefigurazione di Gesù sofferente e vittorioso, morto per salvare l'umanità:
{{quote|Egli è stato trafitto per i nostri delitti,<br/>schiacciato per le nostre iniquità.<br/>Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui;<br/>per le sue piaghe noi siamo stati guariti.|Isaia {{passo biblico|Is|53, 5}}}}
La descrizione del servo come «virgulto» e «radice in terra assetata» è stata interpretata da [[Sant'Agostino]] come la prefigurazione della nascita della Chiesa, paragonata ad un albero la cui radice è in Gesù.<ref>[[Agostino di Ippona]], ''Discorsi'' [http://www.augustinus.it/italiano/discorsi/discorso_055_testo.htm n. 44]</ref>
 
 
 
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