Ascesi: differenze tra le versioni

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Certo lo spirito del male, cacciato fuori, non smette di servirsi di tutti gli appigli che la fragile natura umana gli dà, per cambiare ancora una volta le cose a proprio vantaggio. Ed ecco nascere per questo il combattimento spirituale nel cristiano, che, con l'aiuto della grazia divina, fa superare progressivamente la doppiezza di cuore tra il male e il bene, la ''dipsychìa'' come la chiamarono gli antichi [[Padri della Chiesa]].
 
'''[[San Giovanni della Croce]]''', carmelitano spagnolo del [[XVI secolo|Cinquecento]], specialmente nelle sue opere ''Salita al Carmelo'' e ''Notte oscura'', spiegò meglio di ogni altro prima di lui, che questo processo di purificazione deve avvenire molte volte nel corso del cammino ascetico. Prima va applicato ai sensi (notte oscura dei sensi, con dure prove esteriori), poi prosegue nella parte più spirituale dell'anima (notte oscura dello spirito, con dure prove sulla fede in Dio); prima scendono in campo gli sforzi ascetici volontari, poi la purificazione diventa gradualmente un'opera misteriosa (mistica) condotta da Dio stesso.
 
[[Sant'Ignazio di Loyola]], fondatore dei gesuiti, portò nella Teologia ascetica la ricchezza dei suoi [[Esercizi spirituali]]. Riportiamo un breve estratto del n° 87: ''"Le penitenze esterne si fanno principalmente per tre fini: per riparare i peccati passati; per vincere se stessi in modo che i sensi obbediscano alla ragione e tutte le parti inferiori siano più soggette alle superiori; per cercare e trovare una grazia di Dio o un dono che si vuole e si desidera..."'' Avverte però che, per quanto riguarda la misura delle penitenze, non si può dare una regola precisa, ma si deve usare la [[discrezione]], equilibrando il cammino in base alla personalità di ciascuno e in particolare sulla base della storia spirituale individuale.
 
Tanti infatti si formano una strana idea di Dio, molto lontana dal Vangelo: come se Dio esigesse in riparazione dei peccati una dolorosa scia di macerazioni al limite dell'autolesionismo. Lo spontaneo disgusto del popolo di Dio per una simile teoria (talvolta ventilata nella storia della Chiesa) spiegano quel brusco discredito che molti provano nei riguardi dell'ascesi cattolica. Sicuramente dobbiamo camminare sulle tracce di Cristo portando la nostra croce ({{pb|Col|1,24}}), ma vanno sempre misurati i pericoli di deformazione "dolorista" o di travestimento della rivelazione dell'amore di Dio, allo scopo non di annientare la volontà, ma di salvare il mondo salvando se stessi.
 
== L'insegnamento del Magistero ==
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