Cattedrale di San Clemente (Velletri): differenze tra le versioni

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Nel [[1556]] fu realizzato da [[Luca Bencivenni]] il coro ligneo andato distrutto durante la [[Seconda guerra mondiale]].
 
Il [[17 marzo]] [[1595]] la [[visita pastorale]] del [[sacerdote]] [[Ludovico Boidus]], effettuata per conto del [[cardinale]] [[Alfonso Gesualdo]] ([[1591]] - [[1603]]), ci offre una descrizione del complesso architettonico di San Clemente che documenta uno stato di generale degrado del [[Duomo]]. Dalla relazione la [[cattedrale]] risulta divisa in tre navate da colonne di marmo e porfido con la copertura di quella centrale a capriate e le laterali con volte a crociera. Il coro era composto da quattordici stalli con al centro la [[cattedra|cattedra episcopale]], che però fu giudicata troppo piccola, così come il ''[[Crocifisso]]'' pendente dall'arco trionfale, se commisurato all'ampiezza della [[chiesa (edificio)|chiesa]]. In tale occasione il [[cardinale]] Gesualdo ordinò una sistemazione della [[presbiterio|zona presbiterale]], allineando la [[cattedra]] e l'[[altare]], e murando l'intercolunnio sul lato sinistro, definendo così lo spazio sostanzialmente giunto ai nostri giorni. L'altare, in laterizio rivestito in marmo, era sormontato da un baldacchino di rame dorato. Inoltre,
il cardinale Gesualdo chiamò nel [[1595]] a Velletri il pittore [[Giovanni Balducci]], al quale commissionò un ciclo di tre dipinti con il ''[[Martirio]] di [[san Clemente]]'' (andati perduti).
 
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