Cattedrale di San Clemente (Velletri)

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Cattedrale di San Clemente o Duomo di Velletri
Velletri CattedraleS.Clemente.jpg
Velletri, Cattedrale di San Clemente
Stato bandiera Italia
Regione bandiera Lazio
Regione ecclesiastica
Regione ecclesiastica Lazio
Provincia Roma
Comune Velletri
Diocesi Velletri-Segni
Religione Cattolica
Indirizzo Piazza San Clemente, 1
00049 Velletri (RM)
Telefono +39 06 9632239
Fax +39 06 9632239
Posta elettronica s.clemente@diocesi.velletri-segni.it
Oggetto tipo Chiesa
Oggetto qualificazione Cattedrale
Dedicazione San Clemente I
Vescovo Vincenzo Apicella
Data fondazione V secolo
Inizio della costruzione 1659
Completamento XX secolo, seconda metà
Data di consacrazione 1664
Consacrato da Bonaventura Teoli
Strutture preesistenti Tempio romano
Pianta basilicale
Coordinate geografiche
41°40′60″N 12°46′36″E / 41.68328, 12.77665 bandiera Italia

La Cattedrale di San Clemente, detta anche Duomo di Velletri, è la chiesa episcopale, dove ha sede la cattedra del vescovo di Velletri-Segni: questa è la prima basilica minore della Chiesa universale, ed è stata fino al 1914 sede propria del Decano del Collegio cardinalizio.

Storia

Origini

La Cattedrale fu probabilmente edificata nel V secolo, sulle rovine di un tempio romano. Le tracce del suo impianto originario – una basilica a tre navate con abside centrale – non sono state totalmente distrutte dagli interventi successivi, ma notevoli testimonianze sono ancora visibili nella cripta e nella parte absidale.

Epoca medioevale

Luciano da Velletri (attr.), Traslazione dei corpi di sant'Eleuterio e san Ponziano a Velletri (seconda metà del XIII secolo), affresco

Dopo la traslazione delle spoglie di san Ponziano e di sant'Eleuterio (vescovo), a metà del XIII secolo, fu costruita la cripta per accoglierle, con conseguente distruzione e ricostruzione del presbiterio rialzato in linee gotiche, ornato da arredi cosmateschi, di cui non rimane nessuna traccia, se non un baldacchino sovrastante un tempo la cattedra e successivamente sistemato sul ciborio del XVIII secolo. In quello stesso periodo, l'abside e la cripta furono decorate con dipinti murali ad affresco, dei quali sono emersi alcuni lacerti, durante i restauri del 1918 e del 1936.

Dal Quattrocento al Cinquecento

Nella seconda metà del XV secolo, furono realizzate alcune strutture architettoniche, ascrivibili all'episcopato di Guglielmo d'Estouteville (1461 - 1483), tra cui la costruzione del palazzo vescovile che, insieme ad altri ampliamenti e sopraelevazioni, hanno nascosto la facciata della cattedrale. Inoltre, sotto Giuliano della Rovere (1483- 1503), futuro papa Giulio II, furono costruite la cappella dell'Immacolata Concezione, un grande ambiente coperto con volte a crociera aperto sulla navata destra, e la sacrestia, sul lato settentrionale.

Nel 1556 fu realizzato da Luca Bencivenni il coro ligneo andato distrutto durante la Seconda guerra mondiale.

La visita pastorale del sacerdote Ludovico Boidus, effettuata il 17 marzo 1595 per conto del cardinale Alfonso Gesualdo (1591 - 1603), ci offre una descrizione del complesso monumentale del Duomo che ne documenta uno stato di generale degrado. Inoltre, la relazione del presbitero testimonia che all'epoca la cattedrale risulta divisa in tre navate da colonne di marmo e porfido con la copertura di quella centrale a capriate e le laterali con volte a crociera. Il coro era composto da quattordici stalli con al centro la cattedra episcopale, che però fu giudicata troppo piccola, così come il Crocifisso pendente dall'arco trionfale, se commisurato all'ampiezza della chiesa. In tale occasione il cardinale Gesualdo ordinò una sistemazione della zona presbiterale, allineando la cattedra e l'altare, e murando l'intercolunnio sul lato sinistro, definendo così lo spazio sostanzialmente giunto ai nostri giorni. L'altare, in laterizio rivestito in marmo, era sormontato da un baldacchino di rame dorato. Inoltre, lo stesso cardinale chiamò nel 1595 a Velletri il pittore Giovanni Balducci, al quale commissionò un ciclo di tre dipinti con il Martirio di san Clemente (andati perduti).

Ricostruzione seicentesca

Nel 1603 il cardinale Tolomeo Galli (1603 - 1607) autorizzò l'edificazione della cappella del Santissimo Sacramento al posto degli altari di Santa Caterina e della Natività della Vergine all'inizio della navata destra: i lavori, sostenuti dall'omonima Confraternita, iniziarono nel 1612 e vennero completati nel 1626. La visita del delegato apostolico Giovan Battista Altieri, datata 27 aprile 1636, presenta una splendida chiesa con arredi di egregia fattura, ma sfortunatamente, pochi anni dopo, il 23 maggio 1656, la cattedrale fu devastata dal crollo del campanile colpito da un fulmine. La riedificazione, iniziata l'anno successivo, era purtroppo priva di un progetto unitario in grado di fondere le strutture antiche con le nuove, così si preferì ricostruire l'edificio senza riutilizzare le strutture preesistenti: le colonne – successivamente vendute – furono sostituite da pilastri solcati da lesene corinzie, uniti da ampie arcate in sintonia con le dimensioni delle nuove cappelle. Il 13 luglio 1664 la cattedrale, pressappoco simile all'attuale, fu consacrata da Bonaventura Teoli, arcivescovo titolare di Myra.

Il presbiterio subì ulteriori modifiche durante l'episcopato del cardinale Francesco Barberini (1666 - 1679): un nuovo altare fu posto in posizione più avanzata, al centro dell'area presbiteriale, e dotato di un ciborio monumentale.

Nel Settecento, durante l'episcopato di Giuseppe Spinelli (1761 - 1763) fu realizzata la balaustra, che separa la navata dal presbiterio, ed il soffitto ligneo della navata centrale venne decorato con un dipinto murale, ad affresco, raffigurante Gesù Cristo in gloria tra la Madonna ed i Santi patroni (1723), realizzato da Giovanni Odazi, riprendendo l'iconografia degli affreschi cinquecenteschi del catino absidale.

Dall'Ottocento ad oggi

La Cattedrale, il 2 marzo 1804, è stata eretta con una breve da papa Pio VII a basilica minore.

Le distruzioni dovute agli eventi bellici della Seconda guerra mondiale hanno segnato profondamente la Diocesi di Velletri e la sua cattedrale, la cui ricostruzione fu affidata nel 1953 all'architetto Giuseppe Zander, il quale progettò un recupero dell'immagine complessiva dell'edificio precedente alla distruzione. I lavori, finanziati dal Provveditorato alle Opere Pubbliche del Lazio, interessarono il ripristino delle coperture, la sistemazione delle membrature interne e il rifacimento del pavimento ottocentesco. Fu ricostruita la cappella di San Geraldo e restaurato il soffitto con reintegri delle parti crollate.

Quattordici vescovi di Velletri sono stati eletti papi, tra i quali Benedetto XVI, che ha visitato il Duomo il 23 settembre 2007, in tale occasione ha donato alla comunità veliterna una colonna bronzea, che gli era stata data da cento comuni bavaresi, ora collocata sul sagrato, antistante la chiesa.

Descrizione

Cattedrale di San Clemente (interno)

Esterno

Si accede alla Cattedrale attraverso un portale d'ingresso del 1512, opera di Traiano da Palestrina.

Interno

L'interno, a pianta basilicale, presenta tre navate divise da pilastri con alte lesene di ordine composito, il presbiterio sopraelevato sulla cripta ed un soffitto a cassettoni lignei.

Nella cattedrale, si conservano di particolare interesse storico-artistico:

La cripta, costruita alla metà del XIII secolo, presenta colonne di spoglio con capitelli romani e dipinti murali databili al XIII - XIV secolo, tra i quali si nota:

Note
Bibliografia
  • Ercolani Fausto, La Cattedrale di San Clemente ed il Museo capitolare in Velletri, Editore: Palombi, col. "Itinerari didattici d'arte e di cultura", 1988 ISBN 9788876219160
  • Touring Club Italiano (a cura di), Lazio, col. "Guide Rosse", Editore Touring, Milano 2005, p. 680 ISBN 9770390107016
  • Claudia Zaccagnini, Giovanni Hajnal, vetratista nella Cattedrale di Velletri, Editore Pacini, Ospedaletto 2013 ISBN 9788863156126
Voci correlate
Collegamenti esterni
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 18 maggio 2017 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.