San Tommaso d'Aquino: differenze tra le versioni

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|Epoca=1200
|Nazionalità=italiano
|PostNazionalità = . [[Papa Pio V|Pio V]], nel [[1567]], lo proclamò [[dottore della Chiesa]], e [[Papa Leone XIII|Leone XIII]], il [[4 agosto]] [[1880]], [[patrono]] delle scuole e [[università cattoliche]]
|voto=frate
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|gmPR=Aprileaprile
|aPR=1244
|lO= Colonia
== Biografia ==
 
Tommaso d'Aquino nacque a Roccasecca<ref>Secondo alcune tesi, minoritarie, datate e di stampo localistico, San Tommaso sarebbe nato a Belcastro. Fra queste, si segnalano quelle di Fra' [[Giovanni Fiore da Cropani]], storico [[Calabria|calabrese]] del [[XVII secolo]], che lo indica nella sua opera ''Della Calabria illustrata'', di [[Gabriele Barrio]] nella sua opera ''De antiquitate et situ Calabriae'', e di Padre [[Girolamo Marafioti]], [[teologo]] dell'ordine dei [[Minori Osservanti]], nella sua opera ''Croniche ed antichità di Calabria''.</ref>, nel feudo dei conti d'[[Aquino]] ([[Frosinone]]), nel [[1225]].
 
Figlio di Landolfo, nobile di origine longobarda, e Teodora, il piccolo Tommaso, a soli cinque anni, fu inviato come [[oblato]] nella vicina [[Abbazia di Monte Cassino]] per ricevere l'[[educazione]] religiosa.
 
=== Gli studi e la filosofia ===
A quattordici anni Tommaso si trasferì a [[Napoli]], dove si dedicò allo studio delle arti all'[[Università]] degli Studi di Napoli "Federico II", presso il [[convento]] di [[Chiesa di San Domenico Maggiore (Napoli)|San Domenico Maggiore]]. È così che, pur fortemente ostacolato dalla [[famiglia]], fece richiesta nel [[1244]] di essere ammesso all'[[Ordine domenicano]], cosa che avvenne a fine [[aprile]] dello stesso anno.
 
I suoi superiori, avendone intuito il precoce talento, e per consentirgli il completamento degli studi, lo inviarono a [[Parigi]], ma il giovane, prima che potesse giungervi, fu catturato dai suoi familiari e ricondotto al castello paterno di Monte San Giovanni Campano.
 
Il periodo di prigionia, che durò un [[anno]], fu caratterizzato dalle pressioni della famiglia che voleva fargli rinunciare all'abito domenicano, e si concluse, per intercessione di [[Papa Innocenzo IV]], con la [[liberazione]] (o, secondo alcuni biografi, con la fuga) di Tommaso.
 
Dopo brevi soggiorni, prima a Napoli e poi a [[Roma]], nel [[1248]] Tommaso giunse a [[Colonia]] in [[Germania]] per seguire le lezioni di [[Sant'Alberto Magno]]<ref>Si racconta che [[Sant'Alberto Magno]] prese le difese di Tommaso quando i compagni lo chiamavano "il [[bue]] [[muto]]"; Sant'Alberto avrebbe preconizzato: "Ah! Voi lo chiamate il bue muto! Io vi dico, quando questo bue muggirà, i suoi muggiti si udranno da una all'altra estremità della terra!".</ref>, [[filosofo]] e [[teologo]] [[Germania|tedesco]], la cui dottrina cercò di conciliare l'[[Aristotelismo]] con il [[Cristianesimo]], considerando il metodo empirico di [[Aristotele]] molto utile per le scienze naturali e, dal momento che [[scienza e fede]] non sono contrastanti, indirettamente giovevole anche per la [[fede]] cristiana: conoscere meglio la natura equivale a conoscere meglio l'opera del Creatore. Tommaso fece sua questa istanza di Alberto.
 
=== L'insegnamento ===
[[File:Thomas Aquinas by Fra Bartolommeo.jpg||thumb|250px|{{Autore|[[Fra Bartolomeo]]}}, ''San Tommaso d'Aquino'' ([[1517]] ca.), olio su tela]]
 
A [[Colonia]], nel [[1250]] o nell'anno successivo, diventa [[sacerdote]]. Dal [[1252]] invece Tommaso insegnò all'[[Università di Parigi]], iniziando come ''baccalarius biblicus'', e dopo [[quattro]] anni poté tenere la sua prima lezione in [[cattedra]].
 
Nel frattempo, Tommaso combatté contro gli [[Averroismo|averroisti]]<ref>Si tratta dei seguaci del [[filosofo]] [[arabi|arabo]] [[Averroè]], secondo cui l'[[anima]] umana singolarmente presa è mortale.</ref>, che ritenevano la [[fede]] inconciliabile con la [[ragione]]. Secondo Tommaso, invece, la ragione supera le fede, ma non si oppone ad essa.
Tommaso cercò anche, contro l'opinione del dominante indirizzo [[Sant'Agostino d'Ippona|agostiniano]], filosoficamente [[platonismo|platonico]] o [[neoplatonismo|neoplatonico]], di mostrare la conciliabilità dell'impostazione aristotelica - ovviamente interpretata in modo diverso da quanto facevano gli averroisti e, dove occorreva, opportunamente corretta - con la fede cristiana; Tommaso, in questa operazione, non scadde mai nella polemica, citando anzi sempre con grande stima lo stesso [[Sant'Agostino]]; a tal proposito, è da rilevare che fu personalmente in ottimi rapporti con uno dei massimi esponenti contemporanei dell'agostinismo, [[San Bonaventura]].
 
Nel [[1259]] Tommaso tornò in [[Italia]]: strinse amicizia con [[Guglielmo di Moerbeke]], il grande traduttore di [[Aristotele]] dai testi originali [[lingua greca|greci]], e collaborò ad alcuni scritti con [[papa Urbano IV]], presso il [[convento]] di [[Orvieto]], dove il [[papa|pontefice]] si era temporaneamente stabilito.
 
=== Collaboratore dei papi ===
Proprio durante gli anni trascorsi in Italia compose numerose opere come la ''"[[Summa contra gentiles (Tommaso)|Summa contra gentiles]]"'', il ''"De regimine principum"'', il ''"De unitate intellectus contra Averroistas"'' e buona parte del suo capolavoro, la ''[[Summa Theologiae]]''.
 
Nel [[1269]] fu richiamato dai suoi [[superiore|superiori]] a [[Parigi]], per intervenire nella polemica tra Maestri secolari ed [[Ordini mendicanti]]; qui dovette anche difendere il suo recupero del pensiero di Aristotele di fronte agli attacchi degli agostinisti, e confutare gli errori dottrinari degli [[Averroè|averroisti]].
 
Nel [[1272]], chiamato da Carlo I d'Angiò, fu nuovamente a [[Napoli]], e si occupò della riorganizzazione degli studi teologici del convento di [[San Domenico]], a cui era annessa la locale Università.
 
Il [[6 dicembre]] [[1273]], nella chiesa di [[San Domenico di Guzmán|San Domenico]] a Napoli, cadde in [[estasi]], e da quel giorno smise di scrivere, confidando a fra'frà Reginaldo da Piperno, suo aiutante e confessore:
 
{{quote|Tutto quello che ho scritto mi sembra un pugno di paglia a paragone di quello che ho visto e mi è stato [[rivelazione|rivelato]]. È venuta la fine della mia scrittura, e spero che sia vicina la fine della mia vita.|Antonio Livi, ''Dal senso comune alla dialettica. Una storia della filosofia'', Casa editrice Leonardo da Vinci, [[Roma]] [[2004]]-[[2005]]}}
 
Restò pertanto incompiuta la sua ''"Summa Theologiae"'', in particolare l'ultimo trattato ''"De Poenitentia"''.
 
Nel gennaio del [[1274]] [[papa Gregorio X]] gli ordinò di presenziare al [[Concilio di Lione II]], per verificare in cosa consistessero le divergenze tra la [[Chiesa latina]] e quella [[Chiesa ortodossa|greca]], e se fosse possibile appianarle; Tommaso, anche se non in buone condizioni di [[salute]], si mise in viaggio.
 
Durante il tragitto si fermò presso il castello di Maenza, da sua nipote Francesca maritata con il conte Annibaldo de Ceccano, signore di Maenza, ma la sua [[malattia]] si aggravò.
 
Dal momento che desiderava finire i suoi giorni in un [[monastero]], e non essendo in condizione di raggiungere un [[convento]] [[domenicano]], fu portato all'[[Abbazia di Fossanova|Abbazia cistercense di Fossanova]], a poca distanza dal borgo di Priverno<ref>La cittadina si trova oggi in provincia di [[Latina]].</ref>, dove, al termine di una malattia durata qualche settimana, morì il [[7 marzo]] [[1274]].
 
Nel [[1369]] le sue spoglie furono traslate a a [[Tolosa]], in [[Francia]]: la sua [[tomba]] si trova presso il convento ''des Jacobins''.
La certezza nell'[[universalità|universale]] capacità umana di ragionare fa di Tommaso un grande sostenitore del metodo dialogico (cfr. la ''Summa contra gentiles''), capace, come si vede in ogni sua opera, di accogliere senza [[pregiudizio]] qualunque contributo di riflessione possa avvicinare alla [[verità]], da qualunque ambiente esso provenga: [[cristianesimo|cristiano]] o [[islam|musulmano]], [[ebraismo|ebreo]] o [[paganesimo|pagano]].
 
Giungere alla pienezza della verità, che Tommaso identifica con [[Dio]], non è, però, alla portata della sola ragione umana: dobbiamo fare ricorso ad una superiore fonte di [[conoscenza]]: la [[Rivelazione]]. Per Tommaso però "superiore" non vuol dire "contrastante". Tommaso è molto lontano dalla teoria della doppia verità degli [[averroismo|averroisti]] [[lingua latina|latini]], i quali ritenevano, secondo l'impostazione di [[Sigieri di Brabante]], che la [[fede]] e la ragione potessero rispondere in modo non solo diverso, ma addirittura opposto alla stessa domanda, e che si dovessero tenere per buone entrambe le risposte. Per lui, invece, la fede e la ragione, se rettamente intese, non possono mai essere in contrasto tra loro, provenendo entrambe da Dio; la differenza tra esse sta nel fatto che la seconda, anche quando parla di Dio, lo fa a partire dalla sua [[manifestazione]] nella [[natura]], mentre la prima è fondata sulla conoscenza che Dio stesso ha di sé. Da qui deriva il suo primato.
 
La [[teologia]], che si basa sulla Rivelazione divina, e che è una scienza per gli uomini solo in quanto subalterna alla scienza di Dio, ha lo stesso statuto [[epistemologia|epistemologico]] di altre scienze quali la prospettiva e la musica, che ricevono, senza né dimostrarli né poterli considerare di per sé evidenti, i propri principi di [[lavoro]] rispettivamente dalla geometria e dall'aritmetica.
 
=== L'''Autonomia'' della natura e l'Antropologia ===
* Oppure appartengono solo al nostro modo di conoscere e denominare le cose, non essendo altro che puri nomi, o al massimo concetti?
 
L'Aquinate, dunque, ricordando la posizione di Boezio - che ricercava una mediazione tra Platone ed Aristotele, e che poneva, come era usuale in età patristica, le Idee di Platone nella mente di Dio - attribuisce agli universali una sussistenza sia nella mente di Dio, come possibilità di partecipazione dell'essere (''ante rem''), sia nelle cose come loro essenza (''in re''), sia nella mente dell'uomo come concetto (''post rem'').
 
=== La filosofia dell'essere ===
* affermare su un piano infinitamente superiore (es.: "Dio è buono in un modo infinitamente superiore").
 
Poiché in Dio tutto è Dio, e perciò coincide, vi devono essere identiche anche quelle perfezioni che sulla terra sembrano opposte; poiché non sappiamo come questo sia possibile, dobbiamo confessare che, alla fine, la natura di Dio ci sfugge, ed ha ragione Agostino: ''Deus scitur melius nesciendo'', "Dio è conosciuto meglio non conoscendolo".
 
=== L'esistenza di Dio ===
 
La legge può essere distinta in quattro livelli:
# [[legge eterna]], nella mente di [[Dio]], e pertanto non conoscibile da noi in modo diretto;
# [[legge naturale]], che è una partecipazione della prima e si può cogliere con la [[ragione]];
# [[legge positiva]], che è posta dagli uomini e non deve contrastare la legge naturale, pena la perdita di validità: ''posso'' ribellarmi ad una legge che calpesti un mio [[diritto]] naturale, ''devo'' farlo se la legge vuole impormi di calpestare un diritto altrui<ref>È significativo, a questo proposito, che per Tommaso anche una convinzione sinceramente ed inconsciamente errata legittima alla resistenza, poiché prevale [[morale|moralmente]] l'assenso alla propria [[coscienza]] per quanto oggettivamente in errore.</ref>;
Questa concezione del diritto fonda la reciproca autonomia dei poteri [[politica|politico]] e religioso: Tommaso, contrario alla [[teocrazia]], afferma che l'autorità politica è legittimata da Dio attraverso il consenso popolare, non attraverso il [[Papa]]. La società migliore, anzi, è quella in cui tutti sono elettori e tutti eleggibili<ref>''Summa Theologiae''.</ref>.
 
Interessante, a riguardo della legge naturale, è il fatto che esista una gerarchia nei diritti naturali: ad esempio, quello alla [[proprietà]] è subordinato, e funzionale, al diritto alla [[vita]]. Ne deriva che, qualora il diritto alla vita di qualcuno si possa affermare solo con l'appropriazione di beni (magari superflui) altrui, quest'appropriazione è pienamente giustificata; la [[proprietà privata]], insomma, per quanto in sé legittima, va sempre coniugata con un uso sociale dei beni.
 
Le riflessioni dell'Aquinate sul diritto naturale si sono rivelate di grande importanza nella storia del pensiero occidentale, soprattutto per la nascita del moderno [[diritto internazionale]]<ref>Si veda il [[domenicano]] [[Spagna|spagnolo]] [[Francisco de Vitoria]].</ref> e per la formazione della [[dottrina sociale della Chiesa]], dalla ''[[Rerum Novarum]]'' di [[Leone XIII]] ([[1891]]) fino ad oggi.
== Culto ==
 
Tommaso fu [[canonizzazione|canonizzato]] il [[18 luglio]] [[1323]] da [[papa Giovanni XXII]], proclamato [[Dottore della Chiesa]] nel [[1567]] e [[patrono]] delle [[scuola|scuole]] e [[università]] cattoliche il [[4 agosto]] [[1880]].
 
La sua [[memoria liturgica]], da secoli fissata al [[7 marzo]], giorno del suo decesso, è stata spostata dopo il [[Concilio Vaticano II]] al [[28 gennaio]], data della [[traslazione]] del [[1369]]; ciò in ottemperanza alla raccomandazione di spostare le feste liturgiche dei [[santo|santi]] dal periodo [[Quaresima|quaresimale]] e [[Tempo di Pasqua|pasquale]].
 
Le sue [[reliquie]] sono [[venerazione|venerate]] in vari luoghi, a seguito dei trasferimenti parziali dei suoi resti. Inizialmente Tommaso fu [[sepoltura|sepolto]] presso l'[[altare maggiore]] della [[chiesa (edificio)|chiesa]] dell'[[abbazia di Fossanova]]; e poi per alterne vicende e richieste autorevoli, smembrati nel tempo; sono venerate a Fossanova, nel Duomo della vicina Priverno, nella chiesa di Saint-Sermain a [[Tolosa]], in [[Francia]], portate lì nel [[1369]] dai Domenicani, su autorizzazione di [[papa Urbano V]], e poi altre a San Severino, su richiesta dalla sorella Teodora e da lì trasferite poi a Salerno; altre reliquie si trovano nell'antico convento dei Domenicani di Napoli e nel Duomo della città.
 
Il [[7 marzo]], nel [[monastero]] [[cistercensi|cistercense]] di Fossanova nel [[Lazio]], si celebra il transito di san Tommaso.
=== Preghiere ===
 
San Tommaso d'Aquino ha scritto varie [[preghiera|preghiere]] [[liturgia|liturgiche]], tra cui vari [[inno|inni]] per il ''[[Corpus Domini]]'': il ''[[Pange Lingua]]'', le cui ultime due strofe (''[[Tantum Ergo Sacramentum]]''), sono utilizzate durante la [[benedizione eucaristica]] e la [[sequenza (liturgia)|sequenza]] del ''Corpus Domini'', il ''[[Sacris solemniis]]'', le cui ultime due strofe costituiscono il ''[[Panis Angelicus]]'', il ''[[Lauda Sion Salvatorem]]'' e l'inno ''[[Adoro te devote]]'' per l'[[adorazione eucaristica]].
 
{{Padri e Dottori della Chiesa}}
* [[Marco D'Avenia]], ''La Conoscenza per Connaturalità'', Edizioni Studio Domenicano, Bologna, 1992
* [[Cornelio Fabro]], ''Introduzione a San Tommaso. La metafisica tomista e il pensiero moderno'', [[Edizioni Ares|Ares]], [[Milano]], [[1997]]
* [[Cornelio Fabro]], ''La nozione metafisica di partecipazione secondo S. Tommaso d'Aquino'', [[S.E.I.]], Torino, 1939
* [[Marco Forlivesi]], ''Conoscenza e [[Affettività]]. L'Incontro con l'essere secondo Giovanni di San Tommaso'', Edizioni Studio Domenicano, Bologna, 1993
* [[Réginald Garrigou-Lagrange]], ''La Sintesi Tomistica'', [[Queriniana]], [[Brescia]], [[1953]]

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