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[[San Tommaso d'Aquino|Tommaso d'Aquino]] († [[1274]]), adottando categorie aristoteliche, qualifica la grazia come qualcosa di [[ente|entitativo]] presente nell'anima umana, cioè come una qualità permanente, aggiunta in maniera accidentale (''habitus'')<ref>''[[Summa Theologiae]]'', I-II, 110.</ref>.
La
La Scolastica
La [[Neoscolastica]] perfeziona tale sistema secondo un complesso schema di ramificazioni. Essa distingue la grazia in:
* ''grazia increata'': è il favore di Dio;
* ''grazia creata'': consiste nei doni e negli effetti prodotti dal favore di Dio nell'uomo; si differenzia, per quanto riguarda l'azione di Dio, in:
** ''grazia del [[Creatore]]'' (''gratia creatoris''), quella concessa ad [[Adamo]] ed [[Eva]] nel [[Paradiso Terrestre]] come grazia dello
** ''grazia del [[Redentore]]'' (''gratia Redemptoris''), quella che sana l'uomo caduto come grazia di [[Cristo]].
: Questi due modi di agire di Dio elevano l'uomo a un nuovo grado dell'essere (''gratia elevans'') e, inoltre, la grazia del Redentore sana le ferite inferte dal [[peccato]] (''gratia elevans et sanans'').
A seconda poi del modo con cui influisce, la ''grazia creata'' si divide in:
* ''grazia esterna'': è quella che attua nella
* ''grazia interna'': è quella che influisce ''entitativamente'' sull'intimo dell'anima; questa costituisce il concetto centrale, che a sua volta si ramifica:
** ''[[grazia di stato]]'' o ''grazia d'ufficio'': è quella concessa a singole persone sotto forma di [[carisma]] per il [[ministero]] [[salvezza|salvifico]] da svolgere verso gli altri;
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