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* un copricapo specifico dei sacerdoti del [[culto]] di ''[[Mitra (divinità)|Mitra]]''.
Come altri indumenti ecclesiastici, anche questo deriva forse da un accessorio non liturgico
La mitria fu adottata dai vescovi, dopo il [[X secolo]], almeno stando alle fonti letterarie, come [[san Pier Damiani]], [[san Bernardo di Chiaravalle]], [[Ugo di Fleury]],
All'inizio questo tipo di mitria era basso: nel [[XII secolo|XII]] - [[XIII secolo]] le proporzioni si allungarono, mentre dal [[XVI secolo]] in poi i rigidi contorni geometrici si fecero lievemente arrotondati, fino ad assumere la forma attuale.
La mitria era anticamente in tela con galloni dorati; successivamente, si andò sempre più impreziosendo, soprattutto nel XVI e [[XVII secolo]], con decorazioni preziose, stoffe pregiate (broccato, damasco e seta ricamata in oro o dipinta)
== Descrizione ==
In origine la mitria aveva forma di un berretto allacciato sotto il collo da cinturini o da nastri, simile ad una cuffia arrotondata, poi schiacciata al centro in modo da formare due corni; in seguito il berretto fu piegato al centro in modo da formare due corni separati e mantenuti rigidi da cartone o da cuoio e i cinturini o nastri divennero due fasce poste nel tergo della mitria, i fanoni. I due corni vennero prima arrotondati, poi appuntiti, a simboleggiare [[Antico Testamento|Antico]] e [[Nuovo Testamento]]; essi sono all'origine delle due cuspidi (''cornua'') che caratterizzano la forma attuale.
La mitria venne così ad essere formata da due pezzi di stoffa rigida di forma approssimativamente pentagonale, uniti parzialmente nella parte laterale in modo tale che le due punte superiori siano libere
La mitria presenta anche due nastri di tela nella parte posteriore, detti '''infule'' (o ''vitte'', o ''fanoni''), che scendono sulle spalle.
Tra le più curiose mitrie vi è quella conservata nel [[Duomo di Salisburgo|Cattedrale di San Ruperto e San Virgilio]] di [[Salisburgo]], con tale abbondanza di elementi preziosi da farla pesare circa 2,5 kg
=== Tipologie ===
La mitria è concessa anche all'[[Abate]]; ad introdurre tale uso fu [[papa Urbano II]] nel [[III Concilio di Melfi]] del [[1089]], a seguito della supplica di [[San Pietro I (Pappacarbone)]], abate dell'[[Abbazia della Santissima Trinità (Cava de' Tirreni)]]<ref>Vincenzio d'Avino, [http://books.google.it/books?id=fUIsAAAAYAAJ&pg=PA331 ''Cenni storici sulle chiese arcivescovili, vescovili e prelatizie (nullius) del Regno delle Due Sicilie''], [[Napoli]] [[1848]], p. 331.</ref>.
In passato fu concessa anche al [[presbitero]] titolare di una [[chiesa (edificio)|chiesa]] particolarmente importante, al [[prevosto]], ai [[canonici]] dei [[capitolo]] di alcune [[cattedrale|cattedrali]]
[[File:BXVI CoA like gfx PioM.svg|right|thumb|100px|''Stemma di [[papa Benedetto XVI]]'']]
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